Città coll’articolo: maiuscola o minuscola?

[G. M.]

[Continua da qui.]

I nomi della quasi totalità dei centri abitati in italiano non vogliono l'articolo: Roma, Milano, Parigi, Pechino, Filadelfia, Timbuctù.

Ci sono tuttavia alcuni nomi che tradizionalmente richiedono l'articolo (una lista approssimativa qui): benché pochissimi in numeri relativi, sono decisamente notevoli, contando tra di loro capoluoghi di regione italiani (l'Aquila, la Spezia), capitali nazionali (l'Aia*, l'Avana, il Cairo, la Valletta) o comunque città celebri per altre ragioni (la Mecca).

Per alcuni nomi ci può essere oscillazione o una tendenza alla caduta dell'articolo: (l')Asmara, (la) Mirandola.

È piuttosto frequente, oggi, l'uso di scrivere in maiuscolo l'articolo: La Spezia, L'Aquila, Il Cairo.

Personalmente lo trovo un uso da evitare:

• è graficamente pesante;
• capisco «descrittivamente» da che cosa nasce, ma dal punto di vista logico-grammaticale la cosa non mi pare da approvare;
• spinge a scrizioni poco naturali come la città de La Spezia o di La Spezia;
• fa percepire «articolo + nome» come una sorta d'etichetta fissa (similmente al caso dei titoli di libri ecc.), per cui si trovano cose come Il Cairo è bellissima, e simili.

In altre lingue invece la maiuscola è la norma (in ispagnolo).

Il DOP prescrive sempre la minuscola: 1, 2, 3, 4...
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PS. *Parziale correzione: de jure la capitale dei Paesi Bassi è Amsterdam; l'Aia è però praticamente la capitale de facto, essendo sede del parlamento e del governo.

[Lorenzo Federici]

Il Cairo è bellissima mi sembra l'unica resa possibile: la città [che si chiama] l Cairo è bellissima. Non mi capita di usare aggettivi maschili per le città e tendenzialmente uso il femminile anche per i borghi più piccoli, così come abbiamo Torino è bella o Milano è bella.

Per quanto riguarda la grafia, ho sempre preferito una cosa ibrida: vado all'Aquila ma il treno per L'Aquila; seppur io mi renda conto che è pesante come soluzione mi sembra la cosa più sensata usare in maniera fissa il nome con l'articolo come se fosse un'etichetta. In passato come si diceva?

[Infarinato]

Il Cairo è bellissima mi sembra l'unica resa possibile…

In realtà, no. Il Cairo è bellissimo cosí come il Pireo è bello: sono tra le pochissime eccezioni, come del resto c’insegna(va)no alle elementari. 

[G. M.]

Il Cairo è bellissima mi sembra l'unica resa possibile: la città [che si chiama] Il Cairo è bellissima.

No: il fatto che sia una città non significa che si debba usare il genere grammaticale della parola città. Il genere grammaticale è quello della parola stessa, non di qualche altra parola con cui identifichiamo il concetto. Altrimenti si finisce a dire «Il ministro è stata intervistata» e simili.

Per quanto riguarda la grafia, ho sempre preferito una cosa ibrida: vado all'Aquila ma il treno per L'Aquila; seppur io mi renda conto che è pesante come soluzione mi sembra la cosa più sensata usare in maniera fissa il nome con l'articolo come se fosse un'etichetta.

Non è ancora più sensato non introdurre eccezioni (anche esteticamente sgradevoli, a parer mio) e usare l'articolo normalmente come per qualsiasi altro nome proprio che voglia l'articolo? ...l'Italia, il Perù, il Vaticano, il Pentagono, i Pirenei, la Terra, il Chilimangiaro, il Partenone, l'Oceania, il Trentino, la Senna, i Dardanelli, il Quirinale... il Cairo, l'Aquila, la Mecca.

[domna charola]

No: il fatto che sia una città non significa che si debba usare il genere grammaticale della parola città. Il genere grammaticale è quello della parola stessa, non di qualche altra parola con cui identifichiamo il concetto. Altrimenti si finisce a dire «Il ministro è stata intervistata» e simili.

