«Digipostale» e «retale»
Moderatore: Cruscanti
«Digipostale» e «retale»
Buonasera!
Mi dispiace tediarvi con l'ennesimo tentativo di trovare una soluzione italiana breve all'inglese «e-mail», però ho trovato una soluzione particolarmente versatile che mi è sembrato il caso di condividere con voi.
Ricavando dal termine «digiposta» l'aggettivo «digipostale», ci si può riferire al servizio, al messaggio e all'indirizzo utilizzando lo stesso elemento comune, quindi «servizio digipostale», «messaggio digipostale» e «indirizzo digipostale», (tutti e tre termini di genere maschile).
Quindi, sostantivando l'aggettivo, ci si potrebbe riferire a tutti e tre i concetti con «il/un digipostale», che a sua volta potrebbe diventare DP (pronunciato dippí).
Un paio di esempi:
1. «Non è che mi daresti il tuo DP?"
2. «Inviami la fattura tramite DP."
3. «Hai letto il DP che ti ho inviato ieri?"
Comprendo in anticipo l'avversione alle sigle, però bisogna ammettere che, se SMS è riuscito ad attecchire, non c'è ragione per cui DP, che è pure più corto, non debba riuscirci.
Un altro vocabolo che vorrei condividere con voi è «retale», derivato di «rete» lemmatizzato anche nel vocabolario Treccani (qui).
Mentre al momento il suo significato si limita soltanto al contesto marinaresco, sarebbe interessante estenderlo, ad esempio, come traducente del sostantivo inglese «web» quando usato come aggettivo, e quindi «sito retale» per «website» o «tassa retale» per «webtax».
Cosa ne pensate?
Mi dispiace tediarvi con l'ennesimo tentativo di trovare una soluzione italiana breve all'inglese «e-mail», però ho trovato una soluzione particolarmente versatile che mi è sembrato il caso di condividere con voi.
Ricavando dal termine «digiposta» l'aggettivo «digipostale», ci si può riferire al servizio, al messaggio e all'indirizzo utilizzando lo stesso elemento comune, quindi «servizio digipostale», «messaggio digipostale» e «indirizzo digipostale», (tutti e tre termini di genere maschile).
Quindi, sostantivando l'aggettivo, ci si potrebbe riferire a tutti e tre i concetti con «il/un digipostale», che a sua volta potrebbe diventare DP (pronunciato dippí).
Un paio di esempi:
1. «Non è che mi daresti il tuo DP?"
2. «Inviami la fattura tramite DP."
3. «Hai letto il DP che ti ho inviato ieri?"
Comprendo in anticipo l'avversione alle sigle, però bisogna ammettere che, se SMS è riuscito ad attecchire, non c'è ragione per cui DP, che è pure più corto, non debba riuscirci.
Un altro vocabolo che vorrei condividere con voi è «retale», derivato di «rete» lemmatizzato anche nel vocabolario Treccani (qui).
Mentre al momento il suo significato si limita soltanto al contesto marinaresco, sarebbe interessante estenderlo, ad esempio, come traducente del sostantivo inglese «web» quando usato come aggettivo, e quindi «sito retale» per «website» o «tassa retale» per «webtax».
Cosa ne pensate?
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- Iscritto in data: ven, 13 apr 2012 9:09
Il problema delle sigle, secondo me, è che a un certo punto si esauriscono tutte le combinazioni possibili, e divengono quindi comprensibili solo all'interno di un gruppo ristretto che associa loro il significato proprio nel loro gergo.
SMS si salva perché essendo a tre lettere probabilmente ha meno possibilità di essere acronimo di più cose diverse.
DP invece è inflazionata, al punto che nemmeno il contesto a volte potrebbe disambiguare il significato.
Ad esempio, in un ente pubblico, "Hai letto il DP?" può voler dire - anzi vuole già dire - "hai letto il Decreto del Presidente?".
SMS si salva perché essendo a tre lettere probabilmente ha meno possibilità di essere acronimo di più cose diverse.
DP invece è inflazionata, al punto che nemmeno il contesto a volte potrebbe disambiguare il significato.
Ad esempio, in un ente pubblico, "Hai letto il DP?" può voler dire - anzi vuole già dire - "hai letto il Decreto del Presidente?".
Mi sembrano proposte interessanti (io personalmente per email uso elettera, eposta e epostale
).
In particolare trovo promettente retale, che non conoscevo. Mi dispiace un po' però che non ci sia corrispondenza col latino moderno interretialis, da cui ho fatto e uso – e vedo che mi capiscono tutti – interreziale. Dovrei forse passare a interretale? Chiedo pareri.

