tàu (ant. taù) s. m. o f. [dal gr. ταῦ, di origine semitica (lat. tau)]. – 1. Nome della 19a lettera dell’alfabeto greco, e del segno che la rappresenta (minuscolo τ, maiuscolo Τ), corrispondente alla lettera t dell’alfabeto latino, che segna una consonante occlusiva dentale sorda non aspirata («tenue»). Nell’antica numerazione greca, la lettera minuscola con apice in alto a destra (τ′) indicava il numero 300; con apice in basso a sinistra (′τ) il numero 300.000. Secondo l’uso dei grammatici alessandrini si indica con T maiuscolo il 19° libro dell’Iliade, con τ minuscolo il 19° dell’Odissea. 2. In fisica, la lettera τ indicò, inizialmente, il mesone Κ+ nel suo decadimento in tre pioni; attualmente indica invece il tauone (v.); compare, come deponente, nel simbolo ντ del leptone neutro associato al tauone, il neutrino τ (v. neutrino). 3. a. In araldica, figura in forma di croce mancante del braccio superiore, simile alla lettera T (detta anche potenza o croce di s. Antonio), di metallo, talora anche colorata (nera o rossa), sola e più spesso in numero. b. Nome dato un tempo agli scudieri dei cavalieri dell’Ordine di Santo Stefano, in Toscana, per l’emblema a tau, o croce di s. Antonio, che portavano sul petto: Tra i preti, tra i taù, con quelle vesti, Alterar si sentì la fantasia (Giusti). c. T. francescano, simbolo scelto da s. Francesco di Assisi e adottato dai suoi seguaci come segno di devozione cristiana, in quanto ultima lettera dell’alfabeto ebraico e rappresentazione della croce.
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Per tau (-u finale non accentata) segnalo che è registrata in vari dizionari (Treccani, Battaglia, DOP) la forma antiquata taù. Dal Treccani (sottolineature mia):
Il mio Dizionarietto di traducenti · I miei libri sull'italiano
Re: «Tau»
Se in un liceo classico uno studente dicesse taú, probabilmente lo rimanderebbero al ginnasio...
G.B.
Re: «Tau»
Via, non esageriamo...
- Ferdinand Bardamu
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Re: «Tau»
Taú oggi non sarebbe accettabile, perché il suo àmbito d’uso è in genere colto e, come ha detto G.B., una simile deviazione dalla norma sarebbe subito censurata. L’accentazione sul secondo elemento del dittongo, poi, mi fa venire in mente la regola medievale —seguita da Dante— secondo cui le parole di origine greca dovevano portare l’accento sull’ultima sillaba: per esempio, Flegiàs, Cleopatràs, idropesì, ecc. Insomma, anche quando non sia percepito come errore, taú sarebbe un buffo arcaismo. Diverso è il caso di gurú (qui tornerebbe utile il collegamento al DOP… ), parola chiaramente esotica: dalla nota etimologica del Battaglia parrebbe anzi che l’accento sull’ultima sia conforme all’originale.
(Sul tema dell’opportunità o no di adattare grecismi e latinismi, trovo condivisibili le considerazioni di Ligure).
(Sul tema dell’opportunità o no di adattare grecismi e latinismi, trovo condivisibili le considerazioni di Ligure).
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Re: «Tau»
...se il primo elemento non è in grado di fungere da approssimante (ovvero la prima vocale è più bassa della seconda, e in questo caso la cosa è lampante) trasforma il dittongo in iatoFerdinand Bardamu ha scritto: ↑lun, 11 lug 2022 14:20 Taú oggi non sarebbe accettabile, perché il suo àmbito d’uso è in genere colto e, come ha detto G.B., una simile deviazione dalla norma sarebbe subito censurata. L’accentazione sul secondo elemento del dittongo, poi,
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