Vorrei iniziare raccontandovi un aneddoto. Anni '80, aula universitaria, prima lezione di
elettronica applicata: come sempre mi metto, diligente, a prendere appunti. Il professore parla di "relè": io, sicuro di me sul francese ma digiuno d'elettronica, scrivo subito «relais». Poi, però, dubbioso, durante la breve pausa a metà lezione sbircio gli appunti dei colleghi vicino a me, e vedo che loro avevano scritto «relè»! In preda al panico, correggo immediatamente tutte le occorrenze di
relais che avevo scritto, prima che qualcuno le scoprisse. Se avessi saputo che invece avevo ragione [anch']io!
Questo per osservare che, già allora, la grafia adattata era la norma. E, ancor oggi, sembra essere quella
maggioritaria.
In questo filone, a quanto sembra, si parla di
relais nella sua accezione elettronica, pur se nel titolo ciò non è specificato. Vorrei perciò aggiungere che, secondo me, il significato che si dà oggi al francesismo (scritto con questa grafia) è solitamente un altro: quello di «piccolo albergo elegante di campagna», come si può facilmente verificare
qui e
qui.
In questo caso, cosa fare?
Relè mi sembra troppo connotato per poter essere usato in quest'accezione. Dobbiamo accontentarci di
albergo? Ma di certo, nei titoli degli articoli citati, ciò non sarebbe sufficiente.
