«Morbus anglicus»
Moderatore: Cruscanti
Non sono d’accordo, caro Infarinato. La sua mi sembra una visione un po’ troppo statica della struttura di una lingua.
Cominciamo col dire che insinuare il dubbio sul fatto che la nostra lingua in futuro si chiamerà (e sarà) ancora italiana, mi pare fuori luogo. Altre lingue europee, romanze e no, hanno subito vere rivoluzioni e nessuno oggi (in passato no, lo riconosco) si preoccupa di metterne in dubbio la continuità e il nome.
Nell’italiano vi è stato un grande evento che ha fornito la premessa per un cambiamento strutturale della lingua. Quest’evento è stato il passaggio dell’italiano dall’aria protetta della serra, costituita dai cenacoli intellettuali dove sopravviveva, all’aria aperta, costituita dall’Unità d’Italia e dalla successiva alfabetizzazione della popolazione. Una lingua in parte artificiale ha preso contatto con molteplici dialetti e molteplici ambienti sociali, ed ha quindi necessariamente subito una serie di cambiamenti.
Ci vuole del tempo perché fenomeni di deriva tipologica già notevolmente diffusi abbiano un riconoscimento ufficiale.
La struttura dell’italiano contemporaneo ha accettato tranquillamente alcune nuove caratteristiche, fonologiche e fonotattiche, frutto di premesse nate all’interno dei propri confini geografici. Di questi cambiamenti il forestierismo è la spia non la causa.
Cominciamo col dire che insinuare il dubbio sul fatto che la nostra lingua in futuro si chiamerà (e sarà) ancora italiana, mi pare fuori luogo. Altre lingue europee, romanze e no, hanno subito vere rivoluzioni e nessuno oggi (in passato no, lo riconosco) si preoccupa di metterne in dubbio la continuità e il nome.
Nell’italiano vi è stato un grande evento che ha fornito la premessa per un cambiamento strutturale della lingua. Quest’evento è stato il passaggio dell’italiano dall’aria protetta della serra, costituita dai cenacoli intellettuali dove sopravviveva, all’aria aperta, costituita dall’Unità d’Italia e dalla successiva alfabetizzazione della popolazione. Una lingua in parte artificiale ha preso contatto con molteplici dialetti e molteplici ambienti sociali, ed ha quindi necessariamente subito una serie di cambiamenti.
Ci vuole del tempo perché fenomeni di deriva tipologica già notevolmente diffusi abbiano un riconoscimento ufficiale.
La struttura dell’italiano contemporaneo ha accettato tranquillamente alcune nuove caratteristiche, fonologiche e fonotattiche, frutto di premesse nate all’interno dei propri confini geografici. Di questi cambiamenti il forestierismo è la spia non la causa.
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E la sua, caro Bubu, è una «visione un po’ troppo statica» delle opinioni altrui.bubu7 ha scritto:Non sono d’accordo, caro Infarinato. La sua mi sembra una visione un po’ troppo statica della struttura di una lingua.

Beh, allora diciamo che si potrà magari parlare d’italiano «antico», «medio» (il nostro) e «moderno» (se mai esisterà) cosí come si fa per l’inglese. Del resto, le suddivisioni sono sempre piuttosto arbitrarie: come soleva mostrare il Devoto con un famoso esempio, il «latino arcaico» è quasi altrettanto distante dal «latino classico» (se non di piú) di quanto quest’ultimo non sia dall’italiano…bubu7 ha scritto:Cominciamo col dire che insinuare il dubbio sul fatto che la nostra lingua in futuro si chiamerà (e sarà) ancora italiana, mi pare fuori luogo. Altre lingue europee, romanze e no, hanno subito vere rivoluzioni e nessuno oggi (in passato no, lo riconosco) si preoccupa di metterne in dubbio la continuità e il nome.
Bene, ma questo non contraddice assolutamente quello che s’è detto: è semplicemente una questione di punti di vista e del giudizio che si dà del fenomeno, e qui ognuno è ovviamente libero di pensarla come gli pare.bubu7 ha scritto:Nell’italiano vi è stato un grande evento che ha fornito la premessa per un cambiamento strutturale della lingua. Quest’evento è stato il passaggio dell’italiano dall’aria protetta della serra…
A proposito, mi è capitato di sentire mia nonna (che è della zona di Padova) dire "mi metto il gòlfo" invece che "il golf". In quel momento però stava parlando in "semidialetto"; non so se lo faccia anche quando parla italiano...Marco1971 ha scritto:non è vero che in tutti i dialetti settentrionali la finale consonantica è strutturale (in veneto, ad esempio, non è – se non erro).

