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Uso del verbo «udire»
Inviato: lun, 24 ott 2016 10:42
di guidoalberto
Buongiorno, vorrei sapere se vi sono regioni italiane dove questo verbo sia di uso corrente. A Milano è rarissimo, relegato ad ambiti tecnici o comunque molto particolari. Viene adoperato solo il più generico sentire.
Inviato: mar, 25 ott 2016 0:38
di marcocurreli
Da noi si usa prevalentemente (se non esclusivamente) sentire.
Inviato: mar, 25 ott 2016 16:34
di Millermann
Anche in Calabria si usa quasi esclusivamente
sentire.
Lo stesso Treccani, alla voce
udire, specifica che «nell’uso parlato questo verbo è per lo più sostituito dal verbo sentire».
Comunque, incuriosito, ho consultato il foglio 1645 dell'
AIS («sento qualche cosa»), per vedere se vi fosse, in qualche dialetto italiano, la stessa radice di
udire. Il risultato è che praticamente ovunque sono usate varianti di
sentire, con l'eccezione del sardo, che usa l'equivalente di
intendere.
Lontane varianti di
udire m'è sembrato di averne notate solo nelle Alpi: principalmente in quelle svizzere (nel Cantone dei Grigioni, ove si parla il
romancio), qualcosa in Val Gardena e anche in Piemonte, nella zona del Sestriere.

Inviato: mar, 25 ott 2016 22:28
di Carnby
Qui c'è solo sentire o, in casi più specifici, ascoltare.
Inviato: mar, 25 ott 2016 22:43
di PersOnLine
Udire se non è ancora letterario, è comunque un verbo d'uso sostenuto.
Inviato: mer, 26 ott 2016 10:43
di guidoalberto
Millermann ha scritto:Comunque, incuriosito, ho consultato il foglio 1645 dell'
AIS («sento qualche cosa»), per vedere se vi fosse, in qualche dialetto italiano, la stessa radice di
udire.
La ringrazio per la risposta e soprattutto per avermi fatto scoprire questa bellissima risorsa etnolinguistica disponibile in rete!

Inviato: mer, 26 ott 2016 11:50
di guidoalberto
PersOnLine ha scritto:Udire se non è ancora letterario, è comunque un verbo d'uso sostenuto.
Mi domandavo proprio questo, se tratti di voce tramandata dal latino senza interruzioni oppure di una parola coniata in ambito letterario.
Inviato: mer, 26 ott 2016 17:28
di Carnby
guidoalberto ha scritto:Mi domandavo proprio questo, se tratti di voce tramandata dal latino senza interruzioni oppure di una parola coniata in ambito letterario.
Udire (latino
audīre) è voce di tradizione ininterrotta, ma non è più usato nell'italiano colloquiale.
Inviato: gio, 27 ott 2016 9:52
di guidoalberto
Quindi ai tempi di Dante era parola di uso comune e poi si è persa nel parlato nei secoli successivi?
Inviato: gio, 27 ott 2016 10:30
di Carnby
guidoalberto ha scritto:Quindi ai tempi di Dante era parola di uso comune e poi si è persa nel parlato nei secoli successivi?
La forma non ha nulla di anomalo rispetto alle altri voci di tradizione ininterrotta e probabilmente da qualche parte era davvero usata dal popolo.
Inviato: gio, 27 ott 2016 17:08
di Sixie
Millermann ha scritto:
Lontane varianti di
udire m'è sembrato di averne notate solo nelle Alpi: principalmente in quelle svizzere (nel Cantone dei Grigioni, ove si parla il
romancio), qualcosa in Val Gardena e anche in Piemonte, nella zona del Sestriere.

Echi di
lenga d'òc:
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