Non è proprio cosí: i (non j) in italiano [moderno] può avere valore vocalico pieno [i] /i/ (accentato: isola, o no: pïano [«di Pio»], viaggio), vocalico asillabico [i̯] /i/ (tradiz., «semivocalico»: mai), di approssimante palatale [j] /j/ (tradiz., «semiconsonantico»: ieri, piano [«lentamente»]) o semplicemente diacritico [∅] (ciabatta, cielo). Inoltre, a ritmo allegro un [i] non accentato (meglio che «atono»: l’italiano, a differenza del greco antico, non possiede «tonemi» [i.e., toni con valore distintivo]) si muta facilmente in [j] se seguíto da vocale.osvaldo ammendola ha scritto:Se io avessi considerato la lettera j esclusivamente come consonante, l'obiezione avrebbe avuto un senso. Però io ho solo sottolineato che in alcuni casi ( e, continuando con gli esempi, basti pensare pure a Jovem=Giove in italiano, oppure Juvenem= giovane ecc.) quel segno ha valore consonantico; ma esso assume, come nei casi citati nella replica, evidentemente anche un valore vocalico. Ecco perché il segno è considerato "semi"…
No, no, non si preoccupi. Non appare pignoleria: è proprio sbagliato [in italiano moderno].osvaldo ammendola ha scritto:…non appaia pedante pignoleria puristica sottolineare, infine, che anche il termine jugero richiederebbe l'articolo "il"…
Vorrei ricordare che il davanti a [j] non è mai stato la norma (nemmeno in antico), anzi: basta leggersi cosa dice al riguardo l’ancor normativo DOP.
Sul «no olofrastico» può trovare innumerevoli discussioni in questa piazza, e non mi pare questa la sede per riesumare l’argomento.osvaldo ammendola ha scritto:E giusto per proporre qualche altro spunto di riflessione, si consideri l'uso scorretto del "non", su quasi tutta la stampa o in televisione, al posto del corretto "no"…
Sí, quando tali sonoosvaldo ammendola ha scritto:…ognuno è libero di esprimersi come crede; tuttavia, le regole, anche in grammatica, se ci sono, andrebbero rispettate. O no?
