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Che italiano scrivete (e parlate) fuori da Cruscate?

Inviato: sab, 03 nov 2012 17:34
di Jonathan
Penso che il titolo da sé dica già quasi tutto: come vi regolate nel parlato e nello scritto di tutti i giorni, specie nelle occasioni meno formali, quando comunicate con persone (siano essi familiari, amici, o, soprattutto, sconosciuti) che forse non hanno particolarmente a cuore le sorti della nostra lingua o che potrebbero avere difficoltà a capirvi se non adeguate il livello del vostro linguaggio al loro? Quali incertezze o timori, se ne avete, vi impediscono di impiegare il vostro migliore italiano stàndaro in ogni occasione?

La mia domanda riguarda ogni aspetto della grammatica, ma visto che si tratta d'un argomento eccezionalmente vasto, mi accontenterei [si fa per dire :)] di conoscere quantomeno il vostro rapporto coi forestierismi piú radicati nell’uso comune.

Per esempio: resistete alla tentazione di proferire computer, mouse, pressing e winsurf? Scrivete film o filme?

Un caro saluto a tutti. :D

Inviato: sab, 03 nov 2012 18:06
di igrino
Me lo chiedevo anch'io!

Per quanto mi riguarda:
1) nel parlato non ci faccio nessuna attenzione (comunque parlo poco :))
2) Nella posta elettronica, anche in base al destinatario, controllo più o meno bene la grammatica; sempre in base al destinatario uso anche le faccine.
3) Nel mio blog(go) sto molto attento alla grammatica e non uso mai le faccine; riguardo ai forestierismi sto cercando di usarli sempre meno: in genere controllo la lista in linea però se il traducente non mi piace (direi il 40% delle volte; come "bloggo" che mi suona come "il cugino di campagna" del blog :)) resto col termine straniero o mi arrangio (giro di parole)
4) su questo forum sto particolarmente attento alla grammatica (nei limiti delle mie scarse conoscenze!), uso le faccine e tutti i traducenti ufficiali (ovvero presenti nella "lista dei forestierismi"; l'unica eccezione è "forum" che, anche se non presente nella lista, ho notato che è comunque usato nella pagina iniziale del sito...)

Inviato: sab, 03 nov 2012 18:53
di Jonathan
Caro igrino, il suo approccio è molto simile al mio:

1) Nel parlato sto senz'altro meno attento che nello scritto, però devo dire che a poco a poco la differenza di registro si è assottigliata e faccio sempre piú di rado ricorso a forestierismi (non ho ancora avuto il coraggio di dire computiere o elaboratore al posto di computer).
2) Nei messaggi di posta mi adeguo al tono della conversazione, ma curo sempre stile (abbastanza) e grammatica (molto).
3 e 4) In rete il livello del mio italiano varia a seconda del sito su cui intervengo, senza mai scadere troppo: su Cruscate do sempre il massimo (compatibilmente al tempo disponibile), ma trovo comunque qualcosa che non va anche alla decima rilettura... :oops:

Inviato: sab, 03 nov 2012 23:13
di Marco1971
Per quanto mi riguarda, se non conosco la persona con la quale mi trovo a parlare, non faccio commenti sulla lingua, a meno che si tratti d’un anglicismo chiaramente inaccettabile (come part-time = a tempo parziale e simili) – e in tal caso faccio notare in modo cortese o scherzoso l’aberrazione. Se conosco la persona, tendo, sempre scherzosamente, a riprenderla (ma non sistematicamente, in maniera ragionevole, e senza interromperla).

Non adopero parole difficili e mi adeguo all’interlocutore, pur non impiegando i forestierismi crudi; evito anche gli adattamenti non acclimati, ricorrendo a parole semplici e in uso (come pellicola per film e calcolatore/elaboratore per computer).

Stessa cosa nello scritto: se è informale, resto semplice; se è formale, non mi privo di quelle possibilità espressive che ritengo acconce. :)

Inviato: dom, 04 nov 2012 10:35
di Ferdinand Bardamu
Caro Jonathan, la ringrazio per aver aperto questo filone; in effetti, questa era una domanda che aleggiava sul fòro, ma che nessuno aveva prima posto.

Riprendendo il suo invito, posso dire che, in linea di massima, mi comporto come ha scritto Marco qui sopra.

Per quanto riguarda gli adattamenti come filme, sporte e sim., li uso talvolta nel parlato, con persone che mi conoscono (e sanno che cosa aspettarsi dal mio modo di parlare); cerco di evitarli e sostituirli con parole semplici e dell'uso negli altri casi. Nello scritto, li limito per ora a queste stanze. La -e paragogica, infatti, è sentita come popolaresca da coloro ai quali non stia a cuore – per ignoranza o per scelta – la questione del rispetto della fonotassi italiana.

Nella lingua quotidiana, non ho ancora fatto il grande salto con computer e mouse, ma pian piano arriverò anche a quelli. :) Per monitor, però, uso ormai con una certa frequenza il semplice schermo.

