Non sono cosí pazzo da credere che tali proposte si adottino; ma certe cose le dico per far vedere quali avrebbero potute essere le soluzioni.
«Soffevario» e «ardevario»
Moderatore: Cruscanti
«Soffevario» e «ardevario»
C’erano a disposizione programmario e strumentario/macchinario, logici, pratici e... italiani. Orrore! Non sia mai! Va bene, dico io, nessuno vuole di queste parole trasparenti e tutti preferiscono l’opacità; allora – attenti, prima di saltarmi addosso, ché sono frustamunito
– si adattino software e hardware in soffevario e ardevario, che, noterete, rientrano nella serie da me proposta di traduzione di -ware in -ario (clamoroso buco nell’acqua, lo so, ma se nessuno propone nulla...), come spiario per spyware, ecc. Fatevi anche una sana risata, poi riflettete.
Non sono cosí pazzo da credere che tali proposte si adottino; ma certe cose le dico per far vedere quali avrebbero potute essere le soluzioni.
Non sono cosí pazzo da credere che tali proposte si adottino; ma certe cose le dico per far vedere quali avrebbero potute essere le soluzioni.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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methao_donor
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Preferirei, eventualmente, soffuario e arduario (quella "v" sinceramente mi dà un'aria "rozza"; soprattutto in ardevario, soffevario non mi suona così male).
In ogni caso, io non mi ci fascio la testa. Uso programma e macchinario; tutti capiscono e nessuno si preoccupa.
Così come uso programma spia per spyware.
Oltre alle doti indubbie di trasparenza e "italianità", hanno il pregio di essere immediatamente chiari anche a chi non conosce il gergo informatico (sì, è vero, oggi è conoscenza pressoché universale; ma insomma, quei pochi - beh, pochi, oddio... - non è che debbano essere discriminati).
Voglio dire, costoro non capirebbero spyware, ma neppure un eventuale spiario sarebbe chiarissimo.
E se spyware può essere (scioccamente) scusabile, dacché è il termine "ufficiale" o "vero", in ogni caso con progamma spia tutti capiscono e (soprattutto) nessuno si indigna.
In ogni caso, io non mi ci fascio la testa. Uso programma e macchinario; tutti capiscono e nessuno si preoccupa.
Così come uso programma spia per spyware.
Oltre alle doti indubbie di trasparenza e "italianità", hanno il pregio di essere immediatamente chiari anche a chi non conosce il gergo informatico (sì, è vero, oggi è conoscenza pressoché universale; ma insomma, quei pochi - beh, pochi, oddio... - non è che debbano essere discriminati).
Voglio dire, costoro non capirebbero spyware, ma neppure un eventuale spiario sarebbe chiarissimo.
E se spyware può essere (scioccamente) scusabile, dacché è il termine "ufficiale" o "vero", in ogni caso con progamma spia tutti capiscono e (soprattutto) nessuno si indigna.
C’è l’adattamento rustico e quello letterario, l’avevo già detto altrove; e naturalmente può piacere di piú l’uno o l’altro, secondo i casi e per motivi di sensibilità individuale.
Nel caso di arduario, però, si presenta un inconveniente di tipo semantico, perché parrebbe formato su ‘arduo’ (un po’ simile era la critica miglioriniana a testo per test).
Le forme soffevario e ardevario non sono di per sé rozze, sono anzi nobilissime e rispondenti alla genuina morfologia dell’italiano (ricordiamoci dell’esistente bovindo, di montaliana memoria, tratto da bow-window).
Nel caso di arduario, però, si presenta un inconveniente di tipo semantico, perché parrebbe formato su ‘arduo’ (un po’ simile era la critica miglioriniana a testo per test).
Le forme soffevario e ardevario non sono di per sé rozze, sono anzi nobilissime e rispondenti alla genuina morfologia dell’italiano (ricordiamoci dell’esistente bovindo, di montaliana memoria, tratto da bow-window).
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Anche software per [singolo] programma/applicazione, come si sente spesso stupidamente dire, è errato…Bue ha scritto:Usare "programma" per "software" non e` trasparente, e` errato.
