Uso del termine «ranger» nel genere letterario del fantastico e come adattarlo
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Uso del termine «ranger» nel genere letterario del fantastico e come adattarlo
Il termine ranger è una parola angloamericana, i ranger vanno dalle guardie forestali ed ai reparti di cavalleria cavalleria ecc.
Però chiaramente noi dobbiamo anche concentrarci sull'uso del termine ranger come viene usato nel genere letterario del Fantastico (ovvero il Fantasy).
Poiché il termine Ranger è un sostantivo derivato dal verbo da “to range” nel senso di “to wander” (vagare, vagabondare, errare, girovagare, gironzolare) e contiene in sé anche il senso di un’azione (andare in giro attraverso un territorio, e poi sorvegliarlo, combatterci, ecc.).
Dopo un LUNGA indagine fatta da me medesimo sull'uso del termine Ranger nel genere letterario del Fantastico.
Il genere letterario del Fantastico usa tutte le sfaccettature del termine Ranger nel mondo angloamericano:
1. A keeper of a park, forest, or area of countryside: park rangers.
2. A member of a body of armed men.
3. A person or thing that wanders over a particular area: rangers of the mountains.
Il significato “erratico” del termine Ranger, sia quello militaresco di sorvegliante/pattugliatore che non esiste un termine specifico in italiano che si riferisca univocamente ad una figura molto simile nel mondo anglosassone nella nostra lingua e cultura.
Bisogna trovare un buon compromesso per rendere bene tutti i significati del termine Ranger alla nostra lingua italiana, una parola che si collochi tra il neologismo e il desueto.
La traduzione più possibile della parola angloamericana è il termine “Rondiere” credo sia quello più adatto, e anche stato proposto dall'utente Valen nel sito AIST (acronimo per l'Associazione Italiana Studi Tolkieniani) per sostituire il termine forestale per il ranger del Professore Tolkien, che ha inalberato tutti i fanatici del genere del Fantastico.
Il termine “Rondiere/ Rondieri”: deriva dal verbo “rondare”, può significare anche “vagare o aggirarsi” e “pattugliare facendo la ronda” secondo “Il Grande Dizionario Della Lingua Italiana” del 1961 che cita tutte le faccettature del verbo Rondare come quello anglofono.
Così il termine scelto ha in sé il senso di un’azione come l'originale.
Storicamente i Rondieri furono una forza armata di sorveglianza della Sicilia dei Borboni.
In tutta la Sicilia venne a crearsi una forza armata comunale sotto il nome di “Rondieri comunali”, provvisti di un permesso della polizia per la detenzione ed asportazione delle armi che facevano la ronda notturna con le lanterne e controllavano le strade che non ci fosse anima viva durante i coprifuochi.
C'è persino un passaggio di Leonardo Sciascia nel suo libro di Racconti “Gli zii di Sicilia" che ne parla: qui siamo nel dopoguerra.
Senza contare che il termine Rondiere mantiene anche una buona sonorità del termine Ranger e renderebbe molto bene giustizia al termine originale inglese, solo come adattamento del termine Ranger nell'uso nel genere letterario del Fantastico.
Questo è solo il mio parere personale, e voi che ne pensate?
P.S. Se mi chiedete, se esiste davvero il termine Rondiere ?
Leggete il libro chiamato "L'esercito borbonico dal 1815 al 1830” Stato Maggiore dell'Esercito Ufficio Storico Roma 1995 pp. 486 e il libro “Gli zii di Sicilia" di di Leonardo Sciascia edito da Einaudi .
Però chiaramente noi dobbiamo anche concentrarci sull'uso del termine ranger come viene usato nel genere letterario del Fantastico (ovvero il Fantasy).
Poiché il termine Ranger è un sostantivo derivato dal verbo da “to range” nel senso di “to wander” (vagare, vagabondare, errare, girovagare, gironzolare) e contiene in sé anche il senso di un’azione (andare in giro attraverso un territorio, e poi sorvegliarlo, combatterci, ecc.).
Dopo un LUNGA indagine fatta da me medesimo sull'uso del termine Ranger nel genere letterario del Fantastico.
