«Handout»

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Marco1971
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«Handout»

Intervento di Marco1971 »

Freelancer [url=viewtopic.php?p=16803#p16803]qui[/url] ha scritto:...un esempio per tutte il famoso datino proposto da Castellani per handout al quale possiamo contrapporre la più efficace soluzione (secondo me) allegato proposta da Luca Serianni.
Il Castellani era favorevole a allegato. Cito le sue stesse parole, dall’articolo Velopattino (e altro) (sott. mie):
Si tratta della definizione della parola inglese, in luogo della quale parola si potrebbe usare datino ‘quel che viene distribuito’, sul modello di statino (che era un tempo il verbalino degli esami universitari a Roma), o anche e preferibilmente, come suggerisce Luca Serianni, allegato, ben diffuso in un’accezione un po’ diversa.*
____________________

* L. Serianni mi dice d’esser rimasto gradevolmente sorpreso sentendo adoperare allegato in occasione d’una sua conferenza all’Università di Basilea.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Intervento di Freelancer »

Marco1971 ha scritto:…secondo ogni evidenza lei non ha ancora assimilato i criteri del purismo strutturale, che non ricorre sistematicamente al calco (che rientra nel punto 3 qui sotto). Li ricito:
Arrigo Castellani ha scritto:Forestierismi accettabili, cioè compatibili colle strutture della nostra lingua: s’accettano (tango e simili). Forestierismi che non si possono accettare senza cambiamenti: 1) s’adattano (è il caso di filme e simili); 2) si sostituiscono con voci già esistenti (barca che estromette yacht); 3) si sostituiscono con neoformazioni.
Forse non li ho ancora assimilati perché: 1) l'adattamento è ormai raro e ne abbiamo discusso a iosa; 2) l'uso di una voce già esistente è un'ovvietà; 3) con le neoformazioni bisogna andarci piano perché non si possono creare a raffica.
Comunque nel nostro caso si applica un quarto principio, di grande razionalità: usare materiale preesistente per esprimere il concetto in buon italiano, semplice e chiaro.
:wink:
Marco1971 ha scritto:Il punto è che, oggi, la maggioranza dei parlanti vuole espressioni concise e in parte per questo motivo ricorre all’inglese.
Questa analisi non è corretta; ricorrono all'inglese, come sappiamo, per snobismo/provincialismo, perché non conoscono bene l'inglese e si fanno incantare da parole o espressioni normali, perché non sono attrezzati linguisticamente per sostituire i sintagmi inglesi con sintagmi italiani altrettanto validi, ecc.
Bisogna fare attenzione a non lasciarsi prendere dalla fissazione della brevità; se le persone ricercassero sempre e soltanto la brevità scriverebbero in modo conciso mentre nella maggior parte dei casi scrivono in modo prolisso, perché liberare la propria scrittura dalle ridondanze è difficile.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Freelancer ha scritto:
Marco1971 ha scritto:Il punto è che, oggi, la maggioranza dei parlanti vuole espressioni concise e in parte per questo motivo ricorre all’inglese.
Questa analisi non è corretta; ricorrono all'inglese, come sappiamo, per snobismo/provincialismo, perché non conoscono bene l'inglese e si fanno incantare da parole o espressioni normali, perché non sono attrezzati linguisticamente per sostituire i sintagmi inglesi con sintagmi italiani altrettanto validi, ecc.
Avrà saltato il mio «in parte», come il «preferibilmente» del Castellani. In parte è vero che la brevità conta. LCS mi raccontava in privato d’una sua collega che, per riferirsi al ripiano sommitale d’un mobile (o qualcosa del genere), usò top, e LCS – mia amica che segue questo foro e talvolta partecipa – le chiese del motivo, che era: «Perché è breve.» E di esempi simili ne avrei anche di miei, ma basta questo a dimostrare che si tende a preferire le parole meno lunghe (non parliamo di discorsi lunghi, ma di parole).

