BASTAAAAAAAAAAAA!

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)
Se partissimo dai fatti una volta tanto?
Dalla terza edizione dell’
Oxford English Dictionary,
editio maior, 2006 (e sottolineo «terza», e sottolineo «2006»):
L’OED, s.v. «poisonous», adj. (sott. mia), ha scritto: 1. Containing, or of the nature of, poison; having the properties of a poison; venomous.
(Le altre accezioni sono figurate.)
Vi risparmio la definizione di
venomous, la cui voce non è stata ancora aggiornata (risalendo sempre al 1916), ancorché vi si possa leggere quanto segue.
L’OED, s.v. «venomous», adj. (sott. mie), ha scritto:3.a. Of animals, esp. snakes, or their parts: Secreting venom; having the power or property of communicating venom by means of bites or stings; inflicting or capable of inflicting poisonous wounds in this way.
Formerly in general literary use, now chiefly restricted to certain species of poisonous snakes.
E inoltre…
L’OED, s.v. «venom», n. and adj. (sott. mie), ha scritto:1.a. The poisonous fluid normally secreted by certain snakes and other animals and used by them in attacking other living creatures.
[…]
2. Poison, esp. as administered to or drunk by a person; any poisonous or noxious substance, preparation, or property; a morbid secretion or virus. Now rare.
E, quindi, per dirla in «italiano» moderno:
ma di cosa stiamo parlando?
La [
per ora presunta] distinzione [
nella lingua comune] tra
poisonous e
venomous non è suffragata dai fatti né è giustificata sul piano storico.
Ma veniamo all’
uso scientifico [
inglese]…
Per prima cosa rileveremo che
poisonous non è un temine proprio della terminologia medica, che ricorre al meno vago
toxic.
Se il «Dizionario di salute pubblica» si sforza ancora di render conto dell’uso comune…
A Dictionary of Public Health, Oxford 2007, s.v. «poison», ha scritto:A substance that causes life-threatening disruption of essential physiological functions when ingested, inhaled, injected, or absorbed through the skin. Usage is loose, but the usual distinction between a poison and a toxin is that toxins are derived from living organisms and they usually do not have life-threatening effects unless ignored, untreated, or neglected. Poisons may be of organic or inorganic origin. Many varieties are recognized, e.g., corrosive, metabolic, genetic, neurotoxic, carcinogenic, mutagenic, teratogenic, fast-acting, slow-acting.
…il «Dizionario» di biomedicina» usa
poison ormai solo a mo’ di chiosa:
A Dictionary of Biomedicine, Oxford 2010, s.v. «toxin», ha scritto:A naturally produced poison that will damage or kill other cells. The pathogenicity of many infectious bacteria derives from their production of various endotoxins and exotoxins.
E veniamo finalmente a
venom:
A Dictionary of Biomedicine, Oxford 2010, s.v. «venom» (sott. mia), ha scritto:A toxic secretion that is actively delivered to the target organism. May paralyse or incapacitate the target animal, or may be defensive. Venoms contain a range of protein and peptide toxins.
Oh, finalmente ci siamo.
Quindi, cosa deduciamo da tutto ciò? Che,
come mille altre volte (e giustamente!!!), la scienza [
non solo inglese] ha specializzato l’uso di due parole dal significato in larga parte sovrapponibile rendendole univoche e monosemiche (perlomeno in particolari àmbiti).
Quindi, come, in inglese [
moderno], uno
snake può essere
poisonous o
venomous, ma un
mushroom potrà essere solo
poisonous, in maniera speculare, in italiano, un fungo potrà essere tossico o velenoso, ma un serpente potrà essere solo velenoso.
In
àmbito scientifico, però, lo
snake diventa solo
venomous, e in modo analogo, come giustamente proposto da Animo Grato, in italiano si potrebbe riservare
velenoso al solo serpente.
E non ci sarebbe nulla di male in tutto ciò: anzi, quando si ha la fortuna di possedere dei doppioni, la scienza spesso ne specializza l’uso, evitando cosí l’inutile ricorso a criptici tecnicismi, che peraltro molte volte finiscono con l’essere abbreviati, rischiando in tal modo di render vano l’originario proposito di monosemia.
E dopo la critica all’approccio, che mi ricorda molto l’atteggiamento nei confronti della presunta intraducibilità dei forestierismi per la loro intrinseca monosemia [
nella sola lingua d’arrivo, però] («il
mouse non è mica un topolino», «il
computer non è proprio un calcolatore», «il
turnover è molto piú preciso di un banale ‹avvicendamento›»… e ci mancherebbe!), veniamo alle bacchettate piú propriamente linguistiche…
Millermann ha scritto:In tal caso la mia proposta, una neoformazione che mi pare sufficientemente trasparente, è
«Traumatossico» (da τραῦμα [-ατος], ferita).


Non è necessario essere un filologo classico per rendersi conto che la parola è malformata, essendo il prefisso ovviamente
traumato-, non *
trauma-, da cui un impegnativo
traumatotossico.
E,
dulcis in fundo, andiamo direttamente fuori fòro…
Sixie ha scritto:…il termine che cerchiamo dovrebbe essere
virulento, da
virus che significa - a quanto pare - veleno proveniente da (un morso di) animale.
A parte la già rimarcata improponibilità d’un tale traducente (di cui Sixie era sicuramente ben conscia in partenza), purtroppo non possiamo fare affidamento sul glorioso, ma ahimè datato, Pianigiani.
Vīrus continua il protoindoeuropeo *
ueis, *
uisos «veleno» (da cui anche il già citato greco ἰός […un serpente velenoso è sicuramente un animale
iòforo 
]), che nulla ha che vedere con *
uiHs «forza» (da cui il latino
vīs e il greco ἴς), per il quale —sia detto per inciso— non è nemmeno provato il tradizionale collegamento con la radice *
uiHro- di
vir (Michiel de Vaan,
Etymological Dictionary of Latin and the other Italic Languages, Leida: «Brill», 2008,
s.vv.).
In conclusione:
vīrulentus significa, sí, «velenoso» e deriva, sí, da
vīrus «veleno», ma questo veleno non ha nulla d’[intrinsecamente] «attivo», non derivando dalla stessa radice di «forza».