Millermann ha scritto: sab, 14 giu 2025 12:24
In questo caso particolare, però, la situazione è leggermente piú complessa, giacché s'è venuta a creare una discrepanza tra ciò che è registrato nei dizionari e i piú recenti regolamenti europei riguardanti l'olio d'oliva. […]
Grazie, Millermann.
È interessante confrontare le lingue nella scheda della
IATE:
- inglese: extra virgin olive oil, EVOO;
- spagnolo: aceite de oliva virgen extra;
- francese: huile d'olive vierge extra;
- italiano: olio extra vergine di oliva;
- portoghese: azeite virgem extra;
- rumeno: ulei de măsline extravirgin.
Notate che spagnolo, francese e portoghese usano
extra staccato, ma in funzione aggettivale, non di prefisso. Mi chiedo se anche questo abbia influito: se i redattori italiani, vedendo queste grafie staccate nelle principali lingue sorelle (oltre che in inglese), le abbiano volute goffamente imitare, ma mantenendo l'ordine italiano consueto di
extra- prima e
vergine dopo, producendo così l'«ibrido»
extra vergine.
Non è, comunque, una cosa recentissima: vedo che la grafia disuniverbata era già usata nel
2001…
Infarinato ha scritto: sab, 14 giu 2025 12:35
Il che dimostra, per l’ennesima volta, come il fantomatico «legislatore comunitario» non sappia l’italiano.
Addirittura? Un tempo mi pareva che l'italiano pubblico di Brusselle fosse in generale più curato di quello di Roma, almeno per gli aspetti linguistici a cui bado di più: circa l'uso degli anglicismi, le istituzioni comunitarie mi sembravano anzi migliori in modo vistoso. Avevo preso un abbaglio? (Da qualche anno, comunque, ho iniziato ad avere l'
impressione d'un peggioramento in corso…

).