Le ragioni che lei adduce per l’uso degli anglicismi le avevo già espresse io stesso nel mio articolo in risposta all’Altieri Biagi, che lei ha letto, come anche Ornella Castellani Pollidori e Luca Serianni.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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«Handout»: «dispensa», «allegato»

Intervento di Infarinato »

Si tratta della definizione della parola inglese, in luogo della quale parola si potrebbe usare datino ‘quel che viene distribuito’, sul modello di statino (che era un tempo il verbalino degli esami universitari a Roma), o anche e preferibilmente, come suggerisce Luca Serianni, allegato, ben diffuso in un’accezione un po’ diversa.
…O, nell’accezione di gran lunga piú comune, dispensa. ;)
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Marco1971
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Re: «Handout»: «dispensa», «allegato»

Intervento di Marco1971 »

Infarinato ha scritto:…O, nell’accezione di gran lunga piú comune, dispensa. ;)
Il problema che vedrei con dispensa è che si tratta di un fascicolo, mentre lo handout è (riporto la definizione dell’articolo summenzionato) un «foglio con un sommario di quello che si dirà in una conferenza (o con altre informazioni utili)».
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Re: «Handout»: «dispensa», «allegato»

Intervento di Infarinato »

Marco1971 ha scritto:Il problema che vedrei con dispensa è che si tratta di un fascicolo, mentre lo handout è (riporto la definizione dell’articolo summenzionato) un «foglio con un sommario di quello che si dirà in una conferenza (o con altre informazioni utili)».
Di questo non mi preoccuperei: nell’uso, né la la dispensa è tassativamente un fascicolo (un docente d’un corso può sempre fornire dispense molto succinte ;)) né uno handout è necessariamente costituito d’un solo foglio. Ma —ripeto— handout è molto spesso solo un modo pretenzioso di chiamare la dispensa.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

E il Picchi dà, giustamente, i traducenti seguenti:

5 programma, sintesi (di conferenze e simili).

Abbiamo solo l’imbarazzo della scelta... e la prova dell’inutilità di handout.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Incarcato
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Intervento di Incarcato »

Io tradurrei anche con scaletta (d'un discorso, d'una relazione).
I' ho tanti vocabuli nella mia lingua materna, ch'io m'ho piú tosto da doler del bene intendere le cose, che del mancamento delle parole colle quali io possa bene esprimere il concetto della mente mia.
Andrea Russo
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Intervento di Andrea Russo »

Oggi un professore universitario (in realtà, credo, un giovane dottorando) ci ha consegnato all'inizio della lezione uno handout (lui parlava di un handout / l'handout), intendendo con tale termine una dispensa: si trattava – tanto per essere chiari – di tre fogli con dei testi che abbiamo letto e analizzato.
Ma io mi chiedo: era proprio necessario dire handout? :evil:
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Ferdinand Bardamu
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Intervento di Ferdinand Bardamu »

Ah, adesso dispensa si dice handout? Quando si comincerà a chiamare il libro book?
Andrea Russo
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Iscritto in data: dom, 23 ott 2011 22:37

Intervento di Andrea Russo »

Spero vivamente che sia un caso isolato, anche se resta comunque sintomatico.
A ogni modo, per ora dispensa si dice ancora dispensa.
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Carnby
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Intervento di Carnby »

Ferdinand Bardamu ha scritto:Quando si comincerà a chiamare il libro book?
Ci stiamo avvicinando:
http://it.wikipedia.org/wiki/EBook
http://it.wikipedia.org/wiki/Book_fotografico
Brazilian dude
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Intervento di Brazilian dude »

http://www.hoepli.it/cerca/libri_ricerca-avanzata.aspx

Si può scegliere fra libri, books e ebooks. Qualcuno mi può spiegare la differenza?
Avatara utente
Carnby
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Località: Empolese-Valdelsa

Intervento di Carnby »

Brazilian dude ha scritto:Si può scegliere fra libri, books e ebooks. Qualcuno mi può spiegare la differenza?
Dovrebbe essere così.
  • Libri: libri in italiano.
  • Books: libri in inglese.
  • eBooks: libri elettronici/elibri/digilibri in italiano e inglese.
(Personalmente preferisco digilibro.)
PersOnLine
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Intervento di PersOnLine »

Carnby ha scritto: Ci stiamo avvicinando:
http://it.wikipedia.org/wiki/EBook
E come al solito, se uno guarda gli interwiki, le altre grandi 'pedie titolano tutte con il corrispettivo in lingua anziché con il forestierismo.
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