«Palletico»
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«Palletico»
Per chi non conoscesse questa parola (forse molti non toscani), riporto qui il significato aiutandomi col DOP: palletico, variante di parletico, a sua volta voce antica per paralitico, è sopravvissuto nell'uso familiare toscano come sostantivo maschile col significato di «tremore paralitico; paralisi agitante». Il Treccani non dice molto di piú, se non che deriva da parlesia, variante antica di paralisi; inoltre riporta l'uso sia aggettivale sia sostantivale, informando che si tratta di quelli che oggi vengono definiti, nella pratica medica, parkinsonismi.
Personalmente l'ho sempre sentito come sostantivo, mai come aggettivo, in frasi come 'sa cj hai ir palleti'o? (domanda rivolta a qualcuno che manifesta un tremore involontario della gamba, facendo magari muovere il tavolo e disturbando chi è seduto insieme a lui). Inoltre ho sempre sentito e usato la variante palletico, mai parletico.
In letteratura si trovano degli sporadici esempi di parletico, dal Quattrocento all'Ottocento.
Quant'è viva questa parola oggi? S'usa solo in Toscana? In tutta la regione o solo in alcune zone?
Personalmente l'ho sempre sentito come sostantivo, mai come aggettivo, in frasi come 'sa cj hai ir palleti'o? (domanda rivolta a qualcuno che manifesta un tremore involontario della gamba, facendo magari muovere il tavolo e disturbando chi è seduto insieme a lui). Inoltre ho sempre sentito e usato la variante palletico, mai parletico.
In letteratura si trovano degli sporadici esempi di parletico, dal Quattrocento all'Ottocento.
Quant'è viva questa parola oggi? S'usa solo in Toscana? In tutta la regione o solo in alcune zone?
- u merlu rucà
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Be', certo!Carnby ha scritto: (perlopiù in contesti scherzosi, non patologici).

Non avevo specificato direttamente, ma in modo indiretto con l'esempio.
Tra l'altro proprio stasera sono venuto a conoscenza del termine pallestesia, nota anche come sensibilità vibratoria.
- GianDeiBrughi
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Palletico: che parola simpatica! Anch'io l'ho sentita (solo in Toscana), ma con un'accezione spostata più verso il "giramento di palle". Non potrebbe esserci una convergenza tra lo scivolamento dal sintomo (tremito dovuto al nervosismo) alla causa (il nervosismo vero e proprio) e una reinterpretazione dell'etimologia (in cui quella storicamente esatta, ma assai involuta, viene soppiantata da una infondata ma più leggibile: palletico, da palle)?
Era veramente palletio, o palletico con la gorgia?GianDeiBrughi ha scritto:Ho chiesto a mamma e m'ha detto che a Lucca una volta si usava palletio
- GianDeiBrughi
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- u merlu rucà
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bène 2 b. Proprio, davvero: ne sei ben persuaso?; sei ben cieco se non lo vedi; ero ben stufo; vorrei ben vedere; c’è b. a questo mondo de’ birboni, de’ prepotenti, degli uomini senza timor di Dio (Manzoni), è proprio vero che ci sono. (Treccani)Andrea Russo ha scritto:Scusi l'ignoranza ma qual è il valore di quel bene?
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Leggendo la definizione che ha riportato Marco in effetti è un'accezione che m'è nota; ma a dirla tutta non la uso affatto di frequente.
A proposito di bene, non m'è mai andata giú l'espressione quartieri bene (aggettivo invariabile)...

A proposito di bene, non m'è mai andata giú l'espressione quartieri bene (aggettivo invariabile)...

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