Infarinato ha scritto:Decimo ha scritto:La ringrazio, Bue, per questo intervento, perché fra l'altro sostiene la teoria (della quale mi faccio fautore) per la quale l'armonia del suono del termine ha un'importanza non secondaria…
Questo, proprio non riesco a leggercelo nell’intervento di Bue, né nel ragionamento del redattore dell’Adelphi…
Decimo ha scritto:…potendo infatti alcuni vocaboli rimandare a realtà più obsolete, o, più in generale, meno alla portata del significato di cui si fanno vessillo.
Questo, invece, sí…
Decimo ha scritto:Si perdoni la mia ridondanza, però desidero che tutti si pongano il problema, come me, del rapporto fra significato e musicalità del significante, quello stesso problema che ha cancellato i calcolatori dall'uso comune.
Cioè, quindi, di là dalla soggettività del «criterio» che Lei propone, secondo Lei
computer sarebbe «piú musicale»
in italiano di
calcolatore?

Mi permetta di dubitarne…
D'accordo, il mio errore sta alla radice. Sarà forse la mia ascendenza sofistica, ma è bene cominciare a lavorare da socratici... Si ponga prima di commentare la domanda: "
Cos'è l'armonia del suono e
cos'è la tolleranza uditiva di cui tanto vaneggia il buon Decimo Paolini?"
Tenterò di rispondere.
Con musicalità del significante io intendo chiaramente l'aderenza del vocabolo (preso in considerazione quale emissione di suoni) al campo cui esso riferisce. Come nel mio intervento all'interno della discussione sul
podcasting ho spiegato per la validità di
spassino per
iPod, ad avere un qualche successo memico (da non confondere con
mnemonico) è necessario far sì che l'armonia degli elementi fonici (musicalità appunto) del traducente rimandi direttamente all'area cui appartiene.
Questo è il principio di base per cui
calcolatore è stato bollato quale termine obsoleto: cioè non accade viceversa. Esso sembra riferirsi ad antichi macchinari di calcolo perché
"calcolo" non rientra più fra le operazioni tecnologiche moderne: quest'ultimo stesso è l'idea del
superato contenuto in
calcolatore e non il traducente preso in esame, ossia, è
"calcolo"a divenire stridente all'orecchio del profano, e con esso appunto tutti i suoi derivati.
Quanto alla musicalità di
computer, è assurdo non riconoscerla! Insegnano sin dal primo liceo che
l'accostamento di una vocale e della i semiconsonantica determina un suono dolce e piacevole all'udito, ben distante dal zoppicante
-lc- e della sequenza di suoni duri contenuti in quello che fu il suo traducente:
ca
lcolatore.
Il termine
elaboratore è privo di gruppi consonantici aspri, e anzi, caratterizzato proprio dal
l'assenza di consonanti doppie che
dona levità al vocabolo.
L'attendibilità di questi criteri (sicuramente soggettivi) sia valutata da voi stessi, e perdonate se ho sconfinato in un campo di cui ho appena qualche nozione... Però sia chiaro che questi sono simili ai criteri che rendono maggiormente efficaci le pubblicità.