Bue ha scritto:Usare "programma" per "software" non e` trasparente, e` errato.
Poi fate come credete.
Beh, mica sempre. Non istiamo a cercare una precisione 
non necessaria. 
La sua critica è corretta, ma se vogliamo, un po' superficiale.
Tradurre software [oggi] univocamente non è facile: componente logica, componenti di programmazione, pacchetto/i applicativo/i, programmi/applicazioni, a seconda dei casi, possono però fare alla bisogna.
Per l'appunto... non è solo difficile.
Non serve!
A mio avviso è del tutto superfluo trovare un traducente "adeguato" di 
software (se proprio si vuole, tra l'altro, le soluzioni proposte da Marco sono validissime). Semplicemente, a seconda del contesto, si traduca com'è d'uopo. 
Spesso, in realtà, 
software non è altro che la soluzione "di lusso" che sostituisce un po' tutto (più o meno come post, thread e topic, che sono mutuamente intercambiabili per l'utente medio italiano). A voler parlare con cognizione di causa, ci sono numerose soluzioni, e sta al parlante scegliere quella di volta in volta più adatta. 
Il GRADIT dà, come sinonimo di software, biblioteca di programmi. Troppo lungo. 
Sì, forse è troppo lungo. Ma insomma, un paio di sillabe in più non ammazzano nessuno. In ceco, ad esempio, non esiste un termine per tradurre software, ma si ricorre alla soluzione 
programové vybavenì, cioè, letteralmente, corredo programmativo (pressappoco) o 
funkční vybavení (corredo funzionale). Che, insomma, proprio brevi non sono. 
In finlandese poi si usa 
tietokoneohjelma che non è né breve, né (Bue non me ne voglia) "preciso" (visto che significa semplicemente "programma per computiere"), oppure (peggio ancora) 
ohjelmisto (che significa, ancor più vagamente, "repertorio").
Insomma, le alternative basta volerle trovale. Se poi non si vuole, il discorso ovviamente cambia.