«Palletico»

Spazio di discussione su questioni di lessico e semantica

Moderatore: Cruscanti

Andrea Russo
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«Palletico»

Intervento di Andrea Russo »

Per chi non conoscesse questa parola (forse molti non toscani), riporto qui il significato aiutandomi col DOP: palletico, variante di parletico, a sua volta voce antica per paralitico, è sopravvissuto nell'uso familiare toscano come sostantivo maschile col significato di «tremore paralitico; paralisi agitante». Il Treccani non dice molto di piú, se non che deriva da parlesia, variante antica di paralisi; inoltre riporta l'uso sia aggettivale sia sostantivale, informando che si tratta di quelli che oggi vengono definiti, nella pratica medica, parkinsonismi.

Personalmente l'ho sempre sentito come sostantivo, mai come aggettivo, in frasi come 'sa cj hai ir palleti'o? (domanda rivolta a qualcuno che manifesta un tremore involontario della gamba, facendo magari muovere il tavolo e disturbando chi è seduto insieme a lui). Inoltre ho sempre sentito e usato la variante palletico, mai parletico.

In letteratura si trovano degli sporadici esempi di parletico, dal Quattrocento all'Ottocento.

Quant'è viva questa parola oggi? S'usa solo in Toscana? In tutta la regione o solo in alcune zone?
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Carnby
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Intervento di Carnby »

Qui si usa sempre (perlopiù in contesti scherzosi, non patologici).
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u merlu rucà
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Intervento di u merlu rucà »

Avevo sentito questo termine in bocca toscana e ne avevo capito il significato dal contesto.
Andrea Russo
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Intervento di Andrea Russo »

Carnby ha scritto: (perlopiù in contesti scherzosi, non patologici).
Be', certo! :)
Non avevo specificato direttamente, ma in modo indiretto con l'esempio.

Tra l'altro proprio stasera sono venuto a conoscenza del termine pallestesia, nota anche come sensibilità vibratoria.
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GianDeiBrughi
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Intervento di GianDeiBrughi »

Ho chiesto a mamma e m'ha detto che a Lucca una volta si usava palletio, in particolare per chiedere a qualcuno con tono scherzoso se avesse qualcosa che lo inquietava o agitava.

Invece io non l'avevo ovviamente mai sentito, quindi ringrazio chi ha aperto la discussione. :)
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Animo Grato
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Intervento di Animo Grato »

Palletico: che parola simpatica! Anch'io l'ho sentita (solo in Toscana), ma con un'accezione spostata più verso il "giramento di palle". Non potrebbe esserci una convergenza tra lo scivolamento dal sintomo (tremito dovuto al nervosismo) alla causa (il nervosismo vero e proprio) e una reinterpretazione dell'etimologia (in cui quella storicamente esatta, ma assai involuta, viene soppiantata da una infondata ma più leggibile: palletico, da palle)?
GianDeiBrughi ha scritto:Ho chiesto a mamma e m'ha detto che a Lucca una volta si usava palletio
Era veramente palletio, o palletico con la gorgia?
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GianDeiBrughi
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Intervento di GianDeiBrughi »

No, ha detto proprio palletio senza gorgia.
Probabilmente ci sarà stata anche la variante colla gorgia.
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u merlu rucà
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Intervento di u merlu rucà »

GianDeiBrughi ha scritto:No, ha detto proprio palletio senza gorgia.
Probabilmente ci sarà stata anche la variante colla gorgia.
Non sono sicuro, ma mi sembra che in lucchese la velare -k- cada e la gorgia ci sia con -p- e -t-.
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Infarinato
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Intervento di Infarinato »

Certo, è bene gorgia «di grado zero» (= dileguo).
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GianDeiBrughi
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Intervento di GianDeiBrughi »

Oh, grazie del chiarimento! :D
Ho fatto tutte le superiori cogli insegnanti e i compagni di classe che mi chiedevano come si aspirava la c giù in Toscana e io imbarazzato rispondevo loro che a Lucca non la sentivo aspirare (quasi) mai. :oops:
Andrea Russo
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Intervento di Andrea Russo »

Infarinato ha scritto:Certo, è bene gorgia «di grado zero» (= dileguo).
Scusi l'ignoranza ma qual è il valore di quel bene?

Comunque anche a Pisa la velare cade completamente.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Andrea Russo ha scritto:Scusi l'ignoranza ma qual è il valore di quel bene?
bène 2 b. Proprio, davvero: ne sei ben persuaso?; sei ben cieco se non lo vedi; ero ben stufo; vorrei ben vedere; c’è b. a questo mondo de’ birboni, de’ prepotenti, degli uomini senza timor di Dio (Manzoni), è proprio vero che ci sono. (Treccani)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Infarinato
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Intervento di Infarinato »

Andrea Russo ha scritto:
Infarinato ha scritto:Certo, è bene gorgia «di grado zero» (= dileguo).
Scusi l'ignoranza ma qual è il valore di quel bene?
Marco m’ha preceduto… Mi stupisco che la cosa la stupisca, concittadino, ché si tratta d’un modulo molto diffuso in Toscana (È bene lui!). ;)
Andrea Russo
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Intervento di Andrea Russo »

Leggendo la definizione che ha riportato Marco in effetti è un'accezione che m'è nota; ma a dirla tutta non la uso affatto di frequente. :roll:

A proposito di bene, non m'è mai andata giú l'espressione quartieri bene (aggettivo invariabile)... :?
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Carnby
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Intervento di Carnby »

Andrea Russo ha scritto:A proposito di bene, non m'è mai andata giú l'espressione quartieri bene (aggettivo invariabile)
Non è un uso toscano. :)
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