Il genere letterario del Fantastico usa tutte le sfaccettature del termine Ranger nel mondo angloamericano:
1. A keeper of a park, forest, or area of countryside: park rangers.
2. A member of a body of armed men.
3. A person or thing that wanders over a particular area: rangers of the mountains.
Il significato “erratico” del termine Ranger, sia quello militaresco di sorvegliante/pattugliatore che non esiste un termine specifico in italiano che si riferisca univocamente ad una figura molto simile nel mondo anglosassone nella nostra lingua e cultura.
Bisogna trovare un buon compromesso per rendere bene tutti i significati del termine Ranger alla nostra lingua italiana, una parola che si collochi tra il neologismo e il desueto.
La traduzione più possibile della parola angloamericana è il termine “Rondiere” credo sia quello più adatto, e anche stato proposto dall'utente Valen nel sito AIST (acronimo per l'Associazione Italiana Studi Tolkieniani) per sostituire il termine forestale per il ranger del Professore Tolkien, che ha inalberato tutti i fanatici del genere del Fantastico.
Il termine “Rondiere/ Rondieri”: deriva dal verbo “rondare”, può significare anche “vagare o aggirarsi” e “pattugliare facendo la ronda” secondo “Il Grande Dizionario Della Lingua Italiana” del 1961 che cita tutte le faccettature del verbo Rondare come quello anglofono.
Così il termine scelto ha in sé il senso di un’azione come l'originale.
Storicamente i Rondieri furono una forza armata di sorveglianza della Sicilia dei Borboni.
In tutta la Sicilia venne a crearsi una forza armata comunale sotto il nome di “Rondieri comunali”, provvisti di un permesso della polizia per la detenzione ed asportazione delle armi che facevano la ronda notturna con le lanterne e controllavano le strade che non ci fosse anima viva durante i coprifuochi.
C'è persino un passaggio di Leonardo Sciascia nel suo libro di Racconti “Gli zii di Sicilia" che ne parla: qui siamo nel dopoguerra.
Senza contare che il termine Rondiere mantiene anche una buona sonorità del termine Ranger e renderebbe molto bene giustizia al termine originale inglese, solo come adattamento del termine Ranger nell'uso nel genere letterario del Fantastico.
Questo è solo il mio parere personale, e voi che ne pensate?
P.S. Se mi chiedete, se esiste davvero il termine Rondiere ?
Leggete il libro chiamato "L'esercito borbonico dal 1815 al 1830” Stato Maggiore dell'Esercito Ufficio Storico Roma 1995 pp. 486 e il libro “Gli zii di Sicilia" di di Leonardo Sciascia edito da Einaudi .
Ultima modifica di Luke Atreides in data mar, 08 apr 2025 14:27, modificato 5 volte in totale.
Re: Uso del termine «ranger» nel genere letterario del fantastico e come adattarlo
Ma la traduzione di ranger, nell'universo di Tolkien, non è ramingo?
G.B.
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Re: Uso del termine «ranger» nel genere letterario del fantastico e come adattarlo
La prima traduzione italiana di Ranger scelto da Vittoria Alliata di Villafranca nella prima traduzione italiana del SdA era i Raminghi, ma da qualche anno ne è subentrato un nuovo termine dopo la nuova traduzione italiana, in cui il termine Ranger è stato reso con i Forestali scelto dal nuovo traduttore Ottavio Fatica nella seconda traduzione italiana del SdA.G.B. ha scritto: ven, 17 dic 2021 22:18 Ma la traduzione di ranger, nell'universo di Tolkien, non è ramingo?
E stona moltissimo i termini scelti in italiano: Raminghi e Forestali, poiché questi termini scelti nella nostra lingua mancano tutte queste sfaccettature del termine Ranger nel genere letterario del Fantastico ed altri media del Fantastico.
Perché devi dargli sia il senso di uno che vaga, sia il senso di uno che controlla anche il senso che deve sembrare di un corpo para-militare di sorveglianza come i Rangers del Nord e anche un corpo di guardia ufficiale dell'esercito come i Ranger dell'Ithilien di Faramir per citarli solo.
