Ferdinand Bardamu ha scritto: mer, 02 ott 2019 22:50
Mah, guardi, la questione «filologica», come l’ho definita, per quanto le possa parere banale, ha conseguenze sulla scelta del traducente.
Se profondo falso rimane il miglior candidato traducente, vuol dire che di conseguenze la Sua questione filologica non sembra averne molte sulla scelta del traducente. Non trova?
Altrimenti, se ne avesse, dovremmo tradurre falso apprendimento profondo.
No, non trovo: se rilegge con attenzione il mio intervento, vedrà che non ho affatto detto che profondo falso è il «miglior candidato traducente», ma che ha piú probabilità di diffondersi perché è un calco pedissequo che chiunque può fare senza ragionare; ragionando, invece, sulla composizione della parola, non si può non notare come questo calco sia erroneo, perché fraintende l’origine dell’anglismo.
Glielo spiego prontamente: intendevo dire che la parola non è formata da un aggettivo e un sostantivo, ma è una parola macedonia nata dall’unione di deep learning e fake; ne consegue che un calco come profondo falso nasce dal fraintendimento dell’etimo dell’inglese ed è dunque da rigettare. La conseguenza è questa: che il traducente che pare il piú semplice e immediato è erroneo; sarà allora meglio valutare altre traduzioni. Forse non mi sono spiegato bene nell’intervento che ha originato questo scambio; spero di aver chiarito il suo dubbio.
Tornando in tema, credo che l’uso di falso iperrealistico da parte di un giornalista come Attivissimo, che è esperto d’informatica e gode di un buon credito e un buon séguito in Rete, sia un motivo per favorire questo traducente. L’unico problema, e non è un problema da nulla, è che sul motore di ricerca si trovano solo le due occorrenze che ho riportato sopra.
Ci siamo chiariti. Se profondo falso viene giustamente scartato dal dibattito, allora le «conseguenze ('filologiche') nella scelta del traducente» le vedo.
La mia critica aveva senso in un clima di promozione del calco.
Ferdinand Bardamu ha scritto: mer, 02 ott 2019 22:50[...] gli esperti che compongono il gruppo dovrebbero cavalcare l’onda dell’attualità per dare maggiore risalto alla loro proposta di traduzione. Lo faranno?
È una domanda retorica, vero?
Non nutro nemmeno io grandi speranze al riguardo. Comunque sia, per quel che può valere, la settimana scorsa ho scritto alla Crusca per segnalare questo forestierismo incipiente e sollecitare il gruppo Incipit a proporre un traducente.
Sul modello inglese propongo falso artificiale, che ha il pregio di richiamare l'intelligenza artificiale così come deepfake richiama il deep learning.
Giocando sul concetto dell’artificiale, perché non fotoartificio, videoartificio e audioartificio (o, analogamente, fotoartifizio, videoartifizio e audioartifizio) per identificare rispettivamente le fotografie, i video gli audio deepfake?
Faccio notare che avere due parole diverse evita la confusione di non sapere se l’oggetto multimediale in questione sia una foto o un video; tuttavia, quando si vuole parlare dell’intera classe di oggetti creati con tale tecnica, si potrebbero avere problemi: pertanto, il traducente da usare potrebbe essere solo mediartificio, oppure, seguendo altri traducenti già proposti qui, iperartificio o ultrartificio.
Vorrei inoltre far notare che, secondo la definizione del vocabolario Treccani, «artificio» è «spec. al plur., complesso di azioni, procedimenti e sim. escogitati ad arte per qualche scopo», e secondo il De Mauro è «espediente, accorgimento adottato per ottenere un determinato effetto, per migliorare l’aspetto di qcs., di qcn.». Tali definizioni si possono proprio ricollegare al fatto che chi crea tali immagini oggi, spesso e volentieri lo fa ad arte per un scopo (politico o sessuale) e per migliorare —o modificare— l'aspetto di qualcuno.
Carnby ha scritto: mar, 26 mar 2024 16:40
Non ho capito perché ultrafalso non andrebbe bene.
Per me il pregio di deepfake è il richiamo al deep learning: ultrafalso sotto questo punto di vista non è migliore di falso profondo, anche se suona certamente meglio ed è molto più accattivante. Ho proposto falso artificiale perché ovvia a questa mancanza.
12xu ha scritto: mar, 26 mar 2024 19:25
Per me il pregio di deepfake è il richiamo al deep learning: ultrafalso sotto questo punto di vista non è migliore di falso profondo, anche se suona certamente meglio ed è molto più accattivante.
Secondo me questa è una condizione necessaria affinché questo non sia solo un esercizio fine a sé stesso.
Concordo con lei, ma reputo la questione filologica ugualmente necessaria. Alla fine questo foro non è un organo deliberante, ma un luogo di raccolta di informazioni, idee e proposte in cui ogni intervento può essere un impulso ad attuare la potenza dell'italiano. Per esempio Sbarbacipolla ha evidenziato un aspetto importante, e il proposto mediartificio mi pare un buon traducente dell'iperonimo synthetic media.