Quindi anche Milano è Torino sono belli…?
Da quello che sento, mi sembra che si usi sempre sottintendere "la città di", e il femminile.

[G. M.]

Milano e Torino non hanno marche evidenti di genere, per cui il fatto che oggi siano volti al femminile non turba particolarmente le strutture della grammatica. Il Cairo e il Pireo sono invece evidentemente nomi maschili. 

Consideriamo tre possibilità:

1. L'uso come maschili, con articolo normalmente minuscolo, come qualsiasi altro nome proprio maschile che voglia l'articolo in italiano:
   • Per me il Cairo e il Pireo sono bellissimi; sono andato al Pireo, più piccolo ma fascinoso, venendo dal Cairo, immenso e caotico;
2. L'uso coll'articolo "cristallizzato", come a formare un'etichetta invariabile, e come femminili, come consueto per le città oggi:
   • Per me Il Cairo e Il Pireo sono bellissime; sono andato a Il Pireo, più piccola ma fascinosa, venendo da Il Cairo, immensa e caotica;
3. L'uso coll'articolo "semicristallizzato", e come femminili, ma con flessione dell'articolo al maschile:
   • Per me Il Cairo e Il Pireo sono bellissime; sono andato al Pireo, più piccola ma fascinosa, venendo dal Cairo, immensa e caotica.

Quale fra i tre usi è più bello, più logico e più facile?

(Chiedo venia ai visitatori egiziani per gli stereotipi sul cao della loro capitale ).

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PS. Se n'era già parlato qui.

[valerio_vanni]

A orecchio trovo migliore la terza.
Preciso che non conoscevo l'eccezione di quelle due città.

La due mi suona malissimo.

[Infarinato]

A orecchio trovo migliore la terza.

Purtroppo, in un mondo che trova normale il prima possibile, _ settimana prossima, a me ha colpito etc., del proprio orecchio non ci si può fidare troppo. 

[Carnby]

Fuori tema

Qui da ma sono maschili anche Firenze (tutto Firenze) e Viareggio (Viareggio è bellino), per dire.

[valerio_vanni]

Secondo me la parola sottintesa città ha un ruolo forte.
Per esempio per i centri più piccoli, in cui la parola diventa borgo o paese, il maschile prende già più vita.
Ma non il sopravvento: più ci penso, più mi sembra frastagliata la situazione.

[Lorenzo Federici]

Firenze etimologicamente è femminile. Guardandomi intorno, qualche volta credo di aver sentito frasi come Vico è piccolo riferito al comune dove vivo, Vico nel Lazio, ma non ricordo di aver mai sentito cose simili con Guarcino, Trivigliano, Fumone o altri che potrebbero sottintendere il maschile. È anche possibile che io mi stia sbagliando.

Per evidente marca di genere si intende l'articolo, se ho ben inteso. La regola migliore quindi dovrebbe essere il femminile tranne se c'è un articolo?

Anche se, sinceramente, ho il sospetto che si perderanno questi articoli, complice anche un uso sempre più burocratico della lingua. Si comparino i risultati di Google per del Piglio (9 950) e di Piglio (16 600); della Sgurgola (224) e di Sgurgola (11 200); dell'Arnara (1 010) e di Arnara (5 510);.

[G. M.]

Per evidente marca di genere si intende l'articolo, se ho ben inteso.

Sì, intendevo quello.

La regola migliore quindi dovrebbe essere il femminile tranne se c'è un articolo?

Se c'è un articolo, giocoforza determina (o, invertendo la consequenzialità logica, rivela) il genere. Per il resto, se non c'è, non ho l'autorità per esporre una regola e mi rimetto all'altro già citato filone.

Anche se, sinceramente, ho il sospetto che si perderanno questi articoli, complice anche un uso sempre più burocratico della lingua.

Possibile, e anzi lo vediamo succedere in diretta. È sempre la solita storia: se gl'italiani fossero meglio istruiti e avessero più coscienza linguistica...