Molti traduttori dell'opera di Tolkien all'estero hanno dovuto fare una scelta: o accentuare l’aspetto del vagabondare della selvatichezza o pure quello militaresco. Questo non riguarda solo Alliata (“Raminghi”) e Fatica (“Forestali”), ma anche tutti gli altri loro colleghi.
A optare per la prima sfumatura abbiamo ad esempio in Francia Rôdeur (che in francese vuol dire: vagabondo, randagio, girovago) rappresenta solo la prima traduzione di Ranger scelto da Francis Ledoux nella prima traduzione francese del SdA, ma da qualche anno anche lì ne è subentrato un nuovo termine dopo la nuova traduzione francese, in cui il termine Ranger è stato reso con Coureur scelto dal nuovo traduttore Daniel Lauzon nella seconda traduzione francese del SdA.
Per i francofoni il riferimento è quello della figura dei “Coureurs des bois”, ovvero cacciatori di pellicce della Nuova Francia implicati nel commercio delle pelli con gli amerindiani, in Nord America, tra 1600 e 1700.
Sicuramente questi Cacciatori di Pellicce, simili ai Trapper americani, avevano molto in comune con i Ranger della Terra di Mezzo: erano abili uomini ed esploratori dei boschi, ma nella loro connotazione manca l’aspetto di “sorveglianti/pattugliatori”. La scelta di omettere “des bois” è di certo stata fatta per non ricorrere ad un’espressione fraseologica, rimanendo con l’unico termine “Coureur”.
E il nederlandese “Doler” (viandante, vagabondo); mentre lo spagnolo “Montaraz” significa “selvatico, selvaggio”. Poi c’è il tedesco “Waldläufer” (Wald + läufer = corridore dei boschi, nel senso di cacciatore ed esploratore).
Quest’ultima si avvicina forse più di tutte alla resa italiana di Fatica, che ha il vantaggio, a mio avviso, di tenere assieme l’elemento “foresta, selvatichezza” con quello “poliziesco-militare”, tornando quindi più utile per l’accezione del nome in quel di Rivendell e di Gondor.
Ma resta il fatto che la resa “Forestali” è l’unica che, sacrificando l’accezione di “vagabondo”, riesce però a tenere dentro quella di “guardaboschi”, ovvero l’elemento della “guardiania”.
Il termine “Rondiere/ Rondieri”: dal verbo “rondare”, può significare anche “vagare o aggirarsi” e “pattugliare facendo la ronda” e deriva dal francese Rondier.
Così il termine scelto in italiano ha in sé tutte le sfaccettature come l'originale, secondo me.
Che ne pensa del termine Rondiere e pure la mia spiegazione per usarlo solamente nel genere letterario del Fantastico ed altri media del Fantastico?
Ultima modifica di Luke Atreides in data gio, 23 dic 2021 2:28, modificato 1 volta in totale.
Re: Uso del termine «ranger» nel genere letterario del fantastico e come adattarlo
La ringrazio per le sue analisi; penso che questo *rondiere sia un'idea degna di nota.
G.B.
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Re: Uso del termine «ranger» nel genere letterario del fantastico e come adattarlo
Vi ringrazio anch'io per aver commentato, G.B.G.B. ha scritto: sab, 18 dic 2021 17:00 La ringrazio per le sue analisi; penso che questo *rondiere sia un'idea degna di nota.
Dimmi G.B., il tuo parere personale sul termine Rondiere per Ranger solo nell'uso genere letterario del Fantastico ed altri media del Fantastico?
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Re: Uso del termine «ranger» nel genere letterario del fantastico e come adattarlo
Va bene, grazie per l'informazione Infarinato.
P.S. Vorrei sapere il suo parere personale sul termine Rondiere per Ranger, solo nell'uso genere letterario del Fantastico ed altri media del Fantastico anche la mia argomentazione su questa sfaccettatura di Ranger?
P.S. Vorrei sapere il suo parere personale sul termine Rondiere per Ranger, solo nell'uso genere letterario del Fantastico ed altri media del Fantastico anche la mia argomentazione su questa sfaccettatura di Ranger?
