«Bharat»

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Moderatore: Cruscanti

Avatara utente
Lorenzo Federici
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«Bharat»

Intervento di Lorenzo Federici »

Potreste aver letto che il presidente dell'India, nell'invito rivolto agli ospiti del G20, s'è firmato presidente del Bharat.

Se per Türkiye l'adattamento sarebbe comunque Turchia (al massimo facendolo diventare /tu̍rkja/ o esagerando Turcia /tu̍rʧa/, ma si può aprire un filone a parte per questo), per Irano e Iraca i nomi Persia e Mesopotamia non sono più accettabili. Una sorte simile potrebbe essere quella dell'India, che diventerebbe ufficialmente Bharat.
Fuori tema
E i BRICS? Qualcuno pensi ai BRICS:x:
Il nome viene dall'indiano* भारत (bhārat), a sua volta dal sascrito भारत (bhārata). Ho trovato l'adattamento (forse involontario) Barata. Qui non ha l'articolo, ma io direi il Barata, anche perché la Barata in italiano può far intendere qualcos'altro (la [terra] barata, cioè truffata).

* Ne approfitto per farvi notare che l'indi(ano) è a volte detto indiurdù, visto che le lingue indi e urdù sono comprensibili reciprocamente. Un altro nome dell'indiurdù, almeno in inglese, è Hindustani, aggettivo derivato da Hindustan, che altro non è che il nome persiano dell'India. Anche in Hindi la -i è d'origine persiana e, se abbiamo persiano per Farsi, israeliano per Israeli, nepalese per Nepali e iracheno per Iraqi, avrebbe senso usare indiano per l'indi, lingua ufficiale secondo la Costituzione indiana.
Avatara utente
G. M.
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Re: «Bharat»

Intervento di G. M. »

Trovo fastidioso quest'uso, ormai ricorrente, di autoridenominarsi pensionando nomi anche millenari. Se per la Turchia la cosa era anche anche comprensibile visto il ben noto e longevo doppiosenso, la cosa lascia invece perplessi per l'India, dove non mi sembrano esserci problemi simili. Se la cosa è fatta per liberarsi dall'impronta della «schiavitù coloniale» et similia, il tutto mi sembra assurdo: si considera aliena e nemica non in generale la lingua dell'antico colonizzatore —che anzi si continua a usare normalmente e ufficialmente— ma solo una singola denominazione in quella lingua, denominazione peraltro enormemente più antica dell'epoca coloniale stessa?
Altro discorso è se si vuole rimuovere forme derivate dall'inglese India dalle lingue indigene del paese. Ma qui si parla del nome in inglese.

Se il mio paese fosse stato colonizzato dalla Polonia e di conseguenza usasse il polacco, se la cosa mi disturbasse sarei più interessato a rimuovere del tutto il polacco che a lamentarmi (in polacco) perché Włochy è diverso da Italia. Boh.

(A pensar male si fa peccato, ma forse oggi all'India non dispiace troppo conservare una lingua che potrebbe darle grandi vantaggi economici rispetto ai concorrenti... 😶‍🌫️).
Fuori tema
Una curiosità sull'esperanto, nominato di sfuggita di recente in questa piazza. In esperanto, l'India da tempo si chiama comunemente Barato: un'evoluzione criticata anche aspramente, in quanto contraria ai principî stessi della lingua (durissimo A. Cherpillod, in La propraj nomoj - Les noms propres, 2010, § VI.3.2, pp. 34–35). Se per parecchie scelte lessicali ormai antiquate l'esperanto rivela chiaramente la sua "età", per questa invece gli esperantisti potrebbero essere stati bizzarramente preveggenti... :mrgreen:
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Carnby
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Re: «Bharat»

Intervento di Carnby »

  1. L’«Iran» si può ancora chiamare Persia, anche se dal tempo della Repubblica islamica (Khomeini) non si è più usato;
  2. hindustani si traduce correttamente in italiano con indostano, ma l’indi ne è solo una «parte» (l’altra è l’urdù).
domna charola
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Re: «Bharat»

Intervento di domna charola »

G. M. ha scritto: mer, 06 set 2023 11:13 Trovo fastidioso quest'uso, ormai ricorrente, di autoridenominarsi pensionando nomi anche millenari. Se per la Turchia la cosa era anche anche comprensibile visto il ben noto e longevo doppiosenso, la cosa lascia invece perplessi per l'India, dove non mi sembrano esserci problemi simili. Se la cosa è fatta per liberarsi dall'impronta della «schiavitù coloniale» et similia, il tutto mi sembra assurdo: si considera aliena e nemica non in generale la lingua dell'antico colonizzatore —che anzi si continua a usare normalmente e ufficialmente— ma solo una singola denominazione in quella lingua, denominazione peraltro enormemente più antica dell'epoca coloniale stessa?
Il nome proprio racchiude in sé l'essenza stessa della cosa/persona che indica, questa è una percezione antichissima e comune in molte civiltà dell'Uomo. Si può parlare, apparire, comportarsi come i conquistatori, ma il nome proprio di un popolo, quello in cui i membri dello stesso - e solo loro - si riconoscono, è un elemento identitario molto forte.
India è un nome che deriva dall'esterno, si riferisce oltretutto alla valle dell'Indo e quindi nemmeno a tutta la nazione. Bharat si rifà invece a un eroe eponimo della tradizione - o forse addirittura religione - indiana, quindi si tratta di un vero e proprio recupero delle origini arcaiche e, in termini politici, di un'affermazione molto forte.
Chiaro che tutti i non appartenenti a un certo popolo non possano capire la portata della scelta di un nome piuttosto che un altro, dato che tale scelta affonda le radici nella visione del mondo maturata da quel popolo, ma estranea - se non aliena - per gli altri.
Avatara utente
Infarinato
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Re: «Bharat»

