Sandro1991 ha scritto:Riapro la discussione dopo aver ricevuto (da una professoressa di linguistica) un parere discordante da quello offerto del gentile Carnby sull'oggetto del filone.
Vorrei proprio sapere chi è ’sta [non meglio identificata] «professoressa di linguistica»! ;)
Al Canepàri, forse il piú grande fonetista articolatorio («naturale», direbbe lui) italiano, aggiungiamo Žarko Muljačić (autore della «bibbia» della
Fonologia della lingua italiana [1972: 15]), Alberto Mioni («Fonetica e fonologia» in: Alberto A. Sobrero [a cura di],
Introduzione all’italiano contemporaneo: Le strutture [1993: 102–39, pp. 109–10), Michele Loporcaro (autore fra le altre cose d’un fondamentale saggio di fonologia diacronica romanza sull’
Origine del raddoppiamento fonosintattico [1997]:
Profilo linguistico dei dialetti italiani [2009: IX]) e colui che è sicuramente il piú grande fonetista strumentale [
lege: acustico] italiano,
Pier Marco Bertinetto. Basta(no)?
L’unico linguista degno di nota che continua a considerare [ʦ ʣ] alveolari (a partire dalla nota 24 a
Pronuncia e grafia dell’italiano di Amerindo Camilli [1965³: 24], e con riflessi, purtroppo, sulle edizioni degli anni ’70–’80 dello Zingarelli e [
soprattutto] sul
DOP) è Piero Fiorelli, forse in ossequio al canone [«anglicizzante»] dell’alfabeto dell’Associazione fonetica internazionale, di cui è consigliere, o forse per distinguere in qualche modo le fricative dentali (italiane) [
s z] dalle interdentali (inglesi) [θ ð]. Ma non possiamo certo pretendere dal Fiorelli la medesima competenza specialistica e, di conseguenza, lo stesso grado di precisione terminologica dei succitati fonetisti.
Si noti che anche chi fra costoro considera [
s z] (italiane) eventualmente anche alveolari (Muljačić) o tendenzialmente alveolari (Mioni) non ha dubbi nel ritenere dentali [ʦ ʣ]. (In italiano [
s z] sono generalmente apico- o lamino-dentali nella pronuncia centromeridionale [e neutra], perlopiú lamino-alveolari in quella settentrionale e in diverse altre lingue: considerarle dentali, come fanno —ricordiamolo— Canepari e Bertinetto, oltre a corrispondere piú fedelmente alla realtà fonetica, rende esplicito omaggio alla coerenza interna della fonotassi italiana [piú genuina], per la quale in una sequenza di due consonanti di cui la seconda sia dentale o postalveolare [e a maggior ragione in un nesso affricato], la prima è sempre omorganica alla seconda.)
Comunque, se ancora non ci si crede, basta osservarsi allo specchio mentre si pronunciano le sillabe [na], [
sa], [ʦa] e [ta] e (se si è parlanti centromeridionali) verificare se il punto d’articolazione della seconda e della terza consonante non sia proprio il medesimo di quello della quarta (palesemente dentale) e non certo di quello della prima (palesemente alveolare). ;)