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Re: Uso del termine «ranger» nel genere letterario del fantastico e come adattarlo
Mi inserisco anche se non interpellata...
A me "rondiere" piace parecchio, devo dire.
- Innanzitutto ha un tono decisamente arcaico - desueto come diceva lei nelle prime righe - che evoca scenari simil-medievali, milizie locali comunali o feudali e cose simili.
- Poi è "nuovo", nel senso che indentifica solo quel tipo di personaggi, e questo secondo me è uno dei motivi di successo dei termini stranieri. Cioè, se uso un termine generico che usiamo nella lingua corrente come nome comune, mettendogli solo una iniziale maiuscola, non creo un nuovo popolo o società o setta o altre cose analoghe da romanzo, perché non ha suggestione, resta solo quello che vuole già dire: al massimo un elemento di specifica delle caratteristiche di un'entità a cui sentirei il bisogno di dare un nome proprio. Su questo si può ribattere che chi ha usato ranger non ha visto il medesimo problema, e questo può essere una differenza di percezione mia personale oppure culturale, nel senso che sospetto che noi italiani saremmo più propensi a un termine nuovo e personalizzato, a costo di prenderlo in prestito dall'ostrogoto
- Ramingo della vecchia traduzione risponderebbe ai requisiti che ho sopra elencato, nel senso che è abbastanza letterario e suggestivo, oggi parleremmo di vagabondo, mentre un ramingo ha un che di romantico e adatto agli scenari della letteratura fantastica. Però mi ha sempre lasciato un po' insoddisfatta come lettore, perché inizialmente mi aveva portato a figurarmi una specie di vagabondo male in arnese, un po' dubbio e sospettabile, mentre il personaggio man mano che si definisce nel testo appare invece di un livello superiore... non so spiegarmi, ma non è un semplice "ramingo", se considero la sfumatura che comunque il termine ha in italiano. Esemplifico "Ahimé, me ne andrò ramingo per contrade sconosciute!", ecco, io un termine del genere lo vedo in un contesto di questo tipo, un poveretto costretto dal fato a subire un ria sorte, per rimanere nel registro. Cosa che il Ramingo tolkeniano in effetti non è.
- Forestale no proprio: sarò prevenuta io, ma i Forestali in Italia - non per colpa loro - ma evocano l'idea non di una milizia, ma di auto verdi di funzionari statali, con le varie accuse relative di inefficienza, dubbia utilità etc. sino alla frase fatta dei famigerati "non-ricordo-quanti-milioni di forestali inutili della Regione tal dei tali"... insomma, non per colpa loro ma ormai sono scivolati in quell'ambito da barzelletta che una volta era dominio esclusivo dei Carabinieri. Eviterei, e capisco la levata di scudi dei tolkeniani.

A me "rondiere" piace parecchio, devo dire.
- Innanzitutto ha un tono decisamente arcaico - desueto come diceva lei nelle prime righe - che evoca scenari simil-medievali, milizie locali comunali o feudali e cose simili.
- Poi è "nuovo", nel senso che indentifica solo quel tipo di personaggi, e questo secondo me è uno dei motivi di successo dei termini stranieri. Cioè, se uso un termine generico che usiamo nella lingua corrente come nome comune, mettendogli solo una iniziale maiuscola, non creo un nuovo popolo o società o setta o altre cose analoghe da romanzo, perché non ha suggestione, resta solo quello che vuole già dire: al massimo un elemento di specifica delle caratteristiche di un'entità a cui sentirei il bisogno di dare un nome proprio. Su questo si può ribattere che chi ha usato ranger non ha visto il medesimo problema, e questo può essere una differenza di percezione mia personale oppure culturale, nel senso che sospetto che noi italiani saremmo più propensi a un termine nuovo e personalizzato, a costo di prenderlo in prestito dall'ostrogoto

- Ramingo della vecchia traduzione risponderebbe ai requisiti che ho sopra elencato, nel senso che è abbastanza letterario e suggestivo, oggi parleremmo di vagabondo, mentre un ramingo ha un che di romantico e adatto agli scenari della letteratura fantastica. Però mi ha sempre lasciato un po' insoddisfatta come lettore, perché inizialmente mi aveva portato a figurarmi una specie di vagabondo male in arnese, un po' dubbio e sospettabile, mentre il personaggio man mano che si definisce nel testo appare invece di un livello superiore... non so spiegarmi, ma non è un semplice "ramingo", se considero la sfumatura che comunque il termine ha in italiano. Esemplifico "Ahimé, me ne andrò ramingo per contrade sconosciute!", ecco, io un termine del genere lo vedo in un contesto di questo tipo, un poveretto costretto dal fato a subire un ria sorte, per rimanere nel registro. Cosa che il Ramingo tolkeniano in effetti non è.
