Concordanza con Rio de Janeiro
Moderatore: Cruscanti
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Concordanza con Rio de Janeiro
Qual è (più) corretto? Rio de Janeiro è bellissimo o Rio de Janeiro è bellissima, facendo concordare con rio, che è maschile, o con l'idea nascosta di città (la città è bellissima). In portoghese non avrei questo dubbio perché Rio porta sempre l'articolo determinativo, con il quale deve concordare: O Rio de Janeiro é belíssimo, e le altre città, che in regola non usano l'articolo, normativamente richiedono pronomi e aggettivi al femminile perché a cidade, la città, è femminile.
Grazie del vostro aiuto,
Brazilian dude
Grazie del vostro aiuto,
Brazilian dude
A parte rare eccezioni, in italiano moderno i nomi di città sono femminili, quindi Rio de Janeiro è bellissima.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Date un'occhiata a questo copia/incolla:
Il Cairo - Wikipedia
Nonostante al-Qāhira sia il nome ufficiale della città, Il Cairo viene chiamata semplicemente con il nome Egitto, Miṣr (arabo, مصر) pronunciato Masr in ...
A meno che non abbiano voluto sottintendere:- (la città de) Il Cairo viene chiamata ecc.
Cordialità.
Il Cairo - Wikipedia
Nonostante al-Qāhira sia il nome ufficiale della città, Il Cairo viene chiamata semplicemente con il nome Egitto, Miṣr (arabo, مصر) pronunciato Masr in ...
A meno che non abbiano voluto sottintendere:- (la città de) Il Cairo viene chiamata ecc.
Cordialità.
...un pellegrino dagli occhi grifagni
il qual sorride a non so che Gentucca.
il qual sorride a non so che Gentucca.
Grazie, Fabio, per la segnalazione. A me pare un uso poco sorvegliato: nella tradizione letteraria Il Cairo è maschile, come in quest’esempio ariostesco (Orlando Furioso, Canto 15.61):
Astolfo se ne va tanto, che vede
ch’ai sepolcri di Memfi è già vicino,
Memfi per le piramidi famoso:
vede all’incontro il Cairo populoso.
Astolfo se ne va tanto, che vede
ch’ai sepolcri di Memfi è già vicino,
Memfi per le piramidi famoso:
vede all’incontro il Cairo populoso.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
In un caso come questo il ricorso alla tradizione letteraria non è significativo.Marco1971 ha scritto: nella tradizione letteraria Il Cairo è maschile...
Come nota il Serianni nella sua grammatica (III.12), anticamente il genere dei nomi delle città era determinato, generalmente, dalla desinenza (Milano, nei Promessi Sposi, era maschile).
Per questo motivo non ci vedo niente di male nel fare Il Cairo anche femminile (sottointendendo appunto la città e perdendo Il la sua funzione d'articolo e diventando parte integrante del nome), anche se lo stesso Serianni lo riporta come solo maschile.
La lingua è un guado attraverso il fiume del tempo. Essa ci conduce alla dimora dei nostri antenati.
V. M. Illič-Svitič
V. M. Illič-Svitič
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Ma "Il" non è già da intendersi come parte integrante del nome, piuttosto che come articolo?bubu7 ha scritto:In un caso come questo il ricorso alla tradizione letteraria non è significativo.Marco1971 ha scritto: nella tradizione letteraria Il Cairo è maschile...
Come nota il Serianni nella sua grammatica (III.12), anticamente il genere dei nomi delle città era determinato, generalmente, dalla desinenza (Milano, nei Promessi Sposi, era maschile).
Per questo motivo non ci vedo niente di male nel fare Il Cairo anche femminile (sottointendendo appunto la città e perdendo Il la sua funzione d'articolo e diventando parte integrante del nome), anche se lo stesso Serianni lo riporta come solo maschile.
Inoltre, se anche volesse fare alla "maniera antica" segnalata dal Serianni, Il Cairo rimarrebbe pur sempre maschile.
Mi scusi, non capisco la sua replica.
Stavo sostenendo che non ci vedo niente di male nel fare Il Cairo femminile, poiché il suo articolo (maschile) non è più avvertito come tale e non si segue più la regola tradizionale nella quale il genere del nome veniva determinato, per lo più, dalla desinenza.

Stavo sostenendo che non ci vedo niente di male nel fare Il Cairo femminile, poiché il suo articolo (maschile) non è più avvertito come tale e non si segue più la regola tradizionale nella quale il genere del nome veniva determinato, per lo più, dalla desinenza.
La lingua è un guado attraverso il fiume del tempo. Essa ci conduce alla dimora dei nostri antenati.
V. M. Illič-Svitič
V. M. Illič-Svitič
Io percepisco l’articolo in Il Cairo, mi stona adoperarlo al femminile e continuerò a considerarlo maschile nel mio uso personale. Non osteggerò il diffondersi d’un impiego diverso, ma neanche l’incoraggerò: mi pare che troppo lassismo conduca, in un modo o nell’altro, a una forma d’anarchia linguistica in cui l’ultimo capriccio d’un ignorante (in senso etimologico) diventa lecito e detta legge.
Per rispondere a Fabio, io direi che per i nomi di città straniere non italianizzati (Los Angeles, El Paso) è buona norma attenersi al femminile e non creare troppe eccezioni (anche se Le Havre lo manterrei maschile).
Per rispondere a Fabio, io direi che per i nomi di città straniere non italianizzati (Los Angeles, El Paso) è buona norma attenersi al femminile e non creare troppe eccezioni (anche se Le Havre lo manterrei maschile).
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Ma qui non si tratta di lassismo bensì d'assecondare in maniera intelligente un'evoluzione linguistica che tende a eliminare una fastidiosa eccezione. Quindi, in questo caso, nessuna anarchia linguistica ma, al contrario, la generalizzazione di una regola. E neanche mi sembra un capriccio ma una semplificazione ragionevole.Marco1971 ha scritto:Non osteggerò il diffondersi d’un impiego diverso, ma neanche l’incoraggerò: mi pare che troppo lassismo conduca, in un modo o nell’altro, a una forma d’anarchia linguistica in cui l’ultimo capriccio d’un ignorante (in senso etimologico) diventa lecito e detta legge.
Ma per me oggi è troppo facile trovare giustificazioni a quanto affermavo nel mio precedente intervento.
La più recente delle mie grammatiche, la Grammatica di riferimento dell'italiano contemporaneo (2006) di Giuseppe Patota (che non è una testa calda come il De Mauro!), dice semplicemente:
Senz'alcuna eccezione.Nell'italiano attuale tutti i nomi propri di città, quale che sia la vocale con cui terminano, vengono considerati femminili.

La lingua è un guado attraverso il fiume del tempo. Essa ci conduce alla dimora dei nostri antenati.
V. M. Illič-Svitič
V. M. Illič-Svitič
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