«Lupo campatoio»

[Carnby]

Nella raccolta All'aria aperta di Renato Fucini, nel racconto «La visita del prefetto» compare questa singolare espressione: lupo campatoio che, a giudicare dal contesto, parrebbe significare «che tira a campare».

Il Sindaco, tornato a casa dal Comune dove era stato un paio d'ore per invigilare e per dare le ultime disposizioni, dopo essersi bardato dei suoi finimenti di gala, non esclusa quella famosa tuba, quella specie di lupo campatoio che da quindici anni perdeva il pelo ma non il vizio, quella tuba solenne dalla tesa tanto larga da sembrare un paracadute, si affacciò alla finestra a dare un’occhiata.

L'espressione non c'è né sul Devoto–Oli né sullo Zingareli.

[Sandro1991]

Lo cerchi qui. [Non riesco a fare il copincolla che rimandi direttamente alla voce]

[Carnby]

Quindi significherebbe «in grado di guarire»? Il termine non c'è neppure sui Vocabolari degli Accademici della Crusca.

[Souchou-sama]

Il termine non c'è neppure sui Vocabolari degli Accademici della Crusca.

Né sul De Mauro, né sul Garzanti, né sul Pianigiani, né sul Tommaseo, né sul Treccani…

[Sandro1991]

Già, avevo già cercato… Che dice il nostro «battagliero» Marco?

Aggiunta:

Qui, «non era campatoio» pare essere spiegato come «non aveva scampo»; il che è molto vicino a «(non è) in grado di guarire».

[Marco1971]

Nulla nel Battaglia...

[Infarinato]

Lo cerchi qui. [Non riesco a fare il copincolla che rimandi direttamente alla voce]

Si fa cosí.

[u merlu rucà]

Il nostro termine, che sembra non esistere, se non come arcaismo, nell'italiano, sopravvive nel corso campatoghju con il significato di "vivibile, ragionevole, fattibile" e nel gallurese campatogghju "vivacchiamento".