- Forestale no proprio: sarò prevenuta io, ma i Forestali in Italia - non per colpa loro - ma evocano l'idea non di una milizia, ma di auto verdi di funzionari statali, con le varie accuse relative di inefficienza, dubbia utilità etc. sino alla frase fatta dei famigerati "non-ricordo-quanti-milioni di forestali inutili della Regione tal dei tali"... insomma, non per colpa loro ma ormai sono scivolati in quell'ambito da barzelletta che una volta era dominio esclusivo dei Carabinieri. Eviterei, e capisco la levata di scudi dei tolkeniani.
Re: Uso del termine «ranger» nel genere letterario del fantastico e come adattarlo
Luke La prego di rileggere i suoi testi prima di pubblicarli, perché diverse frasi non hanno senso compiuto, o quantomeno hanno una sintassi non proprio rigorosa.
Del resto anche Lei prosegue:
Quanto alla scelta di «forestale»:
.
A me pare invece che «ramingo» abbia tutto il portato negativo che il suo fratello ramengo ha: «andare a ramengo» indica infatti sia il girovagare che l’andare in rovina, e così anche «in ramengo», che sta per «al diavolo!», «all’inferno!» o «sciupato», «rovinato». Quindi anche per questo motivo ben venga una alternativa più neutra come «rondiere»domna charola ha scritto: lun, 20 dic 2021 13:20Ramingo della vecchia traduzione risponderebbe ai requisiti che ho sopra elencato, nel senso che è abbastanza letterario e suggestivo, oggi parleremmo di vagabondo, mentre un ramingo ha un che di romantico e adatto agli scenari della letteratura fantastica.
Del resto anche Lei prosegue:
EPerò mi ha sempre lasciato un po' insoddisfatta come lettore, perché inizialmente mi aveva portato a figurarmi una specie di vagabondo male in arnese, un po' dubbio e sospettabile, mentre il personaggio man mano che si definisce nel testo appare invece di un livello superiore...
un poveretto costretto dal fato a subire un ria sorte
Quanto alla scelta di «forestale»:
Si ricordi però che da alcuni anni i Forestali sono nient’altro che parte di una delle organizzazioni funzionali dell’Arma dei Carabinieri (quella Forestale, Ambientale e Agroalimentare), e come tali parte di una forza armata a tutti gli effetti (discorso a parte per i Forestali delle Regioni a statuto speciale, che restano dipendenti della Regione e dunque non appartengono all’Arma). Perciò l’ambito da barzelletta è tanto più consono ora, essendo Carabinieri in tutto e per tuttoForestale no proprio: sarò prevenuta io, ma i Forestali in Italia - non per colpa loro - ma evocano l'idea non di una milizia, ma di auto verdi di funzionari statali, con le varie accuse relative di inefficienza, dubbia utilità etc. sino alla frase fatta dei famigerati "non-ricordo-quanti-milioni di forestali inutili della Regione tal dei tali"... insomma, non per colpa loro ma ormai sono scivolati in quell'ambito da barzelletta che una volta era dominio esclusivo dei Carabinieri. Eviterei, e capisco la levata di scudi dei tolkeniani.

