
«Gibigianna»
Moderatore: Cruscanti
«Gibigianna»
Non conoscevo gibigianna, di cui ci parla Maria Luisa Altieri Biagi. Mi garba molto! 

Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Tra i vocabolari consultabili in rete il termine è "lemmato" solo dal De Mauro.
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
Non lo conoscevi, Marco??
Se non ricordo male, Manzoni s'è rassegnato al termine lombardo perché non era riuscito a trovare l'equivalente toscano...

Se non ricordo male, Manzoni s'è rassegnato al termine lombardo perché non era riuscito a trovare l'equivalente toscano...
I' ho tanti vocabuli nella mia lingua materna, ch'io m'ho piú tosto da doler del bene intendere le cose, che del mancamento delle parole colle quali io possa bene esprimere il concetto della mente mia.
qui Treccani
Anche su Garzanti on line c'è il lemma (gibigiàna). Bisogna registrarsi per consultare il vocabolario.
Anche su Garzanti on line c'è il lemma (gibigiàna). Bisogna registrarsi per consultare il vocabolario.
- u merlu rucà
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Balenio, bagliore, lampo, luccichio, riverbero?u merlu rucà ha scritto:A questo punto direi che sarebbe doveroso aprire una battuta di caccia al termine toscano che possa rendere, più o meno, gibigianna/gibigiana…
Per l’accezione figurata non mi viene in mente nulla se non un giro di parole quale in: «L’hai vista le(i)lí? È tutta un luccichio!».

Del resto nei Promessi sposi non compare mai né gibigianna, né riverbero, né balenio, né luccichio...
Possibile?

I' ho tanti vocabuli nella mia lingua materna, ch'io m'ho piú tosto da doler del bene intendere le cose, che del mancamento delle parole colle quali io possa bene esprimere il concetto della mente mia.
Dal Treccani:
luminèllo 4. Barbaglio di luce che gli specchi, i vetri, la superficie dei liquidi, ecc., colpiti dal sole rimandano su altri oggetti, detto anche gibigiana o gibigianna.

luminèllo 4. Barbaglio di luce che gli specchi, i vetri, la superficie dei liquidi, ecc., colpiti dal sole rimandano su altri oggetti, detto anche gibigiana o gibigianna.

Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
- u merlu rucà
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Altra domanda: perché il Manzoni non ha usato luminello o simili?
Per quanto riguarda l'etimo, lo Zanichelli 2005 riporta:
Per quanto riguarda l'etimo, lo Zanichelli 2005 riporta:
Se così fosse allora gianna potrebbe derivare da Diana, la dea della caccia, che nel passaggio dal paganesimo al cristianesimo è stata relegata al ruolo di fata, maga, strega ecc. (sardo jannas 'streghe, fate'). Resta misterioso il primo elemento del nome composto.vc. lomb., forse nome comp., nella seconda parte del quale si può riconoscere un sembra che sia una voce composta,gianna 'strega'; 1875.
Supposizione che fa anche il GRADIT («di orig. incerta, forse comp. con il lat. Diana»).u merlu rucà ha scritto:Se così fosse allora gianna potrebbe derivare da Diana, la dea della caccia, che nel passaggio dal paganesimo al cristianesimo è stata relegata al ruolo di fata, maga, strega ecc. (sardo jannas 'streghe, fate'). Resta misterioso il primo elemento del nome composto.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Vedo anche nel DELI:
Vc. lomb., forse comp., nella seconda parte del quale si può riconoscere un gianna ‘strega’ (dal n. della dea mitologica Diana, che sopravvive in tanti dial. romanzi con i sensi di ‘fata, strega’ ed altri ancora [...]), tanto piú che la ‘vecchia’ e il ‘riverbero’ sono spesso strettamente legati nella tradiz. pop. (G. Rohlfs) e che il milan. giübiana ‘fantasma’ (da giobia ‘giovedí, giorno delle streghe’ [...]) sign. anche ‘riverbero’. [...]
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
- u merlu rucà
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In alcuni paesi si dice gibiana, per delabializzazione della ü. Quindi è molto probabile che si possa ricostruire un Joviana Diana 'strega del giovedì' (Gibiana è anche il nome di una strega). Il passaggio al significato attuale può essere stato favorito dal fatto che, in moltissimi paesi della Brianza, del Varesotto e del Milanese, tradizionalmente, l'ultimo giovedì del mese di gennaio, alla sera, viene bruciato un grande fantoccio di paglia vestito di stracci, detto appunto gibiana, giübiana. Dalle scintille del falò al riverbero, semanticamente, il passo non è lungo...
Su questo ho trovato solo l'osservazione di Migliorini nel suo Dal nome proprio al nome comune (1927) p. 312, n. 2:u merlu rucà ha scritto: Resta misterioso il primo elemento del nome composto.
Mi rimane oscuro gibi- [...] certo vi ha a che fare l'onomatopea.
La lingua è un guado attraverso il fiume del tempo. Essa ci conduce alla dimora dei nostri antenati.
V. M. Illič-Svitič
V. M. Illič-Svitič
- u merlu rucà
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Ecco la risposta della Crusca in proposito.
Fuori tema:
, prima di ricordarmi che è /di'zajner/...
Avrebbe potuto usare stilista:
stilista 2. a. Chi progetta e disegna nuovi tipi e modelli di prodotti industriali (in questo sign. è spesso sinon. del termine ingl. designer): i grandi s. italiani di autovetture; uno s. della nuova linea di elettrodomestici.
Fuori tema:
Giuro che alla prima lettura, per alcuni secondi, mi sono domandato cosa fosse quel designer /desiJ'JEr/Matilde Paoli ha scritto:...soprattutto è familiare per essere il nome dato a una lampada da tavolo a luce direzionabile ideata nel 1980 dal designer Achille Castiglioni...


E il Treccani:Il GRADIT ha scritto:stilista 2a CO chi progetta e disegna la linea e le fogge delle collezioni di moda e degli accessori
2b CO industrial designer
stilista 2. a. Chi progetta e disegna nuovi tipi e modelli di prodotti industriali (in questo sign. è spesso sinon. del termine ingl. designer): i grandi s. italiani di autovetture; uno s. della nuova linea di elettrodomestici.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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