«Presto, piú presto, il prima possibile»
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«Presto, piú presto, il prima possibile»
Un ottimo articolo di Raffaella Setti.
A proposito di piú presto, ricordo una ragazza ravennate che, una ventina d’anni fa, mi disse che la sua insegnante lo considerava un grave errore d’italiano! Un’altra regola fantasma...
A proposito di piú presto, ricordo una ragazza ravennate che, una ventina d’anni fa, mi disse che la sua insegnante lo considerava un grave errore d’italiano! Un’altra regola fantasma...
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Ravennate è la forma singolare ambigenere; al plurale fa ravennati.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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- Ferdinand Bardamu
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Ti chiedo: ciò che rende il prima possibile cattivo italiano — a parte l’assenza di attestazioni significative nella nostra tradizione letteraria — è la presenza dell’articolo? In il piú presto possibile abbiamo un avverbio al grado superlativo relativo, mentre prima contiene già un’idea di comparazione, cosa che rende agrammaticale l’anteposizione di piú (*piú prima): è questo che rende sconsigliabile l’uso di il prima possibile, cioè il fatto che l’articolo può precedere solo piú?Infarinato ha scritto: ven, 22 ago 2014 11:42No, direi semplicemente perché il grado dell’avverbio in questione può essere «sentito» sia come comparativo sia come superlativo [relativo].Ferdinand Bardamu ha scritto:[L]a GGIC […] [d]ice, inoltre, sempre allo stesso paragrafo:
Le frasi in (43) stanno quasi sullo stesso piano:
(43)La differenza tra le due frasi, adombrata da quel quasi, credo stia solo nel fatto che l’articolo funge da rafforzativo.
- Corrono il più rapidamente possibile.
- Corrono più rapidamente possibile.
È lo stesso discorso di il/_ piú presto possibile (~ *il/_ prima possibile [quest’ultima osservazione non c’entra nulla: lo faccio solo per ricordare che *il prima possibile è cattivo italiano]).
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Direi di sí: il [coi suoi allomorfi] è l’articolo del superlativo relativo, quindi o è seguito da un comparativo analitico (introdotto da piú) o è seguito da un comparativo sintetico (come il migliore/peggiore, il meglio/peggio): il prima per me è accettabile solo come sostantivo (rispetto al dopo).
(Prima, etimologicamente un superlativo, è semanticamente equivalente a «piú presto» [per cui *piú prima non ha senso], ma non è un avverbio di grado comparativo come meglio o peggio.
)
(Prima, etimologicamente un superlativo, è semanticamente equivalente a «piú presto» [per cui *piú prima non ha senso], ma non è un avverbio di grado comparativo come meglio o peggio.

- Ferdinand Bardamu
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- Ferdinand Bardamu
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Basta leggere la nota etimologica del Treccani. 

- Ferdinand Bardamu
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Precisamente. Prima è un superlativo solo se lo consideriamo sotto l’aspetto etimologico, ossia in un’ottica diacronica. In un’ottica sincronica, non esistendo il grado positivo dell’avverbio, non può essere né un comparativo né un superlativo. (Naturalmente questo è vero per la grammatica. Come ha scritto sopra Infarinato, semanticamente prima equivale a piú presto.)
- Infarinato
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…e neanche sempre: molto spesso significa semplicemente «in precedenza, precedentemente».Ferdinand Bardamu ha scritto:[S]emanticamente prima equivale a piú presto…

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