Intervento di Infarinato »

Vorrà dire che, in ossequio all’etimo sanscrito, d’ora in poi chiameremo l’India Ferenda (soprattutto da parte nostra, che dobbiamo «sopportare» anche questa)… :roll:
brg
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Re: «Bharat»

Intervento di brg »

domna charola ha scritto: mer, 06 set 2023 17:33 Il nome proprio racchiude in sé l'essenza stessa della cosa/persona che indica, questa è una percezione antichissima e comune in molte civiltà dell'Uomo. Si può parlare, apparire, comportarsi come i conquistatori, ma il nome proprio di un popolo, quello in cui i membri dello stesso - e solo loro - si riconoscono, è un elemento identitario molto forte. [...]
Appunto. Per coerenza quegli indiani, solo poche centinaia di milioni, che parlano lingue dravidiche, che cosa dovrebbero fare?

Tornando alla questione linguistica, in italiano è e rimane India.
domna charola
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Re: «Bharat»

Intervento di domna charola »

…in effetti… in fondo è come Venezia, che all'estero si ostinano a stravolgerne il nome e noi continuiamo a sopportare in silenzio… :roll:
Avatara utente
Carnby
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Re: [FT] «Venezia»

Intervento di Carnby »

Fuori tema
Perlomeno Ven- (Venice, Venedig, Venise…) rimane intatto in molte lingue.
domna charola
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Re: [FT] «Venezia»

Intervento di domna charola »

Fuori tema
…No no no NOOO!!! si dice "la Serenissima"!!! :P
Avatara utente
Carnby
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Re: [FT] «La Serenissima»

Intervento di Carnby »

Fuori tema
Serenissima è ambiguo: potrebbe essere anche la Repubblica di San Marino. :P
domna charola
Interventi: 1653
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Re: [FT] «La Serenissima»

Intervento di domna charola »

Fuori tema
Quella è una brutta copia... e poi vince l'estensione territoriale massima raggiunta. :P
San Marino è una moschina che lasciamo sopravvivere perché attira turisti che poi per motivi di numero finiscono per dormire in italia.
Avatara utente
Carnby
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Re: «Bharat»

Intervento di Carnby »

G. M. ha scritto: mer, 06 set 2023 11:13 Se la cosa è fatta per liberarsi dall'impronta della «schiavitù coloniale» et similia, il tutto mi sembra assurdo: si considera aliena e nemica non in generale la lingua dell'antico colonizzatore —che anzi si continua a usare normalmente e ufficialmente— ma solo una singola denominazione in quella lingua, denominazione peraltro enormemente più antica dell'epoca coloniale stessa?
La cosa buffa è che tre primi ministri delle Isole britanniche (e pure il sindaco di Londra) sono di origine indiana o pachistana.
G. M. ha scritto: mer, 06 set 2023 11:13 Se il mio paese fosse stato colonizzato dalla Polonia e di conseguenza usasse il polacco, se la cosa mi disturbasse sarei più interessato a rimuovere del tutto il polacco che a lamentarmi (in polacco) perché Włochy è diverso da Italia.
Mutatis mutandis, in ungherese si dice Olaszország, anch’esso troppo «diverso» da Italia et similia.
domna charola
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Iscritto in data: ven, 13 apr 2012 9:09

Re: «Bharat»

Intervento di domna charola »

La questione di cambiare nome si ripropone comunque periodicamente, ogni volta che uno stato cambia regime.
Negli anni '70 più o meno, il Congo divenne Zaire, per poi tornare Repubblica Democratica del Congo alla caduta di Mobutu, e nessuno ha pensato, mi pare, di sindacare sulle loro scelte simboliche; la capitale cambiò nome in Kinshasa e tale è rimasta, anche dopo.
Questo per dire che se un popolo, una nazione o un regime decide, per segnare uno stacco con un passato ritenuto non più accettabile, di cambiare nome, sarei per rispettarne la scelta, perché non ho né gli elementi né il sentire per metterla in discussione. Indipendentemente questo dal fatto che i ministri inglesi siano indiani, pachistani o qualsiasi altra cosa: sono appunto "indiani", frutto di quella fase storica e cresciuti in quel contesto, in cui le indie erano inglesi.
Ora quelle Indie non ci sono più, o per lo meno, restano nei libri di storia e nei romanzi di Salgari, mentre la nuova india ha deciso di darsi un altro volto. Ha senso, non ha senso, è ridicolo? Non è in fondo affar nostro.

Lecito invece, prendendo atto delle nuove scelte, rendere accettabile alle nostre orecchie e alle nostre penne il nuovo termine straniero.
Difesa Italiano
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Re: «Bharat»

Intervento di Difesa Italiano »

Concordo in pieno con @domna charola... Noi non abbiamo né l'autorità e né l'ambizione di giudicare scelte di questo genere, ma abbiamo invece il dovere di prendere atto di tali scelte ed agire di conseguenza!
Avatara utente
Carnby
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Iscritto in data: ven, 25 nov 2005 18:53
Località: Empolese-Valdelsa

Re: «Bharat»

Intervento di Carnby »

Cambiare nome all’India non è la stessa cosa che cambiarlo a Singapore (tanto per fare un esempio). Si tratta di un Paese stranoto, con un nome di tradizione millenaria in tutte le lingue europee, classiche e moderne. Non nego che «India» possa essere al limite considerato ambiguo (le «Indie occidentali», gli «Indiani d’America» ecc.) ma ha dato origine a modi di dire, prefissi etnico-linguistici ecc.
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