Nella mia attività giornalistica, mi studio di unire la necessità di esser chiari e il mio desiderio di scrivere in italiano. Perciò, do spazio, per esempio, a pellicola per film, e consulto la lista ogni volta che mi trovo davanti un forestierismo (nella maggior parte dei casi, direi un novanta percento, m'è d'aiuto).

Quanto agli errori, ne faccio spesso nel parlato piú rilassato e trascurato. Nello scritto faccio piú attenzione, naturalmente: il massimo del controllo lo raggiungo qui. :)
igrino ha scritto:l'unica eccezione è "forum" che, anche se non presente nella lista, ho notato che è comunque usato nella pagina iniziale del sito
Forum, in questo caso, è un (anglo)latinismo. In virtú della nobiltà del latino, rispetto al quale l'italiano è in rapporto di figliolanza, si può mantenere la sua veste originaria. Tuttavia, i latinismi si possono comunque adattare: forum diventa fòro (il segnaccento è d'obbligo per evitare di confonderlo con fóro, ‹buco›), curriculum diventa curricolo e cosí via.

Inviato: dom, 04 nov 2012 11:26
di Carnby
Cerco di usare meno forestierismi possibili ed evitare anche sciatterie come e non, a me piace (anche se qualche volta cado anch'io nel prescrittivismo scolastico o in abitudini moderne deprecabili). Non uso praticamente mai e-mail né tantomeno mail, sostituendolo con messaggio (di posta), talvolta anche, per metonimia, posta. Per computer uso perlopiù PC o Mac, a seconda dell'apparecchio in questione, qualche volta anche macchina (dato che oggi è in effetti la macchina per antonomasia). Per le apparecchiature grosse (tipo mainframe o simili) uso sempre calcolatore o grande calcolatore, in sostituzione dell'antiquato cervellone. Elaboratore (di testi) lo uso invece per word processor o (text) editor e consiglio di usare sempre infografica per grafica computerizzata o computer graphics. Per mouse cerco di usare topo/topolino, anche se mi rendo conto che non è sempre facilissimo. Uso senza problemi parole con terminazione in consonante come sport, gas ecc. a meno che non ci sia un suffisso inesistente in italiano come -er, tipo in leader/lider (che sostituisco con capo), decoder (che sostituisco con decodificatore) ecc. Per film ho iniziato a usare (anche) pellicola, usato pure da alcuni critici cinematografici come sinonimo «di classe», almeno in passato. Per e-book uso libro elettronico o anche formato digitale, anche se la parola migliore sarebbe, a mio avviso, digilibro. Può bastare talvolta anche mobi, epub (che io tendo a pronunciare, all'italiana, come /e'pub/ invece di /i'pab/), piddieffe ecc. Per thread uso sempre filone, argomento (della discussione) o, se proprio costretto, 3d; per post sempre intervento. Per gli odiosi tablet e smartphone uso semplicemente tavoletta e cellulare (che tanto ora i modelli nuovi son tutti di quel tipo).

Inviato: dom, 04 nov 2012 13:36
di GianDeiBrughi
Personalmente non scrivo né parlo troppo diversamente da come scrivo. Dal punto di vista della grammatica faccio un qualche errore soprattutto coi trapassati, ed in minor grado non uso come vorrei il condizionale ed il futuro indicativo. In casa, coi familiari e con i conoscenti stretti, uso poco il pronome soggetto "tu", specialmente se è non preceduto da un "se" o da un "che".

Per quanto concerne i forestierismi cerco di limitarli al massimo per quanto mi riesce. Quindi, sì, dico mouse, computer, record e qualche altro. Per altri termini oscillo tra la forma tradotta e la parola straniera.
Per esempio per email molto spesso dico "lettera", e ricorro al forestierismo solo in una minoranza dei casi.

Per prestiti assurdi come week-end, austerity, election day e tanti altri uso direttamente il traducente e non mi sogno nemmeno di impiegarli. Se qualcuno con cui sto parlando li impiega talvolta tento di formulare una frase simile alla sua col traducente, stando ben attento a non risultare maleducato. Es. Se mi augurano "Buon week-end" rispondo dicendo "Buon fine settimana anche a te". :)

Per quanto riguarda termini tecnici o scientifici cerco, nelle mie ridotte possibilità, di utilizzare i loro equivalenti italiani o di trovare un traducente non fraintendibile. Fermo restando che il mio scopo principale resta essere compreso. Per quanto concerne le sigle le pronuncio sempre in italiano ma, essendo esse un'infinità, cerco di usare quella più comune e meno ambigua. Quindi, ad esempio, per "coagulazione intravascolare disseminata" uso CID ma per SARS uso SARS. Per AIDS invece tendo relativamente spesso a dire "sindrome da immunodeficienza acquisita (umana)".

Inviato: dom, 04 nov 2012 14:11
di Jonathan
Grazie a tutti per gli ottimi contributi. Sono consapevole dell’importanza di adattare il proprio linguaggio alle diverse situazioni, sia per evitare incomprensioni sia per non scatenare reazioni polemiche spesso dannose alla causa; tuttavia ogni tanto oso forzare la mano (soprattutto nello scritto), quel tanto che basta per mettere alla prova amici e anche sconosciuti. Le reazioni sono delle piú varie.

