Mi meraviglia il fatto che dalle sue parti si possa pronunciare simmetria colla sonora...Carnby ha scritto:Spontaneamente dico /lazimme'tria/ vs. /lasimme'tria/.
Prefissi iterativi davanti a verbi che iniziano con «i»
Moderatore: Cruscanti
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In generale il contesto è un elemento molto potente, consente di scartare tutto quello che non c'entra col discorso.Carnby ha scritto: Nel parlato intervengono fattori come il contesto, l'intonazione, la gestualità per cui non è necessario inventarsi artifici che ci allontanino dal «ragionà facile» (versione vernacola toscana dell'esotico «parlare come uno mangia»).
Questo, però, è un caso molto particolare: il contesto è (per forza) lo stesso e una parola è l'esatto contrario dell'altra. E' come se in una frase fosse impossibile distinguere "più" da "meno" o "sì" da "no".
L'informazione, in qualche modo, deve essere trasmessa: non è proponibile, secondo me, cancellarla al fine di mantenere un parlato spontaneo.
Insomma, penso che questo caso meriti un qualche espediente che consenta di marcare i confini di parola.
Altri, per niente: ieri sera in TV ho sentito dire "una azienda" senza pause ma con risillabificazione, lì non aveva alcun senso.
Infatti è asimmetria che viene pronunciata con la sonora.Ivan92 ha scritto: Mi meraviglia il fatto che dalle sue parti si possa pronunciare simmetria colla sonora...
Caspita, m'ha fregato. Proviamone un'altra: «Non c'è una classe mentale intermedia tra l'anormalità e la pazzia, perché non c'è un punto fermo tra la due. (...) Essere tra l'anormalità e la pazzia, non vuol dire stare tra l'anormalità e la pazzia: vuol dire trovarsi a passare dalla normalità alla pazzia.» (F. Pessoa, Racconti dell'inquietudine)
Obiettivo: leggere ad alta voce in modo che non si capisca l'una dov'è scritta l'altra.
Oggi com'oggi non si sente dire dieci parole, cinque delle quali non sieno o d'oltremonte o nuove, dando un calcio alle proprie e native. (Fanfani-Arlìa, 1877)
La ringrazio della precisazione, ma continua a suonarmi strano! Nonostante non sia toscano e nonostante dica, per esempio, /bizetˈtriʧe/ (o, ancora meglio, /bizetˈtriʃe/ ), a riprova del fatto che ho una certa familiarità colle sonore, non riuscirei proprio a non pronunciare asimmetria colla sorda!Carnby ha scritto:Infatti è asimmetria che viene pronunciata con la sonora.
Secondo me la soluzione se non migliore‚ certamente più pratica‚ rimanendo sempre corretta‚ è usare ri- e re- secondo le regole indicate da Infarinato. Se poi subentrano delle ragioni stilistiche si può sempre scegliere di rendere più esplicita la frase.
Rinviare per inviare di nuovo‚ mi pare una possibilità certo correttissima‚ ma foriera di guai: ‟Ragioniere‚ le raccomando di rinviare l’offerta con i nuovi dati alla ditta Xxx ‟ (Il risultato è che l’offerta viene differita a chissà quando).
Rinviare per inviare di nuovo‚ mi pare una possibilità certo correttissima‚ ma foriera di guai: ‟Ragioniere‚ le raccomando di rinviare l’offerta con i nuovi dati alla ditta Xxx ‟ (Il risultato è che l’offerta viene differita a chissà quando).
Un altro modo potrebbe consistere nel collocare un accento secondario sulla prima 'a' di ˌasimmeˈtria: làsimme-tría.
Ultima modifica di Zabob in data sab, 29 nov 2014 19:50, modificato 1 volta in totale.
Oggi com'oggi non si sente dire dieci parole, cinque delle quali non sieno o d'oltremonte o nuove, dando un calcio alle proprie e native. (Fanfani-Arlìa, 1877)
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Per dire "asimmetria" e farmi capire (non mi ricordo d'aver avuto mai problemi, almeno in questo caso) lo dico, semplicemente, senza ricorrere a qualche sonora in più. Posso anche dire 'una asimmetria' e 'la asimmetria', con una minipausa anche più breve di quella che noterebbe una virgola. Se proprio dovessi avere delle difficoltà potrei accentare anche la A iniziale o usare il "colpo di glottide", ma solo se fossi tra gente dalla testa di pietra, perché in realtà questi problemi non ci sono e questa discussione è del tutto teorica.
Saluto gli amici, mi sono dimesso. Non posso tollerare le contraffazioni.
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Se leggo - immaginando per un pubblico - il brano su normalità/anormalità, proprio perché quella contrapposizione è l'elemento chiave del ragionamento andrei a sottolineare a priori i due termine, anche se non ci fosse alcuna ambiguità. In qualche modo, li isolerei facendoli risaltare.
In pratica, mi verrebbe da evitare l'elisione e separare "la anormalità" così come "la normalità".
Un po' come vedere scritto la "anormalità" e la "normalità", dove le virgolette indicano appunto un termine tecnico, o particolare, o comunque che si sta specificando proprio in quel contesto.
In pratica, mi verrebbe da evitare l'elisione e separare "la anormalità" così come "la normalità".
Un po' come vedere scritto la "anormalità" e la "normalità", dove le virgolette indicano appunto un termine tecnico, o particolare, o comunque che si sta specificando proprio in quel contesto.
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