Uso delle virgolette

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umanista89
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Uso delle virgolette

Intervento di umanista89 »

Qual è (se c'è) la differenza d'uso fra i tre tipi di virgolette usualmente utilizzati («esempio1», "esempio2", 'esempio3')? E, quanto al primo dei tre, è corretto usarle distanziandole dalla parola virgolettata (« esempio »)? (In alcuni libri si trova usata cosí).
Grazie a quanti mi risponderanno.
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umanista89
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Intervento di umanista89 »

Mi rendo conto solo ora che forse sarebbe stato opportuno inserire in un'altra sezione questo messaggio (inizialmente intendevo porre solo la questione delle virgolette distanziate).
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Infarinato
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Re: Uso delle virgolette

Intervento di Infarinato »

umanista89 ha scritto:Qual è (se c'è) la differenza d'uso fra i tre tipi di virgolette usualmente utilizzati («esempio1», "esempio2", 'esempio3')? E, quanto al primo dei tre, è corretto usarle distanziandole dalla parola virgolettata (« esempio »)?
La rimando a questa scheda dell’Accademia della Crusca, a questo mio vecchio intervento e ai riferimenti in essi contenuti.
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umanista89
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Intervento di umanista89 »

Anzitutto la ringrazio per le segnalazioni (invitandola però a darmi del tu: ho appena diciassette anni e il lei mi pesa!). Colgo l'occasione per porre una seconda domanda: in fine di discorso virgolettato, è piú corretto scrivere (come si trova in alcuni testi) prima il punto e poi le virgolette di chiusura («esempio) o, al contrario, prima le virgolette («esempio».)? Io, personalmente, pongo il punto alla fine, ma la mia scelta non è scortata da giustificazioni logiche e storiche, ma unicamente dal mio gusto personale, ragion per cui sono interessato a saperne di piú.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Di norma, il punto va fuori delle virgolette, tranne che il virgolettato chiuda la frase. Si veda, ad esempio, qui.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Federico
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Intervento di Federico »

Mi pare che si possa semplificare la norma secondo cui
Il punto va invece all'interno delle virgolette quando la citazione o il discorso diretto (specie in narrativa) non è introdotto dai due punti, o quando la citazione o la frase è preceduta da un punto
dicendo che il punto è all'interno delle virgolette quando non deve chiudere solo la frase citata, ma anche quella che l'ha introdotta.
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bubu7
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Intervento di bubu7 »

Secondo me, se il punto appartiene alla frase che sto citando, esso può essere indicato all’interno delle virgolette. La sua indicazione non è obbligatoria e avviene soprattutto se la citazione è lunga e contiene altri punti. Se il punto è “mio”, perché ho finito il periodo o la frase, allora sarebbe meglio metterlo fuori dalla citazione, perché non appartiene a essa.
Posso quindi avere “«…esempio.»” ma più frequentemente “«…esempio»” se il mio periodo continua e il punto appartiene alla citazione.
Posso anche avere “«…esempio.».” ma più frequentemente “«…esempio.»” e ancora più facilmente “«…esempio».” se il mio periodo è finito e contemporaneamente ho un punto finale nella citazione.
Se è solo il mio periodo ad essere finito e nella citazione non è presente il punto, consiglierei “«…esempio».” al posto di “«…esempio.»”.
Tutti questi sono solo suggerimenti perché non esiste una norma rigida che regoli la sequenza: virgolette, punto fermo; come afferma anche Ornella Castellani Pollidori nel suo Manuale di punteggiatura riportando il parere del Malagoli.
La lingua è un guado attraverso il fiume del tempo. Essa ci conduce alla dimora dei nostri antenati.
V. M. Illič-Svitič
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Infarinato
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Intervento di Infarinato »

bubu7 ha scritto:…Se il punto è “mio”, perché ho finito il periodo o la frase, allora sarebbe meglio metterlo fuori dalla citazione, perché non appartiene a essa.

