Ferdinand Bardamu ha scritto: sab, 24 dic 2022 21:40 [I]n quello del Corriere quarantasette (da quanto riesco a intuire —l’accesso è a pagamento— anche in questo caso tutti figurati)…

Moderatore: Cruscanti
Ferdinand Bardamu ha scritto: sab, 24 dic 2022 21:40 [I]n quello del Corriere quarantasette (da quanto riesco a intuire —l’accesso è a pagamento— anche in questo caso tutti figurati)…
Per come l'ho scritto, il mio intervento è stato giustamente marcato come fuori tema. In realtà voleva essere una testimonianza di come allora, almeno tra noi bambini, si era soliti dire scartaggio, a cui va la mia preferenza, e non dribbling. Scusate l'equivoco e buon Natale a tutti.Antujo ha scritto: sab, 24 dic 2022 12:45Fuori temaMi ha fatto ricordare, caro Difesa Italiano, che da bambino io giocavo proprio a scartaggi e tiri in porta nel prato vicino alla canonica anziché andare a catechismo.
?Infarinato ha scritto: sab, 24 dic 2022 16:28Ne prendiamo atto. E poi, con tutto il rispetto, passiamo oltre, ché qui di forestierismi discutiamo da quasi vent’anni, e francamente di rimandarla alle migliaia di argomentazioni e controargomentazioni al riguardo (sostenute da fior di linguisti), che può facilmente reperire in queste stanze, non ne abbiamo punta voglia.Rollo Tomasi ha scritto: sab, 24 dic 2022 16:02 Secondo me, per la tutela della lingua italiana è meglio procedere in altro modo, in linea generale.![]()
Ti ringrazio. Emerge che dribblaggio, nella lingua dei giornali, ha assunto un significato soltanto figurato, mentre nell’accezione propria, sportiva, si adopera soltanto dribbling. Non capisco molto perché, ma è cosí…Infarinato ha scritto: sab, 24 dic 2022 22:45Ferdinand Bardamu ha scritto: sab, 24 dic 2022 21:40 [I]n quello del Corriere quarantasette (da quanto riesco a intuire —l’accesso è a pagamento— anche in questo caso tutti figurati)…Sono abbonato e me ne dà solo due: uno del 1994 e l’altro del 2017, entrambi figurati…
Non credo che il disuso di dribblaggio sia dovuto alla sua radice straniera. Osservo poi che quest’approccio è molto simile a quello del purismo ottocentesco ed è molto poco pragmatico: se rigettiamo dribblaggio e dribblare per la loro radice non italiana, allora, coerentemente, dovremmo trovare un’alternativa anche per turismo, turista e turistico (o, perché no, anche a albergo, albergare, albergatore: qual è il criterio, dove si posa la pietra di confine?). Ma non mi dilungo oltre, perché, come ha sottolineato l’Infarinato, in queste stanze di questo s’è discusso ad nauseam.Rollo Tomasi ha scritto: sab, 24 dic 2022 16:02Non mi piace molto l'idea di adattare i forestierismi, e gli anglicismi in particolare, semplicemente italianizzandoli con l'aggiunta di una vocale finale o una modifica della desinenza che però mantiene sostanzialmente inalterata la struttura del termine originario.
In questo caso con "dribblaggio" si crea proprio questa situazione. E oltretutto, visto che rimane la radice originale, e visto quanto è diffuso da tempo il termine inglese, quello italiano finisce per non essere troppo utilizzato.
Per quanto mi riguarda, là dove le sostituzioni non divengano improponibili. Il dire scoraggiarsi invece che demoralizzarsi; o acclimare invece che acclimatare; o, ancora, follemente piuttosto che alla follia, è oggigiorno, che piaccia o no, piú proponibile che dire sporte.Ferdinand Bardamu ha scritto: dom, 25 dic 2022 12:23 Osservo poi che quest’approccio è molto simile a quello del purismo ottocentesco ed è molto poco pragmatico: se rigettiamo dribblaggio e dribblare per la loro radice non italiana, allora, coerentemente, dovremmo trovare un’alternativa anche per turismo, turista e turistico (o, perché no, anche a albergo, albergare, albergatore: qual è il criterio, dove si posa la pietra di confine?)...
Siamo tutti d’accordo che, nelle condizioni presenti, sporte e filme non sono sociolinguisticamente accettati e non si possono impiegare in una prosa che voglia essere stilisticamente neutra. Ma, come ha sottolineato Infarinato, il purismo strutturale non si limita a suggerire l’epitesi vocalica dei forestierismi radicati uscenti in consonante.G.B. ha scritto: dom, 25 dic 2022 20:57Non ci sarà la lingua pura; ma ci sono certamente parole e modi piú puri e piú propri di altri e l'usare quelli piuttosto che questi, laddove, ripeto, si possa —e sarà un lungo studio delle lingue e della letteratura a suggerire quali vocaboli e in quali circostanze— io lo chiamo un purismo moderato e accettabile. E sí, anche quello ottocentesco, per certi versi (che qui tanto si sbeffeggia in nome d'un altro purismo, ugualmente, se non, nei fatti, piú limitato).
La sua iniziativa ha il mio plauso se amplia le possibilità espressive discriminando tra lingua tradizionale (accorgersi, scoraggiarsi) e innovazioni recenti (realizzare, demoralizzarsi), o se rispolvera reggenze ormai cadute in disuso (gelato di limone, avere che fare) senza proscrivere anacronisticamente l’alternativa piú diffusa. Non sarei d’accordo, ma sono certo che lei non l’intende cosí, se diventasse una sorta di Appendix Probi scollegata dal contesto in cui una certa espressione o una certa parola s’inserisce: mi viene in mente uno scrittore che s’ispirava alle idee del purismo, Carlo Botta, che scriveva «le parti diretane della Giorgia e delle due Caroline» invece che il retroterra o l’entroterra.G.B. ha scritto: dom, 25 dic 2022 20:57D'altra parte, l'obiettivo comune di ogni purismo è, infine, il miglioramento della lingua: quello di cui sto cercando, episodicamente, di tratteggiare i contorni si collocherebbe in centro, portando al limite massimo, ma con ispirito critico, il salvabile del vecchio purismo e denunziando talune incoerenze o derive, non me ne si voglia, del nuovo.
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