Ivan92 ha scritto:La ringrazio del contributo, caro Valerio. Vediamo se ho inteso quel che ha tentato di spiegarmi: il passaggio da /ɛ/ a /e/ è sicuramente una variazione fonetica, ché si percepiscono la «fisicità» e la «concretezza» del suono (da una vocale [
semi] aperta si passa a una vocale [
semi] chiusa), ma è altresí una variazione fonematica, dato che /ɛ/ e /e/ si trovano in altre parole nelle quali la pronuncia dell'una o dell'altra può determinare un cambiamento di significato. È corretta la mia interpretazione?
Sì. L'inverso non vale, ovvero una variazione fonetica ("un po' più chiuso" o "un po' più aperto") può rimanere all'interno dello stesso fonema.
Inoltre, quando dice che non varcano il confine di fonema /ɛ/ - /e/, intende semplicemente dire che non diventano —per esempio— delle /a/?
No, nello specifico io mi riferivo al confine tra /ɛ/ e /e/. Possiamo considerare tre gradi di separazione, dieci, cento... di fatto la produzione di suoni a livello vocale non ha scalini, c'è un continuo tra /ɛ/ e /e/. Lungo questo continuo ogni sensibilità stabilisce un confine: fino a qui si tratta di /ɛ/, oltre di /e/. E' questo punto che, a quanto pare, le nostre sensibilità posizionano differemente.
Lo stesso può valere su altri confini, possiamo considerare anche /ɛ/ - /a/.
Se uno dice "Firenze" con una vocale sempre più aperta, fino a un certo punto dà l'impressione di una "e aperta" più aperta, poi si capisce come "Firanze". E anche in questo caso, può darsi che la "a" scatti prima a me che a lei o viceversa.
Ci sono poi, a complicare il tutto, i fattori psicologici che tendono a trascinare la percezione in varie direzioni, come:
1) La lettera che è scritta
2) Il suono che personalmente si usa
3) Il suono che ha più senso nella parola o nella frase
Faccio un esempio:
https://www.youtube.com/watch?v=g7B-qpmBi90
Nella prima fase c'è un "Vedi, si rimane in piedi" in cui il "si" è meno chiuso di come dovrebbe essere.
Non ho mai notato questa cosa, per me quello era una /i/ dato che stava bene nella frase. In quella fase il mio cervello non ha perso tempo in dubbi, non l'ho neanche considerato una "i" strana.
Quando ho comprato la base karaoke, però, ci ho visto scritto un "se". L'ho considerato un errore e ho modificato la base, ma riascoltando attentamente mi sono accorto di una devianza fonetica da una /i/ ben fatta. Solo a quel punto mi è parsa una "i" strana, comunque sempre più /i/ che /e/ [1].
Evidentemente chi ha inserito il testo nella base ha sentito una cosa differente dalla mia.
In sintesi, c'è un continuo di suoni e un punto di confine (che già cambia da zona a zona), ma secondo me in un'area centrale di dubbio il nostro cervello tende a raddrizzare la percezione in base a criteri differenti dal suono puro.
Penso insomma che la
stessa persona potrebbe interpretare lo
stesso suono (purché sia in un'area di confine) come due fonemi differenti.
[1] Ma sarà vero, o la mia percezione è deviata dalla mia convinzione?

A voi altri come pare quel suono?