Apani ha scritto:Ancora meglio: "Nuova Asterdama".
fiorentino90 ha scritto:Jonathan ha scritto:Penso che il titolo da sé dica già quasi tutto: come vi regolate nel parlato e nello scritto di tutti i giorni, specie nelle occasioni meno formali, quando comunicate con persone (siano essi familiari, amici
Parlo l'italiano che uso in Cruscate, per esempio dico
Nuova Iorca (ormai lo fo per abitudine).
Dicevo
skateboard e ora dico
schèttino. Ci sembra strano tutto ciò a cui non siamo abituati.
E non ha paura della reazione altrui?
Alcune persone sono abituate al mio italiano, altre no, ma non vedo il problema. In certe occasioni formali (in ambito lavorativo, per esempio), invece, non posso permettermi questa
libertà perché non ho modo di dare spiegazioni. Tuttavia, uso sempre indirizzo di
posta elettronica, mai
e-mail. Grazie a voi cruscanti!
Infarinato ha scritto:fiorentino90 ha scritto:Parlo l'italiano che uso in Cruscate, per esempio dico
Nuova Iorca (ormai lo fo per abitudine).
A regola, si dovrebbe parlare di
Nuova Eboraco. :D
La mia nonna diceva
Nova Iorca (in dialetto calabrese), io dico
Nuova Iorca (in italiano)!!!
Flipper ha scritto:Ma perché
schèttino non c'è nei traducenti?
Gli amici cruscanti usano
rollopattino, ma io avevo proposto
schèttino perché graficamente e foneticamente vicino a
skate, termine col quale la
tavola a rotelle (già registrato e simile al francese
planche à roulettes) è conosciuta. Lo
schèttino propriamente sarebbe uno dei due pattini con le ruote (che io chiamerei
rollopattini), però non è molto comune. Inoltre, anche in inglese familiarmente si dice
skate al posto di
skateboard e poi
lo "schettino" in gergo è lo skateboard costruito in casa.
Carnby ha scritto:Forse perché c'è il rischio di confonderlo con un comandante delle navi Costa (tantopiù che in italiano il segnaccento sulle parole non tronche non è obbligatorio)?

Lo
schèttino è nato prima di
Schettíno, è già registrato nei vocabolari (anche se con significato leggermente diverso) e comunque quasi tutt'i cognomi sono identici o simili a nomi comuni. Detto questo, nel parlato c'è l'accento tonico (indipendentemente dal timbro con cui il locutore pronuncia l'
e), nello scritto la maiuscola (anche se non si segna l'accento grafico).