Prefissi staccati dalle parole e parole «scomposte»

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G. M.
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Prefissi staccati dalle parole e parole «scomposte»

Intervento di G. M. »

Un uso che noto da anni, che mi sembra diffondersi anche in testi che si presumerebbero essere redatti con una certa cura, è quello di scrivere i prefissi staccati dalle parole o le parole composte "deuniverbate", scomposte nei loro elementi lessicali (gli esempi si sprecano: «anti vaccino», «auto proclamato», «porta chiavi», «semi spento», ecc.). Ci faccio caso perché mi sembra particolarmente arbitrario e illogico.

Presumo che le cause principali siano tre, più o meno interconnesse:
  • il seguire pedissequamente i correttori ortografici automatici, stupidamente rigidi, che segnano come errori anche parole pur correttamente formate solo perché non le contemplano nei loro repertori in forma unita;
  • l'influenza dell'inglese, dove scritture più o meno simili sono parte normale della lingua (ma non in modo analogo, avendo le due lingue strutture assai diverse al riguardo);
  • una generale perdita di sensibilità linguistica anche da parte delle fasce più o meno colte della popolazione.
Avete notato anche voi una crescita di questo fenomeno o sono solo io che sono ipersensibile? :?
Graffiacane
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Re: Prefissi staccati dalle parole e parole «scomposte»

Intervento di Graffiacane »

No, non è solo una Sua impressione, perché anch'io ho frequenti riscontri in tal senso (nella prosa giornalistica ma anche in altri àmbiti, per esempio quello scolastico e piú in generale burocratico); e, come Lei, anch'io sono particolarmente infastidito da questo malvezzo.
I motivi da Lei elencati mi paiono plausibili. Ne aggiungo uno: l'alta frequenza d'uso d'alcuni di questi prefissi (penso a vice) fa sí che essi vengano percepiti come entità morfologiche autonome; cosicché ci si sente autorizzati a isolarle dal termine cui fanno riferimento.
Avatara utente
G. M.
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Re: Prefissi staccati dalle parole e parole «scomposte»

Intervento di G. M. »

A più di due anni dall'apertura del filone, il fenomeno mi sembra sempre più diffuso e ulteriormente «normalizzato».

Per me continua a essere alquanto straniante, ancor più per i frequenti effetti comici «da rebusse». Non capisco perché la gente sembri non farci minimamente caso. Nelle reti sociali un apostrofo di troppo scatena mille ironie e reprimende; questi invece paiono normali, sono scritti belli grossi nei titoli dei giornali, e nessuno nemmeno li commenta mai. Boh. 🤷‍♂️

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Avatara utente
Freelancer
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Iscritto in data: lun, 11 apr 2005 4:37

Re: Prefissi staccati dalle parole e parole «scomposte»

Intervento di Freelancer »

Ho notato anch'io questo fenomeno ma vorrei fare una precisazione: nella maggior parte di questi casi, o forse sempre, non si tratta di prefissi nel senso in cui li si intende normalmente – di-scendere rispetto a scendere, ri-conoscere rispetto a conoscere; s-fatto rispetto a fatto; im-morale rispetto a morale - per i quali non si osserva una tale tendenza, bensì di prefissoidi, come ci spiega Bruno Migliorini nel saggio a essi dedicato in La lingua italiana del Novecento, che hanno iniziato a diffondersi agli inizi del secolo scorso, soprattutto in ambito scientifico e tecnico. Perché dunque ora stanno iniziando a separarsi? Concordo con Graffiacane che il motivo da lui indicato è uno di quelli alla base di questa evoluzione, ma è possibile che ce ne siano altri.
brg
Interventi: 702
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Re: Prefissi staccati dalle parole e parole «scomposte»

Intervento di brg »

Una ragione plausibile ed evidente per questo fenomeno è il fatto che le parole formate da certi prefissoidi sono lunghe e vengono quindi accorciate in maniera arbitraria, magari in inglese e dopo reimportate, e quindi poi utilizzate come parole a sé stanti. Prendiamo ad esempio i termini "automobile" o "radioricevente" o "radiofonia", che sono diventate da tempo "auto" e "radio" e ancora "radio". Lo stesso avviene con i vari "ecoqualcosa", "proqualcos'altro" e così via: "eco" e "pro" diventano parole a sé stanti. La parola "eco", come abbreviazione di "ecologico" od "economico" od "ecovattelappesca", si trova scritta: niente di strano se poi qualcuno la riusa.

