Sulla dizione «attoriale»

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fiorentino90
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Intervento di fiorentino90 »

Marco1971 ha scritto:*spénto > spènto (rima con sènto, sicché la pronuncia moderna qui va evitata)
Inoltre, optando per la pronuncia con e chiusa, in alcuni casi non è possibile distinguere tra spegni (verbo spegnere) e spegni (verbo spegnàre).

Quindi, ecco come io riporterei la pronuncia di spegni nel DiPi:
spegni
(-ere) sˈpɛɲɲi, -e- [T ɛ/e, UMLR e]
◆ (-are) sˈpeɲɲi

In sostanza:
(spegnere) spègni (meno bene spégni) [DOP: da vecchia data la pronuncia con -e- tonica aperta nella Toscana fiorentina largamente intesa; mentre prevale nel resto della Toscana e domina nelle altre regioni (compresa l'Italia mediana con Roma) la pronuncia con -e- chiusa, regolare continuazione dell'-i-breve del latino expingere]
◆ (spegnàre) spégni [da pégno]
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Infarinato
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Intervento di Infarinato »

:? Non si può dire «meno bene» di una pronuncia etimologica preponderante nell’Italia mediana e ampiamente diffusa anche in Toscana.

Il massimo che si può fare è darla come seconda variante. ;)
fiorentino90
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Intervento di fiorentino90 »

Sí, à ragione :)
fiorentino90
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Re: Sulla dizione «attoriale»

Intervento di fiorentino90 »

fiorentino90 ha scritto:I professionisti della voce t'insegnano che esiste un solo modo di pronunciare le parole, il piú bello e quello corretto. Essi fanno riferimento al DOP, ma se ne discostano per alcune regole:

- realizzano la s intervocalica sempre come sonora, eccetto nei composti (girasole, affittasi, disegno);
- non raddoppiano dopo come, qualche, sopra, dove, da;
- non assimilano le nasali;
- non applicano il legato.
A proposito del legato, si legga il manuale di Pier Marco Bertinetto, da pagina 16 a pagina 18 e, in particolare, la parte che riporto di seguito.
L’italiano non presenta vistosi segnali giunturali (Bertinetto 1981). I confini di parola non vengono segnalati ‘positivamente’, ossia attivamente, se non per ragioni di enfasi o per evitare eventuali fraintendimenti, quando (come si suol dire) si scandiscono le parole. Ne deriva che sequenze come le seguenti sono normalmente omofone, a meno appunto di un’intenzionale sottolineatura dello stacco tra le parole: di versi vs. diversi, al largo vs. allargo, vita normale vs. vita anormale, con piacere vs.compiacere (in quest’ultimo caso, con assimilazione di luogo diaframmatico della prima nasale;  paragrafo 4). Per contro, sequenze come li imitano e limitano possono confondersi solo in pronuncia veloce, per elisione o fusione vocalica sul confine di parola.[...]
Se la vocale accentata è la prima, essa mantiene il proprio statuto fonematico, mentre la seconda si tramuta nell’elemento debole di un dittongo: per es., propriet[ai]nalienabile, palt[ɔa]maranto. Si tratta di comportamenti variabili, specie in rapporto alla velocità di elocuzione; in pronuncia scandita, è sempre possibile inserire un arresto glottidale tra le due vocali (cf. propriet[aʔi]nalienabile). Se invece la vocale accentata è la seconda, solitamente entrambe conservano il proprio ruolo di nucleo sillabico (cf. molt[aˈ]nfasi), a meno che non vi sia elisione della prima (cf. fort[ˈ]nfasi) o che quest’ultima si riduca a legamento (cf. cert[ja]nni). Quando infine le due vocali sono entrambe atone, ciascuna delle due può ridursi, ovvero la prima scomparire per elisione (cf. cod[ai]mmensa, buon[ja]mici, rapid[o]cchiata).
fiorentino90
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Sulla dizione «attoriale»

Intervento di fiorentino90 »