In particolare trovo promettente retale, che non conoscevo. Mi dispiace un po' però che non ci sia corrispondenza col latino moderno interretialis, da cui ho fatto e uso – e vedo che mi capiscono tutti – interreziale. Dovrei forse passare a interretale? Chiedo pareri.
Ultima modifica di G. M. in data ven, 23 nov 2018 20:31, modificato 1 volta in totale.
- Infarinato
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A questo punto si tratta di scegliere quello che suona meglio!Infarinato ha scritto:Ma esiste reziario… ;)

Personalmente trovo «retale» più scorrevole.
Ho provato a misurare le onde sonore di «retale», «reziale» e «reziario», e tra le tre «retale» sembra il termine più veloce a dirsi, probabilmente per il fatto che in «reziale» e «reziario» c'è geminazione, e in più in «reziario» c'è la seconda approssimante [j] che allunga l'ultima sillaba. Ma ammetto che questa analisi rasenta il maniacale! haha
Secondo il suo parere e gusto personale, Infarinato, è meglio interreziale o interretale?Infarinato ha scritto:Ma esiste reziario… ;)
- Millermann
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Da... non latinista
direi che da rētĕ, retis, che in latino è neutro, la forma piú corretta dell'aggettivo dovrebbe essere retialis, -is, -e. Infatti le forme flesse plurali del sostantivo presentano la -i- (nom. e acc. retia, gen. retium), da cui, appunto, retiarius.
Questo retialis sembra essere stato usato nel quarto secolo dal grammatico latino Nonio Marcello, come risulta da questa voce di un dizionario latino-francese.
Ciò detto, noto che anche in latino «moderno» coesistono le forme interretialis e interretalis. Come gusto personale, io vedo bene interretialis in latino e interretale in italiano, vuoi perché retale è già attestato, vuoi per la maggior facilità di pronuncia di cui s'è detto. Invece interreziale suonerebbe come un cultismo, che trovo inadatto a un contesto tecnico come questo.

Questo retialis sembra essere stato usato nel quarto secolo dal grammatico latino Nonio Marcello, come risulta da questa voce di un dizionario latino-francese.
Ciò detto, noto che anche in latino «moderno» coesistono le forme interretialis e interretalis. Come gusto personale, io vedo bene interretialis in latino e interretale in italiano, vuoi perché retale è già attestato, vuoi per la maggior facilità di pronuncia di cui s'è detto. Invece interreziale suonerebbe come un cultismo, che trovo inadatto a un contesto tecnico come questo.

In Italia, dotta, Foro fatto dai latini
È un contesto più tecnico e quindi, secondo me, avrebbe più possibilità di imporsi.nicodeb ha scritto:Se per questo anche «retale» al momento si riferisce solo alle ostruzioni retali, ma perché non estenderlo?
- Animo Grato
- Interventi: 1384
- Iscritto in data: ven, 01 feb 2013 15:11
Per carità, non entriamo nella spirale perversa delle sigle!domna charola ha scritto:Il problema delle sigle, secondo me, è che a un certo punto si esauriscono tutte le combinazioni possibili, e divengono quindi comprensibili solo all'interno di un gruppo ristretto che associa loro il significato proprio nel loro gergo.
Già in inglese (la lingua che "detta la linea", e spero che questo non sia l'ennesimo esempio) sono una piaga che rende pressoché incomprensibili gli articoli che trovo in rete. Voi conoscete Potus e Flotus? Un indizio: sono un po' come Papag[h]eno e Papag[h]ena...
Vi prego, non andiamo a cacciarci nei guai... Già retale richiama una parola molto simile. E il fatto che finora sia stata associata solo a ostruzione... Voi scherzate col fuoco.nicodeb ha scritto:Se per questo anche «retale» al momento si riferisci solo alle ostruzioni retali, ma perché non estenderlo?
«Ed elli avea del cool fatto trombetta». Anonimo del Trecento su Miles Davis
«E non piegherò certo il mio italiano a mere (e francamente discutibili) convenienze sociali». Infarinato
«Prima l'italiano!»
«E non piegherò certo il mio italiano a mere (e francamente discutibili) convenienze sociali». Infarinato
«Prima l'italiano!»
La ringrazio molto, Millerman, per il parere.
(Non parlerei però di "coesistenza": almeno stando a quanto si può vedere con una rapida gugolata, la forma interretalis sembra molto minoritaria rispetto all'altra; si parla, a spanne, di ben due ordini di grandezza).

Io personalmente non ci avevo badato, prima che lo facesse notare lei.

Il primo lo conoscevo (la sigla era importante in un romanzo che ho letto tempo fa); la seconda l'ho indovinata grazie all'indizio.Animo Grato ha scritto: Voi conoscete Potus e Flotus? Un indizio: sono un po' come Papag[h]eno e Papag[h]ena...

No, secondo me sta esagerando...Animo Grato ha scritto:Vi prego, non andiamo a cacciarci nei guai... Già retale richiama una parola molto simile. E il fatto che finora sia stata associata solo a ostruzione...

Mi è venuta in mente una cosa: anche se nell'uso comune sono usati come sinonimi, tecnicamente Internet e (World Wide) Web indicano due cose diverse. Premesso che nell'uso comune non servirebbe: volendo avere termini più tecnici, per Web non si dovrebbe allora parlare di Tela, con un aggettivo appropriato, piuttosto che di Rete?
- marcocurreli
- Interventi: 625
- Iscritto in data: ven, 25 set 2009 22:36
- Località: Cagliari
Per sito web direi "sito telematico", che tra l'altro sembra già attestato:
Dal risultato della ricerca di telematico su Treccani:
Dal risultato della ricerca di telematico su Treccani:
Per quanto riguarda email, mi ero già espresso in questa lunghissima discussione per tenere esclusivamente la dizione "posta elettronica"Treccani ha scritto:Browser:
... programma di un computer che permette il collegamento alla rete Internet e mediante il quale si può navigare da un sito telematico all’altro ...
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