Tradurre software [oggi] univocamente non è facile: componente logica, componenti di programmazione, pacchetto/i applicativo/i, programmi/applicazioni, a seconda dei casi, possono però fare alla bisogna.
Il GRADIT dà, come sinonimo di software, biblioteca di programmi. Troppo lungo. Secondo me era perfetto programmario, con -ario collettivo.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Brazilian dude
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Ardevario mi fa pensare all'oritteropo/aardvark.
What’s the big deal?Infarinato ha scritto:…E come aggettivo?
Per quanto riguarda le associazioni, caro Brazilian dude, tutte le lingue ne sono piene.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Ma guardi, non piú di quanto non faccia hardware...Brazilian dude ha scritto:Ardevario mi fa pensare all'oritteropo/aardvark.
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Brazilian dude
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Non l'ho mai contestato, e lei sa che condivido la sua battaglia, volevo solo dirvi che mi ricordava quella parola e forse presentarla a chi non l'avesse mai sentita (io ad esempio non conoscevo la traduzione italiana, portoghese e spagnola e le ho imparate oggiPer quanto riguarda le associazioni, caro Brazilian dude, tutte le lingue ne sono piene. Ammiccante / Wink
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methao_donor
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Beh, mica sempre. Non istiamo a cercare una precisione non necessaria.Bue ha scritto:Usare "programma" per "software" non e` trasparente, e` errato.
Poi fate come credete.
La sua critica è corretta, ma se vogliamo, un po' superficiale.
Per l'appunto... non è solo difficile.Tradurre software [oggi] univocamente non è facile: componente logica, componenti di programmazione, pacchetto/i applicativo/i, programmi/applicazioni, a seconda dei casi, possono però fare alla bisogna.
Non serve!
A mio avviso è del tutto superfluo trovare un traducente "adeguato" di software (se proprio si vuole, tra l'altro, le soluzioni proposte da Marco sono validissime). Semplicemente, a seconda del contesto, si traduca com'è d'uopo.
Spesso, in realtà, software non è altro che la soluzione "di lusso" che sostituisce un po' tutto (più o meno come post, thread e topic, che sono mutuamente intercambiabili per l'utente medio italiano). A voler parlare con cognizione di causa, ci sono numerose soluzioni, e sta al parlante scegliere quella di volta in volta più adatta.
Sì, forse è troppo lungo. Ma insomma, un paio di sillabe in più non ammazzano nessuno. In ceco, ad esempio, non esiste un termine per tradurre software, ma si ricorre alla soluzione programové vybavenì, cioè, letteralmente, corredo programmativo (pressappoco) o funkční vybavení (corredo funzionale). Che, insomma, proprio brevi non sono.Il GRADIT dà, come sinonimo di software, biblioteca di programmi. Troppo lungo.
In finlandese poi si usa tietokoneohjelma che non è né breve, né (Bue non me ne voglia) "preciso" (visto che significa semplicemente "programma per computiere"), oppure (peggio ancora) ohjelmisto (che significa, ancor più vagamente, "repertorio").
Insomma, le alternative basta volerle trovale. Se poi non si vuole, il discorso ovviamente cambia.
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Brazilian dude
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Ha ragione, ma si trova purtroppo molto più spesso in ceco software, che è pure declinato come sostantivo neutro: software, software, softwari, software, software, softwaru, softwarem.Sì, forse è troppo lungo. Ma insomma, un paio di sillabe in più non ammazzano nessuno. In ceco, ad esempio, non esiste un termine per tradurre software, ma si ricorre alla soluzione programové vybavenì, cioè, letteralmente, corredo programmativo (pressappoco) o funkční vybavení (corredo funzionale). Che, insomma, proprio brevi non sono.
Purtroppo negli àmbiti ove compajano lemmi come quelli di cui discutesi nel discettar nostro, la precisione è sovente d'uopo, per non dir vitale. Senza la precisione, linfa della scienza, non istaremmo a dibatter di soffevario, ché non esisterebbero computièri né fòri in rete, e le nostre amene discussioni avrebber luogo ne' salotti di qualche nobildonna illuminata o su lettere vergate a mano e recapitate a cavallo.methao_donor ha scritto:Non istiamo a cercare una precisione non necessaria.
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