Molto interessante la critica che Luciano Canepàri muove alle scuole di dizione! Si legga il paragrafo § 17.8. La pronuncia e le scuole di dizione :) Non riesco a copincollare fedelmente (le virgolette, per esempio) il testo di LuCa, per cui si confronti la versione originale. Fo prima a riportare solo le affermazioni che non condivido.
Nelle scuole di recitazione e di dizione, la pronuncia è sempre stata <<insegnata>> per imitazione del modello offerto dagl'insegnanti.
È vero, ma invitano gli alunni a consultare il DOP ogni volta che hanno dei dubbi.
Nei casi migliori, per rendere "piú semplici" le cose, propongono una sola pronuncia per parola.
Se la pronuncia proposta è quella che consiglia il DOP, non vedo dov'è il problema.
Inoltre, di solito, si punta al neutro tradizionale, magari senza sapere bene quale sia il confine tra quello e il neutro moderno.
Perché, per fare un esempio, non si può pronunciare zingaro con la zeta sonora e zio con la variante sorda? Il DiPI non è preciso ponendo *ˈʦio e *ˈʦingaro sullo stesso livello: la pronuncia di zingaro con la zeta sonora è accettata da tempo, mentre le scuole di dizione e il DOP ammettono ancora solo *ˈʦio e non *ˈʣio. Non è che se leggo rogo con l'o chiusa, sono obbligato a pronunciare gonna con quella aperta. Se pronuncio egli chiese con l'esse sonora, non devo automaticamente optare per l'esse sonora anche in susino! Non c'è una separazione drastica e netta tra l'italiano del 1981 e quello del 2010. Nella maggior parte dei casi, ogni parola è indipendente dall'altra.
Anzi, normalmente, non c'è il minimo sentore che il "moderno" esista:
In effetti, non esiste, almeno nella misura e nel modo in cui lo presenta Luciano Canepàri. Sono d'accordo che al giorno d'oggi non è consigliabile l'elisione dell'articolo le (cosa che per altro gli attori non hanno mai fatto, se non erro), ma non esistono due pronunce italiane. Inoltre, è vero che i doppiatori in alcuni casi seguono il DOP a loro piacimento, ma la pronuncia del DiPI non appartiene né al presente né al futuro...
Passando all'accentazione, e con fermezza, il Nostro dichiara assolutamente errate forme come Afgànistan˚ diatrìba˚ evàporo˚ guàina˚ òmega… per motivazioni storico-etimologiche. Ma, allora, ci si domanda, dovremmo dire ridére e càdere? Alla latina… Però, l'italiano non è ("più&) il latino, e continua a evolversi,anche se c'è chi non se n'accorge
Quando è uscito Speaker. La comunicazione verbale, la nuova edizione del DOP non era stata ancora pubblicata, quindi bisognerebbe controllare l'edizione precedente. Per quanto riguarda Afganistan, l'unica pronuncia ancora ammessa è Afganistàn.
fiorentino90
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Intervento di fiorentino90 »

L'Accademia della Crusca ha scritto:Più recentemente, anche sulle pagine di questa stessa rivista (n° 15, ottobre 1997) Giovanni Nencioni esprimeva l'impressione che si stesse affermando "un nuovo orientamento" che portava a trascurare gli effetti cacofonici prodotti dalla mancata elisione e a preservare l'integrità della parola in un settore di ampia discrezionalità e di usi regionali differenziati.

In effetti, gli studi recenti sul parlato (parlato spontaneo, ma anche parlato trasmesso, cinematografico e radiofonico) confermano questa tendenza alla salvaguardia dell'interezza della parola anche nel fluire della catena parlata, dove naturalmente si verificano con maggior frequenza accorciamenti e sovrapposizioni.
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Carnby
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Re: Sulla dizione «attoriale»

Intervento di Carnby »

fiorentino90 ha scritto:Perché, per fare un esempio, non si può pronunciare zingaro con la zeta sonora e zio con la variante sorda? Il DiPI non è preciso ponendo *ˈʦio e *ˈʦingaro sullo stesso livello: la pronuncia di zingaro con la zeta sonora è accettata da tempo, mentre le scuole di dizione e il DOP ammettono ancora solo *ˈʦio e non *ˈʣio.
In effetti, in Toscana, dove c'è una certa tendenza (non solo recente) alla sonorizzazione generalizzata della s intervocalica, non si osserva un comportamento analogo per z iniziale: ho sentito tante volte Pi/z/a, ca/z/a, co/z/a e co/z/ì ma /*ʣ/io solo da persone non toscane. Per quanto riguarda /*ʣ/ingaro, confermo che è una pronuncia esistente, anche se non è quella tradizionale (e la voce vernacola è zingano, ovviamente con la sorda), ma per il cognome Zingarelli si adopera esclusivamente /*ʣ/; lo stesso accade con /*ʦ/ucchero e /*ʣ/uccari e simili; la spiegazione più facile è che non si tratta di cognomi toscani, eppure questa tendenza c'è anche per voci indigene come Zingoni (mentre per Zoppi prevale nettamente /*ʦ/); per zimbello è attestata sul DOP una pronuncia con /*ʦ/ ma io non l'ho mai sentita.
fiorentino90
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Re: Sulla dizione «attoriale»

Intervento di fiorentino90 »

Carnby ha scritto:per zimbello è attestata sul DOP una pronuncia con /*ʦ/ ma io non l'ho mai sentita.
Là dove il DOP ammette anche la zeta sonora iniziale, il piú delle volte opto per la variante sonora. Nei casi in cui il DOP ammette solo la zeta sorda iniziale seguo, invece, fedelmente le indicazioni del dizionario. Per tornare a zimbello, io avrei invertito l'ordine: /*ʣimˈbɛllo/ o /*ʦimˈbɛllo/. Tra l'altro, è possibile ascoltare solo la pronuncia con la zeta sonora!
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Re: Sulla dizione «attoriale»

Intervento di Carnby »

fiorentino90 ha scritto:A proposito del legato, si legga il manuale di Pier Marco Bertinetto
C'è il «mitico» contin[ɥja]mo! :D
fiorentino90
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Re: Sulla dizione «attoriale»

Intervento di fiorentino90 »