Personalmente non ho mai detto né pullover né golf ma sempre golfo (o maglione) istintivamente, come istivamente lo dicevano altre persone con cui parlavo quando abitavo in Sicilia. Certo mi si potrà dire che sono ignorante, ma è istintivo, e non ha nulla a che vedere col mio dialetto (maglione=magghiuni).
Felice chi con ali vigorose
le spalle alla noia e ai vasti affanni
che opprimono col peso la nebbiosa vita
si eleva verso campi sereni e luminosi!
___________
Arianna
le spalle alla noia e ai vasti affanni
che opprimono col peso la nebbiosa vita
si eleva verso campi sereni e luminosi!
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Arianna
Il solito razzismo vocalico! L'atteggiamento è naturalissimo se si è veneti, perché in dialetto venetoMarco1971 ha scritto:Probabilmente in italiano (ed è questo il lato assurdo) non lo farebbe. Ma l’esempio di sua nonna è sintomatico d’un atteggiamento naturalissimo, che è quello di ricondurre forme devianti al sistema «normale». Le mandi un bacio da parte mia!
le parole finiscono in vocale! E alla memoria di mia nonna, che non essendo veneta diceva "am méti sü 'l gòlf" (o "al golfìn"), niente baci?
Sito: garzantilinguistica. Argomento: nuovo Garzanti in CD-Rom. Presentazione:
Già: versione o edizione, in italiano, non si possono applicare a supporti elettronici, oh no; infatti, i grandi conoscitori della lingua dicono, italianissimamente, release. Un arricchimento da non perdere! 
«Per conoscere e approfondire la lingua italiana»...La nuova release presenta: ...


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SPEAKERAGGIO
Il contraltare italiano di alcune parole inglesi che un grande presentatore e intervistatore della BBC, John Humphrys, classifica come tipiche del «nuovo gergo bestiale».
Uri Burton
Interessante:
Grazie e buona giornata.
PS: (riprendendo la segnalazione di bubu7) ma al posto di spicheraggio (ovviamente scritto come sul sito, nella maniera corretta e giusta, cioè italiana
) non si poteva scrivere lettura?
è possibile ricevere qualche informazione o collegamento per approfondire il significato dell'espressione?Uri Burton ha scritto:...«nuovo gergo bestiale».
Grazie e buona giornata.
PS: (riprendendo la segnalazione di bubu7) ma al posto di spicheraggio (ovviamente scritto come sul sito, nella maniera corretta e giusta, cioè italiana

Ultima modifica di LCS in data ven, 29 set 2006 12:47, modificato 1 volta in totale.
ECG
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GERGO BESTIALE
L’espressione compare in Born in Exile, un romanzo di George Gissing, scrittore tardo-vittoriano, uno dei primi «naturalisti» inglesi famoso per l’impegno sociale. Si riferiva alla lingua del sottoproletariato londinese, così diversa dai dialetti e così spiacevole all’udito perché dava l’idea della brutalità di chi, a causa delle circostanze sfavorevoli della vita, era tristemente costretto a una tragica lotta per la mera sopravvivenza. Ora è stata riproposta da Humphrys nel corso d’una trasmissione radio sull’inglese modello in contrapposizione al vernacolo di quella piccola borghesia arricchita che non manifesta ideali diversi dal consumismo e che per un verso parla in «punta di lingua» e per un altro deforma le parole e nel suono e nel significato. Non ci sono collegamenti specifici. John Humphrys ha adoperato la locuzione bestial jargon quasi di sfuggita, dopo essersi battuto, anche in un suo libro sull’inglese, per la conoscenza delle regole. Le quali, a suo avviso, lungi dall’imbrigliare il parlante, gli consentono di spaziare scegliendo i più efficaci modi espressivi.LCS ha scritto:Interessante:
è possibile ricevere qualche informazione o collegamento per approfondire il significato dell'espressione?Uri Burton ha scritto:...«nuovo gergo bestiale».
Cordialmente,
Uri Burton
Certo, "lo speakeraggio dei lemmi" vuol dire lettura (o pronuncia) dei lemmi, specialmente in un contesto non radiofonico come questo.LCS ha scritto:Interessante:
PS: (riprendendo la segnalazione di bubu7) ma al posto di spicheraggio (ovviamente scritto come sul sito, nella maniera corretta e giusta, cioè italiana) non si poteva scrivere lettura?
E' molto interessante e indicativo il fatto che queste scelte terminologiche vengano compiute dai produttori di un dizionario di Italiano.
Ricordo che di speakerare e speakeraggio si parlò (brevemente) qui.
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