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Re: Uso del termine «ranger» nel genere letterario del fantastico e come adattarlo
Fuori tema
Per favore, evitiamo d’indulgere a inutili fuori tema. Grazie.Canape lasco ctonio ha scritto: lun, 20 dic 2021 16:05 Si ricordi però che da alcuni anni i Forestali sono nient’altro che parte di una delle organizzazioni funzionali dell’Arma dei Carabinieri…
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Re: Uso del termine «ranger» nel genere letterario del fantastico e come adattarlo
Mi riferisci a me o domna charola?Canape lasco ctonio ha scritto: lun, 20 dic 2021 16:05 Luke La prego di rileggere i suoi testi prima di pubblicarli, perché diverse frasi non hanno senso compiuto, o quantomeno hanno una sintassi non proprio rigorosa.
Re: Uso del termine «ranger» nel genere letterario del fantastico e come adattarlo
A Lei:
Luke La prego di rileggere i suoi testi prima di pubblicarli, perché diverse frasi non hanno senso compiuto, o quantomeno hanno una sintassi non proprio rigorosa.
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Re: Uso del termine «ranger» nel genere letterario del fantastico e come adattarlo
Va bene e grazie di aver trovato le mie sviste di sintassi e di battitura.
La prossima volta sarò assai attento.
P.S. La ringrazio per l'apprezzamento della mia proposta degna di nota, sull'uso del termine Rondiere per «ranger» nel genere letterario del fantastico.
La prossima volta sarò assai attento.
P.S. La ringrazio per l'apprezzamento della mia proposta degna di nota, sull'uso del termine Rondiere per «ranger» nel genere letterario del fantastico.
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Re: Uso del termine «ranger» nel genere letterario del fantastico e come adattarlo
...infatti ho scritto "un che di romantico" e non "è un termine romantico"... c'è un vago sentore, diciamo, che però appunto non trovavo sufficiente. Cioè il tipo male in arnese, e perseguitato dalla sorte nonostante sia caratterialmente l'eroe buono, è personaggio positivo che ci sta in un romanzo; anzi, ha tutti i caratteri per essere l'eroe, quando lo vedi entrare in scena sospetti già che l'aspetto miserando celi la rivelazione a sorpresa. Nel caso del personaggio di Tolkien invece no, si rivela molto meno sfigato e molto più protagonista della sua situazione, cioè, non so come spiegarmi, la vive non in maniera lamentevole ma ne fa un punto di forza. In questo senso dicevo che non mi collima con l'idea di "ramingo".Canape lasco ctonio ha scritto: lun, 20 dic 2021 16:05A me pare invece che «ramingo» abbia tutto il portato negativo che il suo fratello ramengo ha: «andare a ramengo» indica infatti sia il girovagare che l’andare in rovina, e così anche «in ramengo», che sta per «al diavolo!», «all’inferno!» o «sciupato», «rovinato». Quindi anche per questo motivo ben venga una alternativa più neutra come «rondiere»domna charola ha scritto: lun, 20 dic 2021 13:20Ramingo della vecchia traduzione risponderebbe ai requisiti che ho sopra elencato, nel senso che è abbastanza letterario e suggestivo, oggi parleremmo di vagabondo, mentre un ramingo ha un che di romantico e adatto agli scenari della letteratura fantastica.
Sull'andare a remengo, devo dire che non lo riesco a collegare direttamente al termine qui discusso, anche se chiaramente è il medesimo, probabilmente perché si tratta di due registri molto lontani fra di loro, quindi il ramingo non mi è mai capitato, leggendolo, che mi evocasse questa idea negativa. O forse è solo questione dei due lati della medaglia: da una parte il mondo "normale", che vede la rovina o che impreca augurando la rovina, dall'altra l'eroe di cui sopra, che posto al margine della società subisce, e da quel margine risale la china. Quindi, a seconda del punto da cui si guarda, il termine finisce per assumere connotazioni diametralmente opposte.
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Re: Uso del termine «ranger» nel genere letterario del fantastico e come adattarlo
La ringrazio anche a lei (se pur in ritardo) per l'apprezzamento della mia proposta degna di nota, sull'uso del termine Rondiere per «ranger» nel genere letterario del fantastico.domna charola ha scritto: lun, 20 dic 2021 13:20 Mi inserisco anche se non interpellata...![]()
A me "rondiere" piace parecchio, devo dire…
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