Carnby ha scritto:
fiorentino90 ha scritto:A proposito del legato, si legga il manuale di Pier Marco Bertinetto
C'è il «mitico» contin[ɥja]mo! :D
Visto, è pagina a 9! :o
fiorentino90
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Re: Sulla dizione «attoriale»

Intervento di fiorentino90 »

fiorentino90 ha scritto:A proposito del legato, si legga il manuale di Pier Marco Bertinetto, da pagina 16 a pagina 18 e, in particolare, la parte che riporto di seguito.
L’italiano non presenta vistosi segnali giunturali (Bertinetto 1981). I confini di parola non vengono segnalati ‘positivamente’, ossia attivamente, se non per ragioni di enfasi o per evitare eventuali fraintendimenti, quando (come si suol dire) si scandiscono le parole. Ne deriva che sequenze come le seguenti sono normalmente omofone, a meno appunto di un’intenzionale sottolineatura dello stacco tra le parole: di versi vs. diversi, al largo vs. allargo, vita normale vs. vita anormale, con piacere vs.compiacere (in quest’ultimo caso, con assimilazione di luogo diaframmatico della prima nasale;  paragrafo 4)
Il DOP in rete marca l'elisione di qualche in qualch'esperienza come letteraria o popolare. Sono d'accordo per la grafia, ma in un italiano normale e non artificioso nella pronuncia si dovrebbe verificare l'elisione, o sbaglio? Diverso è il caso di qualch'altra, in cui l'elisione è popolare o letteraria non solo nella grafia, ma anche nella pronuncia: in qualche altra non abbiamo due suoni vocalici identici ma /e/ e /a/; inoltre, la seconda vocale è tonica.
valerio_vanni
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Re: Sulla dizione «attoriale»

Intervento di valerio_vanni »

fiorentino90 ha scritto:Diverso è il caso di qualch'altra, in cui l'elisione è popolare o letteraria non solo nella grafia, ma anche nella pronuncia: in qualche altra non abbiamo due suoni vocalici identici ma /e/ e /a/; inoltre, la seconda vocale è tonica.
Non c'è però necessariamente uno iato: può formarsi un dittongo e si "tonicizza" l'intero /ea/.
fiorentino90
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Re: Sulla dizione «attoriale»

Intervento di fiorentino90 »

Carnby ha scritto:Per quanto riguarda /*ʣ/ingaro, confermo che è una pronuncia esistente, anche se non è quella tradizionale (e la voce vernacola è zingano, ovviamente con la sorda),
Per zigano, è ammessa solo la pronuncia con la zeta sorda, mentre per zingano ammette entrambe.
Carnby ha scritto:ma per il cognome Zingarelli si adopera esclusivamente /*ʣ/;
Anche qui il DOP ammette entrambe, ma si può ascoltare solo la pronuncia con /*ʣ/ (anche se la prima pronuncia è quella con /*ts/).
Carnby ha scritto:lo stesso accade con /*ʦ/ucchero e /*ʣ/uccari e simili; la spiegazione più facile è che non si tratta di cognomi toscani,
Invece, il DOP ammette solo /*ʦ/ anche per i cognomi.
Carnby ha scritto:eppure questa tendenza c'è anche per voci indigene come Zingoni
La pronuncia del cognome Zincone è identica a quella di zincone, cioè /*ʦ/ o /*ʣ/. Per zingone e i cognomi Zingone e Zingoni, il DOP ammette solo /*ʣ/.
Carnby ha scritto:(mentre per Zoppi prevale nettamente /*ʦ/)
In effetti, è l'unica pronuncia ammessa dal DOP.
fiorentino90
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Intervento di fiorentino90 »

fiorentino90 ha scritto:Molto interessante la critica che Luciano Canepàri muove alle scuole di dizione! Si legga il paragrafo § 17.8. La pronuncia e le scuole di dizione :)
Anzi, normalmente, non c'è il minimo sentore che il "moderno" esista:
In effetti, non esiste, almeno nella misura e nel modo in cui lo presenta Luciano Canepàri. Sono d'accordo che al giorno d'oggi non è consigliabile l'elisione dell'articolo le (cosa che per altro gli attori non hanno mai fatto, se non erro)
Anzi, Luciano Canepàri marca con l'asterisco la pronuncia senz'elisione di le esercitazioni e su un argomento, in quanto non rispecchiano la pronuncia tipica delle regioni normalizzanti (e quindi dell'italiano neutro). Perché però nel DiPI la pronuncia moderna non prevede l'elisione in questi casi? La pronuncia con elisione è solo accettata.
DiPI ha scritto:su
(prep.) su* • ~ tela sutˈtela [TUMLR*]
◇ ~ un palo suumˈpalo, swum-, sum- (↑s’un);
ippogrifo
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Iscritto in data: ven, 15 feb 2013 10:16

PERPLESSITA'

Intervento di ippogrifo »

DiPI ha scritto:su
(prep.) su* • ~ tela sutˈtela [TUMLR*]
◇ ~ un palo suumˈpalo, swum-, sum- (↑s’un);
Ma esiste davvero chi pronuncia [swum'pa:lo] con "w" -"wu" -? Mai sentito.
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