Quello che mi chiedo è: si può avere una rima con identità di suono, ma invece senza identità grafica? Per esempio: vige ~ valigie (/-ˈiʤe/); pernice ~ camicie (/-ˈiʧe/). Mi scuso se è un quesito banale, ma ho provato a consultare diverse fonti e non ho trovato proprio niente in proposito.I trovatori provenzali rimavano rigorosamente vocali chiuse con vocali chiuse e vocali aperte con aperte, e così pure, secondo l'opinione oggi prevalente, gli antichi rimatori siciliani e certamente l'anonimo autore di un'ampia raccolta di rime genovesi della fine del sec. XIII; ma i rimatori toscani, e poi tutti i poeti italiani che seguirono fino ai tempi moderni, non fecero e non fanno alcuna distinzione fra le due specie di vocali. Per quanto riguarda le consonanti, i poeti italiani fino al sec. XVI fecero distinzione fra z aspra e sonora e non rimarono mai, p. es., mezzo (metà) con prezzo; ma dopo quel secolo la norma non fu rigorosamente seguita da tutti, finché cadde interamente in disuso.

Mi vengono in mente le rime con parole straniere di Pascoli in Italy (febbraio ~ Ohio; gelo ~ fellow), ma non so se sia proprio la stessa cosa...