Comprendo che non sia attestato storicamente, né d’altronde ho affermato il contrario, ma non mi sono chiare le ragioni per un giudizio tanto netto.
Considerazioni storiche
Circa l’assenza d'attestazioni storiche, avanzo un’ipotesi.
Sappiamo tutti che il gruppo /ps-/ non appartiene all’italiano di tradizione ininterrotta, facendo la sua comparsa coi cultismi. Diversamente dallo spagnolo, l’italiano (purtroppo…) non l’ha adattato nella sua apparizione moderna come invece aveva fatto tradizionalmente (
salmo <
psalmus,
salterio <
psalterium), per cui ci troviamo
ps- stabilmente in molte parole, alcune specialistiche, altre anche dell'uso comune.
All’inizio, al presentarsi d'un gruppo nuovo e raro, non tradizionale, ci possiamo aspettare comprensibilmente una certa incertezza nel trattarlo, in questo caso circa quale forma dare ad articoli, preposizioni, se troncare gli aggettivi o no; pensiamo a un gruppo raro come
pn- e a come ancora oggi molti discutano a fatichino a stabilire se si debba dire
lo pneumatico o
il pneumatico; per non dire che molti faticano persino a seguire le norme consolidate per casi anche «facili» (cose che sento dalle mie parti:
un gnocco,
buon studio, ecc.).
Ora, nel caso specifico di
ps- (se possiamo ritenere affidabili i grafici di Ngram), all’inizio osserviamo non una generica incertezza, ma addirittura una preferenza per le forme
il (anche al plurale e nelle preposizioni:
i, del, dei, al, ai, ecc.) rispetto alle forme
lo (
gli, dello, degli, allo, agli, ecc.).
Se la cosa non è vistosa per
un psicologo ~ uno psicologo, lo è già di più per
lo psicologo (dello psicologo, allo psicologo) ~ il psicologo (del psicologo, al psicologo); e diventa molto chiara se guardiamo
i plurali: la forma
i psicologi (
dei psicologi, ai psicologi) è costantemente maggioritaria rispetto a
gli psicologi (
degli psicologi, agli psicologi) fino ai primi anni del Novecento; poi abbiamo per qualche decennio una fase di coesistenza delle due forme circa alla pari, finché
i psicologi inizia a essere minoritario intorno al 1930, per poi decrescere costantemente fino ai giorni nostri.
Dunque, che cosa c’entra tutto questo? È presto detto: nel momento in cui le forme
il ps- escono dall’uso, anche l’
i prostetica sta ormai scomparendo. L’assenza d’attestazioni, considerato ciò, non sorprende più tanto: se prima si diceva prevalentemente
il psicologo, per forza non si diceva *
in ipsicologia. Tanto più che la crescita delle forme senz’
i prostetica era già iniziata da decenni: mentre
ps- si affermava nella lingua, l’
i iniziava già ad avere sapor d’antiquato.
(Cfr. anche altre parole:
il pseudoprofeta ~ lo pseudoprofeta;
il psichiatra ~ lo psichiatra;
il pseudonimo ~ lo pseudonimo).
Insomma, non so quanto il dato storico «zero» possa essere considerato significativo per ricavarne un rifiuto spontaneo e totale di
in ips- e simili da parte del sistema italiano. Tutt’altro sarebbe stato se il primo fatto (la sparizione di
il ps- rispetto a
lo ps-) fosse avvenuto uno o due secoli prima del secondo (la caduta in disuso dell’
i prostetica): allora sarebbe un altro discorso.
Considerazioni strutturali
L’indicazione del Treccani mi sembra troppo categorica, dimenticando
sc- /*ʃ-/ per cui l’
i prostetica è ampiamente documentata (
1,
2,
3…); forse
sc- /*ʃ-/ è considerabile un’«esse impura» dal punto di vista grafico, ma foneticamente è un suono con particolarità sue che non lo rendono del tutto riducibile a
sC- /sC-/ ~ /zC-/.
Se tralasciamo i casi di
z- e /j-/, «controversi» e particolari, dal punto di vista del sandi vediamo, sia teoricamente sia di fatto nell’uso concreto, che c’è una chiara somiglianza, o forse addirittura corrispondenza, fra la scelta degli allomorfi
lo e
gli e l’inserimento dell’
i prostetica (quando ancora questa si usava diffusamente, beninteso).
(Vedo che Canepari trascrive
ps- con la stessa divisione sillabica che usa per l’
s complicata: nel
DiPI,
psichico /pˈsikiko/,
Psello /pˈsɛllo/,
Pseudolo /pˈsɛudolo/ simili a
stabile /sˈtabile/,
spiaccico /sˈpjaʧʧiko/,
strabico /sˈtrabiko/).
Se consideriamo corretto l’uso assestatosi di
lo anziché
il davanti a
ps-, non capisco perché rifiutare tanto nettamente l’
i prostetica, il cui uso mi pare sostanzialmente e funzionalmente analogo.
╲ | lo? | i prostetica? |
/sC-/ |  |  |
/zC-/ |  |  |
/*ʃ-/ |  |  |
/ps-/ |  | ? |
C'è un'altra cosa da dire. L'ovvia differenza fra il caso di /ps-/ e gli altri è che /ps-/ non appartiene alla fonotassi tradizionale: se gli altri sono normalmente ammissibili in posizione iniziale o posvocalica, mentre creano gruppi inaccettabili solo in posizione posconsonantica (donde l'inserimento dell'
i), /ps/ non sarebbe ammissibile in nessuna posizione. Ma la differenza fra i due casi, ai miei occhi, non ispinge a rifiutare l'ammissibilità dell'
i per /ps/, al contrario: proprio perché /ps/ è una sequenza più ostica delle altre, è ancora più bisognosa di [e alleviata da] una vocale d'appoggio precedente.
(Tutto ciò, di nuovo, ponendo per ipotesi di dover conservare
ps-).