[…]

Se è solo il mio periodo ad essere finito e nella citazione non è presente il punto, consiglierei “«…esempio».” al posto di “«…esempio.»”.
…non esiste una norma rigida che regoli la sequenza: virgolette, punto fermo; come afferma anche Ornella Castellani Pollidori nel suo Manuale di punteggiatura riportando il parere del Malagoli.
Esiste invece nella tipografia anglosassone tradizionale, che prevede “…example.” in ogni caso, anche se a questa raccomandazione «tipografica» si oppone oggi l’uso di molti, che preferiscono il piú «logico» “…example”.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

bubu7 ha scritto:...come afferma anche Ornella Castellani Pollidori nel suo Manuale di punteggiatura riportando il parere del Malagoli.
Ornella Castellani Pollidori ha scritto un manuale di punteggiatura? Me ne darebbe, per cortesia, il riferimento bibliografico? Grazie.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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bubu7
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Intervento di bubu7 »

Marco1971 ha scritto:
bubu7 ha scritto:...come afferma anche Ornella Castellani Pollidori nel suo Manuale di punteggiatura riportando il parere del Malagoli.
Ornella Castellani Pollidori ha scritto un manuale di punteggiatura?
Certo, sotto lo pseudonimo di Bice Mortara Garavelli. Il manuale è anche noto come Prontuario di punteggiatura...
Abbia pazienza, oggi è pur sempre lunedì... :)
La lingua è un guado attraverso il fiume del tempo. Essa ci conduce alla dimora dei nostri antenati.
V. M. Illič-Svitič
Fiandri
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Intervento di Fiandri »

Buongiorno a tutti, mi sono appena registrato al sito e intervengo per avere un chiarimento sull’uso delle virgolette.

Ho spesso la necessità di riportare frasi altrui in atti giudiziari: normalmente, per le citazioni, adopero le virgolette caporali (« ») e riporto le parole dette in corsivo, soprattutto per dare maggiore visibilità al testo citato. Mi sorge però il dubbio che non sia corretto fare una citazione usando sia le virgolette, sia il corsivo. Come regolarsi?

Grazie sin da ora.
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Infarinato
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Intervento di Infarinato »

Fiandri ha scritto:Mi sorge però il dubbio che non sia corretto fare una citazione usando sia le virgolette, sia il corsivo.
Diciamo che non è necessario: le virgolette sono i segni d’interpunzione preposti a quest’ufficio, per cui [ortograficamente] bastano e avanzano.

Tuttavia, se Lei ha la specifica necessità tipografica di «dare maggiore visibilità al testo citato», il ricorso al corsivo può essere legittimo (in ultimo, le convenzioni tipografiche son dettate dall’editore). Certo, poi dovrà ricordarsi di ricorrere al tondo per ciò che si trova in corsivo nell’originale (o è stato pronunciato con enfasi, se si tratta di un verbale, etc.).
Fiandri
Interventi: 3
Iscritto in data: ven, 11 gen 2008 15:48

Intervento di Fiandri »

Grazie mille: in tal caso userò sia le virgolette, sia il corsivo. Nella fattispecie, fra l'altro, il problema del corsivo nell'originale non si pone.
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Federico
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Intervento di Federico »

Se la porzione di testo citata è ampia, il modo piú elegante a mio parere è riportarla con carattere ridotto di uno o due punti e una piccola rientranza, senza nient'altro, né virgolette né corsivo.
Ma poiché probabilmente non è sempre cosí, immagino che sia meglio essere coerenti e usare sempre la stessa convenzione, virgolette e corsivo.
Fiandri
Interventi: 3
Iscritto in data: ven, 11 gen 2008 15:48

Intervento di Fiandri »

Federico ha scritto:Se la porzione di testo citata è ampia, il modo piú elegante a mio parere è riportarla con carattere ridotto di uno o due punti e una piccola rientranza, senza nient'altro, né virgolette né corsivo.
Ma poiché probabilmente non è sempre cosí, immagino che sia meglio essere coerenti e usare sempre la stessa convenzione, virgolette e corsivo.
Talvolta si tratta di citare in sequenza più frasi o espressioni piuttosto brevi, ad esempio singole frasi contenute in una intervista e ritenute diffamanti, oppure risposte date da un testimone; altre volte invece si tratta di riportare passaggi più lunghi (estratti da sentenze della Corte di cassazione, ad esempio). Direi che il sistema del “rientrato con carattere ridotto” sia in effetti elegante ed efficace, e potrei utilizzarlo anche nel primo dei due casi. Per fare un esempio (che solleva poi la questione circa i criteri per separare le singole frasi citate):

Tra le espressioni contenute nell’intervista vi sono le seguenti:

Un comportamento da vero Al Capone: del resto l’ambiente è noto per la poca trasparenza.
[…] Il clima nell’amministrazione è di continua intimidazione, il lavoro ne risulta compromesso ed i pessimi risultati lo confermano.
[…] i diritti in questo ufficio vengono continuamente calpestati, è un regime di non-diritto.

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