Mi è stato dato dell’ignorante per aver digitato andicappato, senza l’h; ho ricevuto complimenti sinceri e fin troppo enfatici (come se avessi compiuto chissà quale prodigio) per aver scritto posta elettronica; qualcuno ha notato che preferisco mussulmano, con due s, e me ne ha chiesto il perché (nella mia risposta ho allegato l'indirizzo di questo fòro); recentemente, su un sito sportivo, un utente al quale contestavo l’espressione group chat, fraintendendo il motivo della mia bonaria osservazione, mi ha spiegato che in italiano significa chat di gruppo. :roll:

Devo dire che sento crescere il bisogno di usare il mio italiano migliore ogni volta che posso e quello di abbandonare del tutto l’uso di termini stranieri. A questo m’han portato tre anni di frequentazione di Cruscate. 8)

Inviato: dom, 04 nov 2012 14:13
di Ferdinand Bardamu
GianDeiBrughi ha scritto:Per prestiti assurdi come week-end, austerity, election day e tanti altri uso direttamente il traducente e non mi sogno nemmeno di impiegarli. Se qualcuno con cui sto parlando li impiega talvolta tento di formulare una frase simile alla sua col traducente, stando ben attento a non risultare maleducato. Es. Se mi augurano "Buon week-end" rispondo dicendo "Buon fine settimana anche a te". :)
Dai tre anglicismi di cui sopra rifuggo anch'io, e, quando il mio interlocutore li usa, mi comporto come lei. La mia fidanzata, lavorando nel settore commerciale, non si perita a usare anglicismi a iosa (e pure un po' a muzzo :mrgreen:); al che, io di solito faccio le viste di non capire, costringendola a trovare un equivalente in italiano.
GianDeiBrughi ha scritto:Per AIDS invece tendo relativamente spesso a dire "sindrome da immunodeficienza acquisita (umana)".
Sida non è proprio usato in àmbito medico, cosí come avviene in spagnolo e francese?

Inviato: dom, 04 nov 2012 15:32
di Scilens
Per quanto mi riguarda cerco di adeguarmi al linguaggio dell'interlocutore, sia nello scritto che nel parlato, che è di norma molto sciatto. Prediligo i termini italiani, ma non arrivo a chiamare topo il mouse, per evitare inutili risatine. Puntatore è comprensibile ed italiano.
Fino ai trent'anni o giù di lì ho cercato di parlare un italiano senz'inflessioni; poi, quando mi hanno chiesto se fossi italiano, ho stabilito che la comunicazione meta ed extraverbale dovesse avere la precedenza su quella verbale. Perché il linguaggio non è solo una bandiera ed io non sono una macchina senza storia. Da allora penso che se si sente che son toscano non è una colpa, né ignoranza è poter scegliere come esprimersi. È la realtà della mia natura (nel senso più vasto), che non voglio più perdere.

Inviato: dom, 04 nov 2012 15:38
di Andrea Russo
Ferdinand Bardamu ha scritto:Sida non è proprio usato in àmbito medico, cosí come avviene in spagnolo e francese?
Personalmente non l'ho mai sentito, e non credo che ci sia qualche medico che lo usi. Tanti usano WHO invece di OMS, quindi figuriamoci.

Gli spagnoli si sa che hanno capito tutto: a proposito d'AIDS, mentre noi abbiamo HIV (l'ovvia sigla di Virus dell'Immunodeficienza Umana), in Ispagna hanno il VIH.

Inviato: dom, 04 nov 2012 16:53
di Carnby
Andrea Russo ha scritto:Gli spagnoli si sa che hanno capito tutto
Dicono (e scrivono) anche EE. UU. invece di USA (perlomeno la RAE consiglia questa grafia).

Inviato: dom, 04 nov 2012 17:02
di Andrea Russo
Certo, infatti ho sempre trovato questa sigla, e mai USA. Figuriamoci se noi ci mettiamo a scrivere SUA, sarebbe uno scandalo!

Inviato: dom, 04 nov 2012 17:06
di Carnby
Andrea Russo ha scritto:Figuriamoci se noi ci mettiamo a scrivere SUA, sarebbe uno scandalo!
Però SUA (anzi S.U.A.) compare come traducente di USA/U.S.A. nell'Hazon Garzanti (XXX edizione) del 1982. :)
Se può consolarla, anche i germanofoni scrivono USA (e lo pronunciano come è scritto) invece di VSA/VSvA (Vereinigte Staaten von Amerika).

Inviato: dom, 04 nov 2012 18:11
di GianDeiBrughi
Ferdinand Bardamu ha scritto:Sida non è proprio usato in àmbito medico, cosí come avviene in spagnolo e francese?
Nella mia esperienza ho sempre sentito utilizzare AIDS ed HIV. Persino sui libri di microbiologia su cui ho studiato non c'è traccia di sigle differenti.