Quante auto(mobili) e quanti apparecchi domestici hanno una modalità di funzionamento "eco"? Ec(c)o, appunto.
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G. M.
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Iscritto in data: mar, 22 nov 2016 15:54

Re: Prefissi staccati dalle parole e parole «scomposte»

Intervento di G. M. »

Ho trovato questo tema a me caro anche nel DOP, che pur nel suo rigore sa concedersi anche qualche tocco divertente:
neozelandese [ne̢oʒʒelandése] etn. (della Nuova Zelanda) — sempre con grafia unita (potendosi invece intendere con neo zelandese un «neo sulla pelle di uno zelandese»)
:lol:
Avatara utente
Freelancer
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Re: Prefissi staccati dalle parole e parole «scomposte»

Intervento di Freelancer »

E che cos'è uno zelandese?
Avatara utente
G. M.
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Iscritto in data: mar, 22 nov 2016 15:54

Re: Prefissi staccati dalle parole e parole «scomposte»

Intervento di G. M. »

Ehm… un abitante della Zelanda, no? :P
Avatara utente
Freelancer
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Iscritto in data: lun, 11 apr 2005 4:37

Re: Prefissi staccati dalle parole e parole «scomposte»

Intervento di Freelancer »

Quelli del DOP si sono dimenticati che esiste una cosa chiamata contesto. :wink:
Avatara utente
G. M.
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Iscritto in data: mar, 22 nov 2016 15:54

Re: Prefissi staccati dalle parole e parole «scomposte»

Intervento di G. M. »

Ieri al supermercato, nella sezione degli oli, cj ho fatto caso: fra tutti i prodotti esposti, solo quelli d'una singola marca riportavano la dicitura olio extravergine. Tutti gli altri, cioè la stragrande maggioranza, olio extra vergine.

In questo caso potrebbe esserci più marcata l'influenza dell'inglese, in cui si scrive extra virgin oil.
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Millermann
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Re: Prefissi staccati dalle parole e parole «scomposte»

Intervento di Millermann »

G. M. ha scritto: sab, 14 giu 2025 10:46 [F]ra tutti i prodotti esposti, solo quelli d'una singola marca riportavano la dicitura olio extravergine. Tutti gli altri, cioè la stragrande maggioranza, olio extra vergine.
In questo caso particolare, però, la situazione è leggermente piú complessa, giacché s'è venuta a creare una discrepanza tra ciò che è registrato nei dizionari e i piú recenti regolamenti europei riguardanti l'olio d'oliva. :?

Si legga, in proposito, quest'articolo, e la sua importante conclusione (se si riesce a tollerare la carenza di punteggiatura :P):
Risulta quindi evidente che, nello scritto quotidiano, stante l’autorevolezza di tutte le fonti, si può scrivere indifferentemente olio extra vergine di oliva o olio extravergine di oliva con i puristi della lingua italiana che preferiranno senza dubbio la formula attaccata, rispettosa dei dizionari.

Per quanto riguarda l’etichettatura del prodotto, intesa come etichetta, brochure e ogni altra comunicazione fornita al consumatore, però va utilizzata l’espressione legale, quella staccata, indicata dal legislatore comunitario nel regolamento 2022/2014.
In Italia, dotta, Foro fatto dai latini
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Infarinato
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Re: Prefissi staccati dalle parole e parole «scomposte»

Intervento di Infarinato »

Il che dimostra, per l’ennesima volta, come il fantomatico «legislatore comunitario» non sappia l’italiano.

In ogni caso, la scrizione raccomandata per l’inglese (OED) è extra-virgin, col trattino. ;)
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G. M.
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Iscritto in data: mar, 22 nov 2016 15:54

Re: Prefissi staccati dalle parole e parole «scomposte»

Intervento di G. M. »

Millermann ha scritto: sab, 14 giu 2025 12:24 In questo caso particolare, però, la situazione è leggermente piú complessa, giacché s'è venuta a creare una discrepanza tra ciò che è registrato nei dizionari e i piú recenti regolamenti europei riguardanti l'olio d'oliva. […]
Grazie, Millermann.

È interessante confrontare le lingue nella scheda della IATE:
  • inglese: extra virgin olive oil, EVOO;
  • spagnolo: aceite de oliva virgen extra;
  • francese: huile d'olive vierge extra;
  • italiano: olio extra vergine di oliva;
  • portoghese: azeite virgem extra;
  • rumeno: ulei de măsline extravirgin.
Notate che spagnolo, francese e portoghese usano extra staccato, ma in funzione aggettivale, non di prefisso. Mi chiedo se anche questo abbia influito: se i redattori italiani, vedendo queste grafie staccate nelle principali lingue sorelle (oltre che in inglese), le abbiano volute goffamente imitare, ma mantenendo l'ordine italiano consueto di extra- prima e vergine dopo, producendo così l'«ibrido» extra vergine.

Non è, comunque, una cosa recentissima: vedo che la grafia disuniverbata era già usata nel 2001
Infarinato ha scritto: sab, 14 giu 2025 12:35 Il che dimostra, per l’ennesima volta, come il fantomatico «legislatore comunitario» non sappia l’italiano.
Addirittura? Un tempo mi pareva che l'italiano pubblico di Brusselle fosse in generale più curato di quello di Roma, almeno per gli aspetti linguistici a cui bado di più: circa l'uso degli anglicismi, le istituzioni comunitarie mi sembravano anzi migliori in modo vistoso. Avevo preso un abbaglio? (Da qualche anno, comunque, ho iniziato ad avere l'impressione d'un peggioramento in corso… :?).
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