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Inviato: gio, 23 giu 2016 8:23
di Millermann
Vorrei aggiungere, se posso, ancora un paio di annotazioni.
La prima è che, sulla base di quanto affermato finora, tra le onomatopee italiane possiamo distinguere quelle che rispettano la fonotassi (es.miao, tu-tu, pio-pio, chicchirichí, e quelle che non la rispettano, poiché terminano per consonante (cip-cip, din-don, clic), o sono addirittura costituite da sole consonanti (ssst, grrr, zzz)! Alcune di queste possiedono una variante "rispettosa", meno comune, come tic-tac/ticche-tacche. :D

Vi sono poi le onomatopee importate dall'inglese (bang, slurp, oink), riprese di solito da veri e propri verbi, che spesso non rispettano la nostra fonotassi, e talvolta vengono adattate per facilitarne la lettura: (wow~uau, boom~bum).

Le consiglio di leggere anche questo interessante e divertentissimo filone! ;)

Inviato: gio, 23 giu 2016 8:39
di Carnby
Millermann ha scritto: Alcune di queste possiedono una variante "rispettosa", meno comune, come tic-tac/ticche-tacche.
Segnalo anche zigo-zago. :)

Inviato: dom, 26 giu 2016 12:03
di swanky
Millermann ha scritto: [...]
La prima è che, sulla base di quanto affermato finora, tra le onomatopee italiane possiamo distinguere quelle che rispettano la fonotassi (es.miao, tu-tu, pio-pio, chicchirichí, e quelle che non la rispettano, poiché terminano per consonante (cip-cip, din-don, clic), o sono addirittura costituite da sole consonanti (ssst, grrr, zzz)!
Intanto ringrazio i precedenti chiarimenti che ho ricevuto. Sig. Millermann, mi perdoni, ma a quanto pare questo argomento rappresenta per me un autentico ginepraio...
Se non Le dispiace, vorrei soffermarmi su quanto Lei ha detto. Precisamente sulla citazione che ho riportato qui sopra. A suo dire ci sono due tipi di onomatopee, quelle che rispettano la fonotassi dell'italiano e quelle che non la rispettano. La ringrazio anzitutto per aver fornito un dettaglio che io ignoravo.
Poi vorrei gentilmente capire meglio: quindi le onomatopee che rispettano la nostra fonotassi sono sempre quelle che finiscono per vocale a quanto vedo. E quelle che non la rispettano sono quelle che finiscono sempre per consonante.
Ma questo perché?
Mi sfugge qualcosa? Mi sembra che il motivo di questo non è stato spiegato. Spero di non sbagliarmi. Desidererei su questo punto ricevere una spiegazione un pochino chiarificatrice, tempo e pazienza permettendo.

Grazie Sig. Millermann

swanky

Inviato: dom, 26 giu 2016 12:07
di Ivan92
swanky ha scritto:[Q]uindi le onomatopee che rispettano la nostra fonotassi sono sempre quelle che finiscono per vocale a quanto vedo. E quelle che non la rispettano sono quelle che finiscono sempre per consonante.
Ma questo perché?
Le ha già risposto Infarinato. :)

Inviato: lun, 27 giu 2016 9:44
di Millermann
swanky ha scritto:Desidererei su questo punto ricevere una spiegazione un pochino chiarificatrice, tempo e pazienza permettendo.
Quella del rispetto della fonotassi italiana, come s'evince dagli interventi precedenti, è questione ancora da alcuni dibattuta.
Per quanto riguarda le onomatopee, però (che, come ha specificato Infarinato, sono ai margini della fonotassi) io penso sia possibile adottare criteri meno rigidi.

Proverò ora a rispondere alle sue domande: :)
Le onomatopee che terminano per vocale rispettano la fonotassi? Sí, ma solo se non contengono sequenze di consonanti inaccettabili. Ad esempio «etciú» e «pciú» (bacio) non la rispettano, mentre «ecciú» sí.
Le onomatopee che terminano per consonante non rispettano la fonotassi? In linea di massima è vero, se vogliamo considerarle parole italiane.
Però, se terminano in una consonante semplice che sia L, M, N o R sono piú accettabili, un po' come lo sono le parole tronche (andar, andiam...) in italiano. Quindi «drin» (sveglia) risulterà piú accettabile di «clac» o di «paff».
Negli altri casi è quasi sempre possibile "italianizzare" l'onomatopea aggiungendo il suffisso «-ete», previo eventuale raddoppiamento della coda consonantica.
Ad esempio:
Clac -> clàcchete
Paff -> pàffete
Tic-tac -> ticchete-tàcchete
Zig-zag -> zigghete-zàgghete
Si noti che l'aggiunta del suffisso non cambia la posizione dell'accento!

Tenga conto che queste non sono vere e proprie parole, ma semplici "riproduzioni" di suoni o versi, piú o meno "filtrati" attraverso i limiti fonotattici per adattarsi alle capacità fonatorie umane.
Tuttavia si possono impiegare anche come sostantivi invariabili (specie se rispettano la fonotassi), con tanto di articolo: «il pio pio dei pulcini».
Le onomatopee danno anche luogo a parole di origine onomatopeica, come abbaiare, miagolare, fonotatticamente corrette.
Nella voce della Vichipedia, che penso avrà già visto, potrà trovare altri esempi e rimandi interessanti. :)

Inviato: gio, 30 giu 2016 12:58
di swanky
Grazie ancora per i chiarimenti! :)

swanky