Coerenza linguistica e opportunità del calco
Inviato: sab, 18 mag 2024 12:34
Su questo punto sfonda una porta aperta. Siamo in piena beotocrazia.12xu ha scritto: sab, 18 mag 2024 0:44 L'ignoranza linguistica di cui lei parla è trasversale: non limitata alle classi semicolte, ma estesa davvero fino alle più istruite.
Le lingue differiscono non solo in vocabolario e grammatica, ma anche nel modo di esprimere i concetti. Quella è una delle ragioni, molto pedagogiche, per cui un tempo al liceo classico facevano le traduzioni dal greco al latino. Il latino, come l'italiano, tende a ricercare la precisione di significato nei complementi, mentre il greco nei verbi; per cui una frase greca che suona come "gli uomini sbagliano grandi cose", in italiano va tradotta con "gli uomini fanno grandi sbagli". Quindi evitiamo di calcare alla cieca altre lingue, che hanno modi di esprimersi diversi dall'italiano. Non è che, invento, siccome in tedesco "fronte unito dei lavoratori" si dice "Arbeitereinheitsfront", allora in italiano devo tirar fuori una parola per esprimere lo stesso concetto: molto probabilmente non sarebbe più italiano.12xu ha scritto: sab, 18 mag 2024 0:44 Una delle ragioni è che la lingua inglese è molto più intuitiva e alla mano: se ho presente addiction, mi è più spontaneo passare ad addictive e poi addictivity, che non da dipendenza a che crea dipendenza; che porta peraltro a un vicolo cieco: come traduco addictivity? Le parafrasi saranno pure equivalenti, ma talvolta mi è molto più intuitivo dire come una cosa è, che non dire cosa fa: così ad esempio mi è più intuitivo dire Tizio è è una brava persona che non Tizio è una persona che fa cose buone; o di nuovo, mi è più facile dire la bontà di Tizio che non la qualità di Tizio, che è buono.
Allora tanto varrebbe chiamarla, che so, "sgnafuz" e poi concordarsi sul fatto che "sgnafuz" significa "tassa sulle bevande zuccherate". Se in inglese la "sugar tax" non la chiamano "sugar tax", perché dovremmo farlo in italiano? In Inghilterra hanno la "Soft Drinks Industry Levy", in Canada la "Sugar Sweetened Beverage Tax", negli Stati Uniti, dove la gente è più pragmatica, la "Sweetened Beverage Tax", noi invece dobbiamo accontentarci di un'espressione che sembra, e lo è, uscita dalla testa di qualche pubblicitario d'assalto. Se siamo al bar a fare discorsi da bar, tanto per rimanere in tema, possiamo anche accontentarci di un linguaggio gergale, ma quando si fa informazione, si fa politica, si fa diplomazia, si fa letteratura, si fa educazione e formazione bisogna usare una lingua chiara, precisa e regolare.12xu ha scritto: sab, 18 mag 2024 0:44 Perché mai dovrei scegliere la tassa sulle bevande zuccherate piuttosto che la Sugar Tax? Perché è più chiaro, va bene, ma una volta convenuti che quel nome significa quella cosa, è molto più comodo usare l'inglese; senza contare che l'equivalente inglese spesso non crea grandi equivoci.
Quello è un problema, perché la cattiveria è tutta un'altra cosa. A me verrebbe in mente di dire "grinta", "tenacia", "determinazione", "impegno", "ardore", financo "furore" o "irriducibilità", prima che il completamente fuori luogo "cattiveria". Così come quando sento il commentatore dire che il tal giocatore "fa male", per dire che "attacca", "colpisce", "affonda", oppure che "dà un grattacapo", "crea problemi", "impegna", "cimenta", mi cascano le braccia e tutto il resto. Quella non è naftalina, è dislessia bella e buona.12xu ha scritto: sab, 18 mag 2024 0:44 La questione non è solo di brevità, ma anche di immediatezza: si parla di cattiveria e non di grinta perché il primo aggettivo a cui penso è cattivo, non grintoso, quest'ultimo praticamente mai usato nel parlato quotidiano.