Italiano, ci manchi
Stante l’afflusso massiccio di forestierismi nella lingua d’oggi – afflusso che rischia di compromettere sia la comunicazione sia l’identità dell’italiano – proponiamo qui una lista (in fieri) di traducenti italiani, alcuni già esistenti e registrati nei dizionari, altri in potenza, e che potrebbero diventare lemmi nei vocabolari se verranno usati su larga scala. Il contributo di tutti i parlanti è necessario, ma soprattutto quello dei mezzi d’informazione, perché la lingua italiana rimanga vitale e in grado d’esprimere, col proprio lessico e le proprie strutture, tutte le realtà del mondo moderno.
La lista che presentiamo, frutto di ponderate scelte lessicali maturate all’interno del nostro forum di discussione e contenente diverse «proposte d’autore», è ancora in fase di revisione.
Gl’interessati possono seguire il relativo dibattito nella sezione Forestierismi del nostro forum.
La lista, che ha carattere informativo, non certo «normativo», si propone inoltre di ricordare che, a seconda del contesto, del registro e della particolare situazione comunicativa, per ogni [pseudo]forestierismo (anche ben acclimato) esiste almeno un valido e inappariscente traducente: di qui l’inclusione di esotismi anche assai radicati e quindi difficilmente «scalzabili».
Avvertenza: diffidate delle imitazioni
Si trovano in Rete liste di traducenti che, senza citarne la fonte, sono per gran parte costituite d’una vecchia copia della nostra lista. Di là dal mancato riconoscimento della paternità del nostro lavoro, ciò che piú ci dispiace è che tali copie siano, appunto, non aggiornate: diffidate, quindi, delle imitazioni.
Per converso segnaliamo la lodevole iniziativa intitolata Un intervento per la lingua italiana: una petizione rivolta all’Accademia della Crusca, che ne ha raccolto l’invito «a farsi portavoce e autorevole testimone della richiesta collettiva e amplissima di privilegiare, ove possibile, l’impiego di termini italiani nelle leggi, negli articoli dei giornali, nella comunicazione delle Pubbliche Amministrazioni e delle imprese». Il presidente dell’Accademia preannuncia la progettazione di un sito, aperto alle segnalazioni e ai suggerimenti di tutti, e l’istituzione di un «Osservatorio sui neologismi incipienti», iniziative la cui deplorabile assenza è alla base del nostro lavoro sui forestierismi e che – ce lo auguriamo di cuore – lo renderanno ben presto superfluo.