Buongiorno, in quanto “anfitrione” del filone cui accennava Millermann, mi sento invitato a tornare sull’argomento (e così ne approfitto per svilupparlo e confrontarmi con nuove opinioni). In effetti c’è una certa contiguità, almeno sul piano dell’appropriatezza di un tempo composto per un evento futuro, tra il quesito di Sabrisax e quello che avevo sollevato di recente; dal punto di vista sintattico, i due esempi sono però speculari: nel caso di Sabrisax si esita di fronte all’apodosi; nel mio, di fronte alla protasi.
Direi, innanzitutto, che nell’esempio di questo filone la protasi al congiuntivo trapassato è corretta, perché situata in un tempo anteriore, e per tale ragione la considererei un punto fermo.
Il problema è l’apodosi e concordo con Sabrisax e con Millermann nel reputare, quantomeno a orecchio, la proposizione con il condizionale presente decisamente stonata.
Non vi nascondo che mi sono attivato nello schematizzare tutte le forme verbali possibili, per raffrontarle e discuterle; ma, alla fine, l’unica accettabile è risultata quella che stiamo mettendo in discussione:
domani sarei partito, se ieri non mi fossi ammalato.
Non riesco a individuare una costruzione che, escludendo il condizionale composto, possa ugualmente trasmettere quel senso di irrealtà.
Del resto, è vero che quel domani non si è ancora compiuto, ma è un momento ipotetico (e, come già citato, irreale) e ho sempre saputo (ma questo non significa che sia corretto…) che il periodo ipotetico è, per così dire, atemporale.
Saluti e tutti gli utenti del forum!
