«Dentro» ~ «d’entro»
Moderatore: Cruscanti
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«Dentro» ~ «d’entro»
Buon giorno a tutti cruscanti,
mi chiedevo quali fossero le differenze d'uso di dentro e d'entro e se potessero essere intercambiabili come scrizioni.
mi chiedevo quali fossero le differenze d'uso di dentro e d'entro e se potessero essere intercambiabili come scrizioni.
- Infarinato
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Re: «Dentro» ~ «d’entro»
No, non sono intercambiabili. 

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Re: «Dentro» ~ «d’entro»
Ergo, piú che una variante di dentro, d'entro starebbe per 'da entro' con da elisa?
Ultima modifica di Carlo_Porta04 in data dom, 11 ago 2024 17:59, modificato 1 volta in totale.
- Infarinato
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Re: «Dentro» ~ «d’entro»
No, sta per di entro, cioè «di dentro».
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Re: «Dentro» ~ «d’entro»
Allora come si spiegherebbe che nello Zingarelli, nella voce entro, compaia il punto "da entro" col simbolo di espressione arcaica e si adduca una citazione dantesca con d'entro?
- Millermann
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Re: «Dentro» ~ «d’entro»
Se possiamo fidarci del dizionario Gabrielli in Rete, alla voce entro è spiegato in modo chiaro che d'entro può avere due distinti significati:
1) Come preposizione, vale da dentro;
2) Con valore aggettivale (invariabile) significa interno (quindi, letteralmente, di dentro).
Maggiori approfondimenti potrà trovare nella voce dell'Enciclopedia dantesca Treccani. A mio parere, si può concludere che d'entro (come preposizione) può valere indifferentemente di/da dentro, ma sempre con valore di moto da luogo (che in italiano moderno si costruisce preferibilmente col «da», ma non cosí ai tempi di Dante).
Ora, giusto per completezza, invento un paio di frasi (piú verosimili di quelle dantesche) con le due accezioni:
1) Quando mi sono avvicinato ho sentito un rumore che proveniva d'entro la stanza.
2) Il cellulare lo tengo sempre nella tasca d'entro del giaccone.
Le frasi suonano comunque arcaizzanti, e le userei unicamente nello scritto, ché essendo d'entro e dentro omofoni, a volerle pronunciare si rischia d'apparire, anziché eruditi, sgrammaticati!
1) Come preposizione, vale da dentro;
2) Con valore aggettivale (invariabile) significa interno (quindi, letteralmente, di dentro).
Maggiori approfondimenti potrà trovare nella voce dell'Enciclopedia dantesca Treccani. A mio parere, si può concludere che d'entro (come preposizione) può valere indifferentemente di/da dentro, ma sempre con valore di moto da luogo (che in italiano moderno si costruisce preferibilmente col «da», ma non cosí ai tempi di Dante).

Ora, giusto per completezza, invento un paio di frasi (piú verosimili di quelle dantesche) con le due accezioni:
1) Quando mi sono avvicinato ho sentito un rumore che proveniva d'entro la stanza.
2) Il cellulare lo tengo sempre nella tasca d'entro del giaccone.
Le frasi suonano comunque arcaizzanti, e le userei unicamente nello scritto, ché essendo d'entro e dentro omofoni, a volerle pronunciare si rischia d'apparire, anziché eruditi, sgrammaticati!

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