«Non avrei detto che…»
Moderatore: Cruscanti
«Non avrei detto che…»
Cari amici, non me lo ricordo dove ho letto che con i verbi dichiarativi in condizionale nelle propoposizioni subordinate si usa solo il congiuntivo presente o passato. P.es., "Non avrei detto che lui faccia (abbia fatto) bene". E forse è più corretto usare il congiuntivo imperfetto ("...che lui facesse")?... Che ne dite? Grazie in anticipo.
- marcocurreli
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- marcocurreli
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Si tratta, a parer mio, di un futuro nel passato.
http://www.treccani.it/enciclopedia/ric ... 20passato/
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- marcocurreli
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Ho svolto una rapidissima ricerca su Internet e su un paio di libri a casa, ma non ho trovato la regola da lei riportata. Questo non vuol dire che non esista, però, secondo me, l'uso dei tempi, nel caso da lei sollevato, dipende solo dal senso che si vuol comunicare e dalla sua relazione con il tempo dell'azione, un po’ come avviene con l’indicativo presente, passato, eccetera.
- marcocurreli
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In ogni caso, «non avrei detto che» non esprime un dubbio. È una considerazione fatta a posteriori; non posso avere dubbi (ora) su quello che avrei detto, o non detto, tempo addietro. E poi dire normalmente non ha valore dubitativo. Per cui io personalmente avrei usato il condizionale passato con dire, e il condizionale passato o il congiutivo imperfetto col verbo pensare:
"... non pensavo che l'avrebbe fatto bene" oppure
"... non pensavo che lo facesse bene".
"... non pensavo che l'avrebbe fatto bene" oppure
"... non pensavo che lo facesse bene".
- Infarinato
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Dire di norma regge l’indicativo, ma, come sempre accade con questo tipo di verbi, nella forma negativa predilige il congiuntivo: dico che (non) si può fare ~ non dico che (non) si possa fare.
In dipendenza da un condizionale composto si ha quindi il congiuntivo imperfetto, il congiuntivo piucchepperfetto o il condizionale composto, a seconda che vi sia un rapporto di contemporaneità, di anteriorità o di posteriorità della subordinata con la reggente.
In dipendenza da un condizionale composto si ha quindi il congiuntivo imperfetto, il congiuntivo piucchepperfetto o il condizionale composto, a seconda che vi sia un rapporto di contemporaneità, di anteriorità o di posteriorità della subordinata con la reggente.
A me pare che variando la coerenza dei tempi si possano trasmettere delle informazioni più accurate; senza far dispetti alla grammatica? Spero di sì, che sia possibile.
a) Io non avrei detto che lui facesse bene a speculare in Borsa, se allora fossi stato a conoscenza del disastro in procinto di travolgerlo. (“Lui” oggi non opera più in Borsa ed è finanziariamente spacciato; attende solo l’arrivo dell’Ufficiale Giudiziario).
b) Io non avrei detto che lui faccia bene a speculare in Borsa, se allora fossi stato a conoscenza del disastro in procinto di travolgerlo. (“Lui” oggi opera ancora in Borsa; è finanziariamente spacciato, però può anche avere un colpo di fortuna e risollevarsi, contro tutte le infauste previsioni che lo riguardano).
a) Io non avrei detto che lui facesse bene a speculare in Borsa, se allora fossi stato a conoscenza del disastro in procinto di travolgerlo. (“Lui” oggi non opera più in Borsa ed è finanziariamente spacciato; attende solo l’arrivo dell’Ufficiale Giudiziario).
b) Io non avrei detto che lui faccia bene a speculare in Borsa, se allora fossi stato a conoscenza del disastro in procinto di travolgerlo. (“Lui” oggi opera ancora in Borsa; è finanziariamente spacciato, però può anche avere un colpo di fortuna e risollevarsi, contro tutte le infauste previsioni che lo riguardano).
- Animo Grato
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Non direi che sia giusto: non è giusto oggi, o in riferimento a principi generali e, diciamo così, atemporali.
Non direi che fosse giusto: riferito a una specifica occasione del passato.
Non direi che fosse giusto: riferito a una specifica occasione del passato.
«Ed elli avea del cool fatto trombetta». Anonimo del Trecento su Miles Davis
«E non piegherò certo il mio italiano a mere (e francamente discutibili) convenienze sociali». Infarinato
«Prima l'italiano!»
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