«Tag» e «geotag»

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Marco1971
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«Tag» e «geotag»

Intervento di Marco1971 »

In informatica, per tag si può usare etichetta:
Il GRADIT ha scritto:²etichetta 3 TS inform., nei linguaggi assemblativi, gruppo di caratteri che indica in modo sintetico ma univoco una posizione, un’istruzione, un record, un programma ecc., e che viene usato per identificare e per richiamare le informazioni cui si riferisce.
E allora lasciamo perdere geotag. Meglio geoetichetta, come anche in spagnolo. O, se non ispaventa la lunghezza, etichetta geografica, come si legge in rete.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Re: «Tag» e «geotag»

Intervento di Freelancer »

Marco1971 ha scritto:In informatica, per tag si può usare etichetta:
Il GRADIT ha scritto:²etichetta 3 TS inform., nei linguaggi assemblativi, gruppo di caratteri che indica in modo sintetico ma univoco una posizione, un’istruzione, un record, un programma ecc., e che viene usato per identificare e per richiamare le informazioni cui si riferisce.
E allora lasciamo perdere geotag. Meglio geoetichetta, come anche in spagnolo. O, se non ispaventa la lunghezza, etichetta geografica, come si legge in rete.
No, non va bene perché potrebbero comparire nello stesso contesto tag e label.

Scriva in italiano la seguente frase attinente a istruzioni per scrivere nel linguaggio html:

The content between the start and end tag is used as the label for the link.

Qui tag è codice.

Di esempi simili se ne possono fare tanti, naturalmente.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Bene, attendiamo i suoi suggerimenti (se ne ha). :)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Intervento di Freelancer »

Suggerimenti su che? Ho gà detto che tag è codice, non basta?
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Freelancer ha scritto:Suggerimenti su che? Ho gà detto che tag è codice, non basta?
Quindi geotag > geocodice?
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Intervento di Freelancer »

Marco1971 ha scritto:
Freelancer ha scritto:Suggerimenti su che? Ho gà detto che tag è codice, non basta?
Quindi geotag > geocodice?
Perché no, per analogia? Ma ho appena visto che è già una battaglia persa, è diffuso geotagging e geotag. Però c'è qualche occorrenza anche di geocodice, ne ho vista una in una tesi sul geomarketing.
:wink:
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Mi garbicchia geocodice. Ma lei non vada troppo in estasi itanglianeggiando. ;)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Intervento di Freelancer »

Marco1971 ha scritto:Mi garbicchia geocodice. Ma lei non vada troppo in estasi itanglianeggiando. ;)
Mah, non sono sicuro cosa voglia dire. Lei sa che non è che vada pazzo per i prestiti integrali, soltanto li uso quando sono necessari.
Mica mi entusiasmo per un banale geotagging, solo osservavo che è normale sia diffuso, gli italiani usano tranquillamente il suffisso -ing come sappiamo, più o meno fa parte del terzo sistema fonologico.
Non si spaventi di un geotag, si tranquillizzi pensando che in qualunque contesto potrà contrapporvi un geocodice senza apparire troppo poco tecnico.
:wink:
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Intervento di Marco1971 »

Non mi spavento, ci ho fatto il callo. Gli italiani, a dire il vero, non usano -ing spontaneamente (sennò avremmo anche, che so io, *sentiring, mangiaring, stamparing, ecc.), che è suffisso aggiungibile solo a una radice anglosassone. Ma non escludiamo che un giorno (non troppo lontano) accada anche questo.

Intermezzo-tristezza concesso? :)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Intervento di Freelancer »

Marco1971 ha scritto:Non mi spavento, ci ho fatto il callo. Gli italiani, a dire il vero, non usano -ing spontaneamente (sennò avremmo anche, che so io, *sentiring, mangiaring, stamparing, ecc.), che è suffisso aggiungibile solo a una radice anglosassone. Ma non escludiamo che un giorno (non troppo lontano) accada anche questo.

Intermezzo-tristezza concesso? :)
Intendevo dire, naturalmente, che lo usano tranquillamente quando la radice è parola inglese o con parole pseudo-inglesi, come footing. Non credo proprio che accadrà con le radici italiane. Francamente non capisco perché si rattristi. O meglio, non me ne capacito.
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Intervento di Marco1971 »

Qualcuno mi sa spiegare la differenza tra code, label e tag? Anche in questo dizionario d’informatica traducono tag con etichetta... :roll:
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
fabbe
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Intervento di fabbe »

Dipende dal contesto.

In informatica - per quanto ne so - la corrispondenza è questa:

Tag: marcatore
Label: identificatore
Code: Codice
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Intervento di Infarinato »

fabbe ha scritto:Dipende dal contesto.

In informatica - per quanto ne so - la corrispondenza è questa…
Sí, tendenzialmente concordo con Fabbe (cfr. il Lessico panlatino di Internet —anche se la IATE traduce tag con identificatore, e marcatore è anche un possibile traducente di cookie). Ma, almeno a livello informale, gli HTML/BBCode tags vengono comunemente chiamati codici HTML/BBCode, e label può anche essere una banale etichetta.

Anche la traduzione ufficiale francese per tag sembra essere marqueur (…del resto, HTML sta per «Hypertext Mark-up Language»), ma i nostri cugini usano anche «gavitello» (balise)! :D
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Intervento di Marco1971 »

Grazie a entrambi. Ma allora la definizione di etichetta che ho riportato sopra, a quale termine inglese corrisponde? Il GRADIT gli dà come sinonimo label. È cosí? Uffa, che confusione! :(
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Daniele
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Intervento di Daniele »

Lo sapete, vero, che i giovani writers chiamano tag quegli orribili scarabocchi che fanno sui muri delle case? Usano anche il verbo taggare: "Raga, stasera si va a taggare"! :wink:
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