Quando è usato in senso generico si traduce normalmente con signor[e], anche oggi.sir〈së′ë〉 s. ingl. [dal fr. ant. sire: v. sire]. – Titolo di cortesia inglese, che si antepone, di norma maiuscolo, al nome di battesimo, seguito o no dal cognome (ma non al cognome solo), di cavalieri e baronetti (per es., l’attore Laurence Olivier era chiamato Sir Laurence o Sir Laurence Olivier e non Sir Olivier). Anche, più genericam., appellativo di rispetto, con usi analoghi a quelli dell’ital. signore.
Quando è usato in senso proprio lo potremmo rendere, com'è chiaro, con cavaliere o baronetto: Sir John [Smith] = il cavalier[e] John [Smith] o il baronetto John [Smith], come diremmo il duca Mario Rossi, il conte Mario Rossi, eccetera. Ma è un po' lungo; e se usassimo... ser?

Sir John [Smith] = ser John [Smith]?sère1 s. m. [forma atona ridotta, der. del lat. senior -oris: v. signore e sire], ant. – Sire, signore. Fu in uso nel tosc. ant., soprattutto nella forma apocopata ser, come titolo d’onore premesso al nome di sacerdoti e notari, e più tardi, dalla fine del sec. 13°, di persone di un certo riguardo: ser Francesco di ser Rosso, notaio di grande autorità (M. Villani); Rispuosi: «Siete voi qui, ser Brunetto?» (Dante); sopravvive ancora incorporato in alcuni cognomi di antiche famiglie toscane, come Sercambi, Serristori. Meno com. con uso assol., o come vocativo: o sere, voi siate il ben venuto (Boccaccio).